
I Florida Panthers e gli Edmonton Oilers sono campioni delle rispettive Conference e da mercoledì si affronteranno, per il secondo anno consecutivo, nelle Stanley Cup Finals. Entrambe le finali di Conference sono state abbastanza deludenti dal punto di vista del pathos, troppo netta la superiorità delle due vincitrici rispetto a Stars e Hurricanes.
Per una volta siamo stati buoni profeti, nel percepire quell’aria di dejà vu che si stava sempre più creando sulle due finali di Conference. Così è stato, e per il secondo anno consecutivo avremo una finale tra Edmonton e Florida (per i Panthers, campioni in carica, è addirittura la terza finale consecutiva), che hanno chiuso senza troppo patire le rispettive finali di Conference contro Dallas e Carolina. Delle imminenti Stanley Cup Finals, e dell’infinità di temi che si portano dietro, parleremo nei prossimi giorni; per ora, andiamo a raccontarvi gli ultimi match delle finali di Conference.
WESTERN FINAL
dallas stars – edmonton oilers: 1-4 (6-3, 0-3, 1-6, 1-4, 3-6)
Dovranno interrogarsi a lungo, gli Stars, sulle ragioni della loro scomparsa dal ghiaccio dopo la vittoriosa gara 1, che li ha portati a incassare quattro sconfitte di fila ed un parziale di 19 reti subite contro sole 5 fatte. Gli Oilers ci hanno messo tanto del loro, ovviamente, riuscendo finalmente a trovare una sensata via di mezzo tra la loro naturale propensione offensiva e la necessità di non aprire praterie dietro a vantaggio degli avversari.
Gara 4, giocata a Edmonton, vede un inizio molto promettente degli Stars, che colgono anche un palo dopo 3′. Il primo scossone alla partita arriva poco dopo metà del primo periodo, con un power play degli Oilers in cui Oettinger è dapprima miracoloso su McDavid ma deve poi arrendersi alla conclusione in onetimer di Draisaitl. Dallas reagisce e Skinner è decisivo su Rantanen proprio allo scoccare della prima sirena. Anche i primi minuti del secondo periodo sono favorevoli a Dallas, che dopo 7′ coglie il meritato pari in power play con Robertson che centra il sette con una staffilata. La parità però regge solo fino alla successiva superiorità numerica degli Oilers, che tornano a condurre con la deviazione sotto porta di Perry. Nel terzo parziale, quando in teoria gli Stars dovrebbero produrre il massimo sforzo per rientrare in partita, i padroni del ghiaccio sono in realtà gli Oilers, che vengono in più occasioni fermati da Oettinger ma che alla fine segnano altre due reti in empty net con Kapanen e Henrique per il 4-1 finale.
Per gara 5 si torna a Dallas, ma gli ardori dei padroni di casa e dei loro tifosi vengono subito spenti da Edmonton, che non ha nessuna intenzione di tirare per le lunghe la serie: tre reti nei primi 8′ (Perry, Janmark e Jeff Skinner) sono un segnale fortissimo, ma a 8’20” dalla prima sirena il solito turnover difensivo dei canadesi regala a Robertson la rete dell’1-3. Nel secondo periodo gli Stars sembrano rinascere: Skinner li ferma due volte ma a 7’33” dalla sirena arriva il 2-3, in power play, firmato da Hintz con un missile sotto la traversa. Passano solo due minuti e gli Oilers ritrovano subito il doppio vantaggio, grazie al breakaway vincente di McDavid, lanciato dalla parata del suo portiere, che ribatte lungo il puck con gli schinieri per il più involontario degli assist. Il terzo periodo si apre con la rete del 3-4, ancora di Robertson, che sorprende Skinner tra le gambe dopo soli 38″, ma il match si chiude tre minuti dopo, quando Lindell batte il suo portiere con una sfortunata deviazione di pattino. È il segnale di resa di Dallas, che da quel momento in poi non costruisce più nulla e a 10″ dalla fine incassa anche il 3-6 di Kapanen in empty net.
Gli Oilers ci hanno messo tanto del loro, ovviamente, riuscendo finalmente a trovare una sensata via di mezzo tra la loro naturale propensione offensiva e la necessità di non aprire praterie dietro a vantaggio degli avversari.
EASTERN FINAL
CAROLINA HURRICANES – FLORIDA PANTHERS: 1-4 (2-5, 0-5, 2-6, 3-0, 3-5)
Dopo la netta sconfitta rimediata in gara 4, i Panthers tornano nel North Carolina per chiudere la serie, ma l’inizio è tutto degli Hurricanes, che sembrano non aver smarrito un solo briciolo del furore mostrato a un passo dall’eliminazione. A complicare le cose per Florida, arrivano due orrendi turnover difensivi, che servono su un piatto d’argento la doppietta ad Aho. I Panthers riprendono a macinare gioco nel secondo parziale e piazzano un tremendo uno-due nell’arco di 30″, tra 7’23” e 7’53”, con Tkahcuk in power play e Rodrigues che spinge in rete un assist di Bennett dopo una splendida verticalizzazione in velocità. Ma Florida, da grande squadra qual è, non si accontenta del pari e continua a spingere, trovando anche il sorpasso, a 8′ dalla seconda sirena, con Lundell servito da Marchand. Nell’ultimo parziale, Andersen è monumentale su un power play dei Panthers e i suoi compagni lo ripagano con il 3-3 dopo 8’30”, firmato con un tocco stupendo sottoporta da Jarvis. Gli Hurricanes, però, sono in riserva, mentre Florida ha ancora energie da spendere: i campioni in carica tornano a guidare il gioco e dopo 1’10” dal pari ripassano in vantaggio, con Verhaeghe che finalizza una bella azione di Barkov. Per Carolina è notte fonda, non ci sono più energie per ripartire e a 53″ dalla fine arriva anche il 3-5 di Bennett in empty net.