
A Montecarlo una gara più veloce rispetto al passato, grazie all’obbligo di (almeno) due soste per vivacizzare l’esito, vista l’impossibilità di compiere sorpassi. Norris vince e capitalizza i pochi millesimi di distacco della qualifica rispetto a un orgoglioso Leclerc, sul podio Piastri davanti a Verstappen, quinto Hamilton.
Alla bandiera a scacchi, rimane quel doppio parere sull’unicità di una gara in così strette strade senza margine di errore, contrapposto a una competizione snervante, priva di sorpassi considerata la proporzione del tracciato con le dimensioni delle vetture.
Una condizione che quest’anno ha spinto verso la novità regolamentare, col numero minimo di due soste deciso dopo quanto avvenuto nella scorsa stagione, quando la bandiera rossa esposta per un incidente nel primi giro, permise a tutti i piloti di cambiare le gomme, di fatto smarcando l’obbligo di fermarsi ai box nel corso del Gp sostenendo un’andatura molto cauta.
Come nelle previsioni le qualifiche sono state a dir poco determinanti, con la Ferrari che nonostante le difficoltà di questa stagione, è riuscita a lottare per le prime posizioni dando filo a torcere alla McLaren costretta a spremere ogni risorsa per stare davanti Leclerc, mettendo dietro anche la Red Bull, poi la penalizzazione di tre posizioni a Hamilton per impeding.
In gara il rebus sull’impatto delle soste obbligatorie col pronostico di azzardi per coloro i quali erano partiti dietro la top-ten, come in effetti avvenuto per qualcuno nei primi giri in occasione della virtual safety-car, una gara anche di finte e controfinte dei meccanici, reazioni a catena per coprire o superare la posizione.
Ha vinto Norris guidando un’astronave, facendolo in maniera eccezionale col giro veloce alla fine, a rappresentare la dimostrazione di forza.
Se sono felice? Non proprio, alla fine abbiamo perso la gara ieri (sabato), avremmo dovuto fare un lavoro. Lando l’ha fatto e ha meritato la vittoria.
C. Leclerc, intervistato a fine Gp
La McLaren come detto, ha dovuto spremere ogni energia per stare davanti, in una competizione che allargando il raggio, si gioca anche fuori dalla pista.
Certamente chi vince e scava un solco risulta sempre antipatico negli equilibri, che sia stata una coincidenza o meno, recentemente la Federazione ha reso note ben tre direttive tecniche con chiarimenti su quelle zone che potrebbero essere considerate grigie, chiarendo innanzitutto come vengono effettuati i test sulla flessibilità della parte anteriore del fondo vettura, precisando come soluzioni che prevedono il raffreddamento dei pneumatici con sistemi ad acqua non sono ammessi, infine dal Gran Premio del Canada, sarà specificato come verrà misurato lo spessore del pattino del fondo della vettura durante le verifiche tecniche.
Tornando a Montecarlo, la pole di Norris è stata una rivincita dopo essere stato molto spesso, sotto esame per la fragilità mentale nelle fasi ad alta pressione, stavolta bravo a tenere la posizione e la calma quando Leclerc è stato è stato ingombrante sugli specchietti negli ultimi giri.
Per la Ferrari sembrava inizialmente irreale ripetere la prestazione di un anno addietro, sono chiare le difficoltà della SF-25, con un lavoro teso a cambiarne il comportamento per step, infatti in Spagna debutterà la nuova ala anteriore conforme alle direttiva anti-flessibilità che entrerà in vigore per tutti proprio da quel Gran Premio, poi arriverà un nuovo fondo e la nuova sospensione posteriore, necessaria affinchè il retrotreno non si sollevi eccessivamente in frenata, perdendo carico nel momento più delicato.
Un lavoro con l’obiettivo di rilanciare la seconda parte di stagione, lavorando più in generale l’aspetto meccanico individuato come principale responsabile della mancata competitività che potrà essere direzionato anche nel 2026.
Nel frattempo bisogna fare di necessità virtù, pertanto un lavoro di set-up provando a compensare quelle lacune che in altri circuiti sarebbero più penalizzanti, oltre la scelta di montare a Montecarlo l’ala posteriore vista proprio dodici mesi addietro.
Per Leclerc il weekend non era iniziato nel migliore dei modi, per un contatto nelle prime fasi delle libere con Stroll disattento nell’arrivo del monegasco e rimasto in traiettoria (per lui una posizione di penalità in griglia), tanto da causare un’incidente e il danneggiamento dell’ala anteriore.
Come si fa a non tifare per un ragazzo alle prese col timore di non ricambiare l’affetto e affermando alla vigilia, come un piazzamento tra i primi dieci sarebbe stato un traguardo massimo, costruendo nelle ore successive il vertice nelle tre sessioni di libere e una pole sfumata per questione di millesimi, un risultato che lì per lì ha reso felice qualsiasi ferrarista ma non lui, capace di andare oltre i limiti e buttare il cuore oltre l’ostacolo, ad un soffio dal compiere l’ennesimo capolavoro, al limite del sovrumano, talvolta fin troppo duro con se stesso, regalandosi una speranza e un sussulto senza mai essere rassegnato nonostante la prospettiva di un’altra stagione anonima.
Leclerc è stato clinico, perfetto al punto di mettere pressione quanto possibile, per un podio che dimostra quanto la Rossa sia nelle sue mani, quinto Hamilton che grazie alla strategia e al passo gara, limita i danni quanto possibile.
La Red Bull ha cercato conferme dopo la vittoria di Imola, certo la pista di Montecarlo non è stata la sede più adatta, Verstappen ha avuto la possibilità di attaccare il podio ma evidentemente sperato in una bandiera rossa non arrivata, per pescare il jolly della vittoria.
Weekend terribile per la Mercedes, dove l’esito delle qualifiche aveva riscontrato Antonelli partire sedicesimo per incidente e Russell quindicesimo per noie alla macchina, ancora più inspiegabile la strategia di non fermare nessuno dei propri piloti per buona parte della gara, Frecce d’Argento doppiate più volte e la conferma di non averci capito nulla.
La Williams era chiamata a confermare quanto di buono visto negli ultimi Gran Premi, al punto da consolidare la gerarchia a centro gruppo della classifica costruttori, gioco di squadra pesante quello effettuato da Sainz (decimo) che ha tenuto tutti dietro e aperto il divario da Albon (nono) nella tranquillità di effettuare le due soste e rimanere entrambi in top-ten.
Anche in Racing Bulls ottimo lavoro di squadra, con Lawson che nella prima parte ha rallentato il gruppo dietro per aiutare Hadjar a mantenere la posizione smarcando il primo pit-stop, un piano perfettamente funzionato perché entrambi hanno concluso a punti, portando tanti punti (Hadjar sesto e Lawson ottavo) nella classifica costruttori.
Potrà sembrare antisportivo, ma chiaramente ogni team guarda in casa propria e sfrutta ogni possibilità secondo la circostanza della pista.
Punti importanti anche per la Haas col settimo posto di Ocon, mentre per Bearman il weekend è stato pesantemente condizionato da un episodio che dimostra l’inesperienza nonostante già i buoni risultati per l’età e il mezzo a disposizione, infatti il pilota della Ferrari Academy, è stato duramente sanzionato dai commissari con dieci posizioni di penalità sulla griglia, per non avere rallentato in occasione della bandiera rossa durante la seconda sessione di libere, addirittura superando Sainz.
L’Aston Martin pochi giorni addietro pur senza punti, aveva lasciato Imola con grande fiducia dopo la bella qualifica e una top-ten non raggiunta per episodi, con segnali abbastanza incoraggianti dagli sviluppi introdotti sull’AMR25.
L’attenzione è stata rivolta soprattutto per Adrian Newey, presente nel paddock cui ha suscitato comunque un effetto nel vederlo per la prima volta in divisa verde, da decenni progettista delle migliori vetture che l’anno scorso dopo aver lasciato la Red Bull e corteggiato da tutta la griglia, ha spiazzato tutti, lasciandosi convincere dall’offerta faraonica persino di quote societarie con la direzione tecnica a propria disposizione, con un team che pur arrancando dopo aver investito tantissimo spera di raccogliere i frutti a partire dalla prossima stagione col nuovo regolamento tecnico, Honda permettendo, considerata l’importanza che avranno le prossime power-unit.
In gara detto delle pesanti indecisioni di Stroll, purtroppo sfortunato Alonso ancora fermo a zero punti e ritirato quando era pienamente nella top-ten; fuori dai primi dieci Alpine e Sauber.
Tra pochi giorni ancora in pista per la terza gara in altrettante settimane, il 1 giugno tocca al Gran Premio di Spagna per un weekend atteso secondo quelli che potrebbero essere i risvolti, per l’entrata in vigore dell’annunciata direttiva sulla rigidità delle ali anteriori.
CLASSIFICA PILOTI
1. Piastri (McLaren) _ 161 pt
2. Norris (McLaren) _ 158 pt
3. Verstappen (Red Bull) _ 136 pt
4. Russell (Mercedes) _ 99 pt
5. Leclerc (Ferrari) _ 79 pt
6. Hamilton (Ferrari) _ 63 pt
7. Antonelli (Mercedes) _ 48 pt
8. Albon (Williams) _ 42 pt
9. Ocon (Haas) _ 20 pt
10. Hadjar (Racing Bulls) _ 15 pt
11. Stroll (Aston Martin) _ 14 pt
12. Sainz (Williams) _ 12 pt
13. Tsunoda (Racing Bulls/Red Bull) _ 10 pt*
14. Gasly (Alpine) _ 7 pt
15. Hulkenberg (Sauber) _ 6 pt
16. Bearman (Haas) _ 6 pt
17. Lawson (Red Bull/Racing Bulls) _ 4pt***
18. Alonso (Aston Martin) _ 0pt
19. Doohan (Alpine) _ 0pt
20. Bortoleto (Sauber) _ 0pt
21. Colapinto (Alpine) _ 0pt**
* 3pt conquistati con la Racing Bulls prima dello scambio dal Gran Premio di Giappone, con lo stesso Tsunoda in Red Bull e Lawson in Racing Bulls.
** ha sostituito Doohan dal Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna
*** punti conquistati tutti con Racing Bulls
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. McLaren _ 319 pt
2. Mercedes _ 147 pt
3. Red Bull _ 143 pt
4. Ferrari _ 142 pt
5. Williams _ 54 pt
6. Haas _ 26 pt
7. Racing Bulls _ 22 pt
8. Aston Martin _ 14 pt
9. Alpine _ 7 pt
10. Sauber _ 6 pt