Consueto approfondimento su quanto accaduto nel Gran Premio del Belgio, indubbiamente segnato dall’incidente mortale in GP2 di sabato pomeriggio.

Difficile dare un titolo diverso, nonostante la prima vittoria in stagione della Ferrari dentro una stagione travagliata.
Di questo week-end, ricorderemo purtroppo le immagini dello spaventoso incidente di sabato pomeriggio, dove ha perso la vita il pilota della GP2 Anthonie Hubert che, per evitare Alesi (in testa coda all’Eau Rouge) è finito sulle barriere e nel rimbalzo in pista è stato centrato ad oltre 200 km/h da Correa (fratture alle gambe) che sopraggiungeva. Nato a Lione il 22 settembre 1996, l’anno scorso Hubert aveva vinto la GP3, passando quindi in GP2, dove aveva già vinto due gare, e candidandosi per un possibile ingresso in F1, essendo tra l’altro anche un pilota della Renault Sport Academy.
Non sono purtroppo bastati i passi in avanti sulla sicurezza rispetto agli anni ’90, sia nei tracciati che sulle monoposto.
Un momento di vuoto per l’automobilismo, difficile esprimere altro, tranne che per un pilota, nella sua volontà che appare disumana ai più, abbassando la visiera, c’è solo da ricominciare a fare quello che sa fare meglio: andare sempre più forte.
A Spa la Mercedes ha confermato Bottas per il 2020, col finlandese che vince il ballottaggio con Ocon di cui parleremo più avanti. In pista con la terza specifica di power-unit, le Frecce d’Argento hanno concretizzato un doppio podio in un tracciato non a loro favorevole; per gli iridi è solo una questione di aritmetica. Coltello tra i denti alla Ferrari, che ha mantenuto la power-unit n.2 e presentato un’ala anteriore molto scarica secondo le caratteristiche del tracciato. La prima vittoria in campionato firmata Leclerc, non può che puntare i riflettori su quel talento che dovrà rappresentare da qui in avanti un punto di partenza, dentro una stagione che paradossalmente potrebbe rivelarsi come l’ideale per il pilota giovane monegasco, al secondo anno in F1. Fin qui non sono mancati gli intoppi, utili comunque a far maturare prima la persona e dopo il pilota. Il riferimento è in ordine al Bahrein (noie di affidabilità a pochi giri dal termine con una vittoria che sembrava sicura), Azerbaijan (a muro forzando una qualifica da possibile pole), Monaco (incidente in gara dopo la partenza dal fondo per errore di strategia in qualifica), Germania (out in rimonta su pista umida come altri piloti).
È molto difficile, non ce la faccio a godermi la prima vittoria.
Charles Leclerc, pilota Ferrari
Bravo, concentrato e pulito nei momenti decisivi, una gara vinta di cuore, testa e piede, gestendo le gomme fino all’ultima curva. Senza dimenticare la pole più veloce di ben sette decimi su Vettel, purtroppo lontano parente di quel quattro volte campione del mondo, ma che si è dimostrato uomo squadra nel momento importante del Gran Premio, ovvero nel rallentare un arrembante Hamilton durante la crisi delle gomme, permettendo a Leclerc di prendere quel margine, poi rivelatosi essenziale per la vittoria. Alla Red Bull passo indietro per Verstappen, ritiratosi dopo poche curve, a seguito della partenza a rilento che l’ha imbottigliato alla prima curva dove si è verificato il contatto con Raikkonen. Si interrompe a ventuno, il numero di gare consecutive che prima di Spa aveva visto l’olandese sempre tra i top-five. Benissimo Albon che alla prima gara dopo la promozione dalla Toro Rosso, tra la concomitanza di ritiri ed alcuni sorpassi da veterano, nonostante la partenza dalle retrovie per la sostituzione della power-unit, ha gestito egregiamente la pressione risalendo fino al quinto posto. È andata male alla McLaren nonostante le novità tecniche che testimoniano dei processi in continua evoluzione. Sainz ha parcheggiato dopo poche curve, mentre Norris si è dovuto ritirare ad un giro dal termine, quando si trovava al quinto posto dopo aver capitalizzato una grande partenza ed un passo gara dietro i due top-ten. Peccato.
Festeggia la Toro Rosso che porta entrambe le monoposto in top-ten, confermando al momento l’incredibile quinta posizione tra i costruttori. Sufficiente a metà la Renault che nel frattempo, ha annunciato Ocon attuale terzo pilota Mercedes (ex Force India e Racing Point e già riserva Renault 2016) come prossimo pilota al posto di Hulkenberg in odore di Haas che a cascata, secondo i rumors, sembra
voler sollevare Grosjean destinato alla Formula E. In pista, entrambe le monoposto hanno scontato delle penalità (cinque posizioni) perché Ricciardo ed Hulkenberg sono arrivati rispettivamente alla quinta e sesta unità di power-unit. Solo il tedesco (ottavo) ha raccolto punti, dentro una stagione che non vuole sentirne di cambiare marcia. È vivo il campionato della Racing Point che grazie alla doppia top-ten, rilancia le proprie ambizioni a centro-gruppo. Grande gara di Perez (settimo) che dopo la rottura della terza specifica di power-unit, pur ritornando alla motorizzazione numero due già utilizzata nelle precedenti gare, ha confermato la sua solidità che gli è valso il rinnovo fino al 2022, lunghezza di contratto che dimostra la volontà di crescita dell’ex team Force India.
Male l’Alfa Romeo, in un week-end iniziato con il patema di Raikkonen in dubbio per uno stiramento ad una gamba durante la pausa estiva, tale da richiamare Marcus Ericsson impegnato nella Indycar ma attualmente terzo pilota, dopo i quattro anni da titolare nello stesso team ex Sauber.
L’allarme è rientrato, ma dopo l’ottima qualifica (partiva dalla terza fila), la sua gara è stata condizionata dal contatto alla prima curva con Verstappen.
Ancora più amaro il resoconto di Giovinazzi che, partito dal fondo per la sostituzione della power-unit e rimonta fino alla top-ten, all’ultimo giro è finito autonomamente sulle barriere. Nessun punto per la Haas che dopo una qualifica tra le prime dieci, nel corso della gara è scivolata fuori dalla zona punti, mentre non cambia la posizione della Williams con Russell che conclude quindicesimo davanti Raikkonen.
Prossimo appuntamento già il prossimo week-end a Monza, per il Gran Premio d’Italia.

