Patriots-Broncos 34-31 in overtime: nel gelo di Boston Brady riscrive la storia

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Brady-Manning_postCi sono partite che hanno una storia a sé, fatta di incroci personali e di alchimie misteriose da cui nascono dei capolavori. Ecco perché Patriots-Broncos merita un post a parte: era la partita della settimana ed è diventata la partita dell’anno, almeno finora. Il 14° scontro diretto tra due quarterback che hanno segnato un’epoca, Tom Brady e Peyton Manning, si è risolto con la vittoria del primo dopo un’altalena pazzesca di emozioni durata quattro ore nel gelo (-5°) della notte bostoniana.

I primi due quarti di gioco sono un lungo, doloroso incubo per i Patriots e i loro tifosi. L’attacco di casa, accolto dai placcaggi martellanti della difesa ospite, combina un guaio dopo l’altro: nel primo periodo Miller riporta in meta dopo una corsa di 60 yard un fumble procurato da Woodyard su Ridley, che si lascia schizzare via il pallone dalla mano durante una piroetta per eludere un placcaggio. Passano solo 30 secondi e New England incappa in un altro turnover, con Brady che subisce un sack da Miller e perde la palla, recuperata da Knighton. Il touchdown stavolta non è immediato, ma Peyton Manning si ritrova a partire a sole 10 yard dalla end zone avversaria e il risultato è scontato. Corsa in end zone di Moreno e Denver vola sul 14-0, che sale a 17-0 prima ancora della fine del primo periodo grazie a un field goal. Anche nel secondo quarto di gioco l’unica segnatura è di Denver, grazie a un’avventata decisione di New England di giocare alla mano un quarto tentativo con 5 yard ancora da prendere: Brady non completa il passaggio per Amendola e Manning si ritrova a partire dalle 30 yard, finendo per arrivare in end zone con un bel passaggio per Tamme. Blandi i successivi drive, le due squadre tornano negli spogliatoi con i Broncos 24-0. Durante l’intervallo scorrono dei dati storici che scoraggerebbero dal proseguire la visione anche il più tenace tra i tifosi dei Patriots: infatti, Manning non ha mai perso in carriera (52 vittorie e 0 sconfitte) partendo da un vantaggio simile all’intervallo e nella storia NFL si registra una sola rimonta vittoriosa (fatta proprio dai Broncos di Elway una dozzina d’anni or sono) dopo uno 0-24 nei primi due quarti.

Il primo attacco del terzo periodo tocca a New England e, per ovvi motivi, ha già il sapore dell’ultima spiaggia: o i Patriots iniziano da subito a risalire la corrente o i Broncos congeleranno lentamente la partita (nel senso anche fisico del termine, vista la temperatura). Il drive dei Patriots è farraginoso, complicato, ma un piccolo segnale richiama la mia attenzione: tre passaggi di Brady vengono afferrati dapprima malamente dai suoi ricevitori, il pallone balla pericolosamente tra le mani ghiacciate di Thompkins e Gronkowski ma alla fine rimane lì, quando solo pochi minuti prima sarebbe certamente caduto per terra. Con un po’ di fortuna e molta testardaggine, insomma, i Patriots segnano il loro primo touchdown della serata con un passaggio di Brady per Edelman, ma la strada è ancora lunga: 24-7. L’attacco dei Broncos torna in campo ben deciso a giocare col cronometro: solo corse, per lasciar passare il tempo, ma è proprio uno dei loro running back, Ball, a tradirli, con un fumble subito recuperato da New England. Questo è un momento davvero cruciale della gara, perché questa palla persa consente all’attacco di Brady di tornare subito in campo, rimanendo caldo e trovando finalmente il ritmo, mentre condanna l’attacco di Denver ad aspettare ancora per diversi minuti il proprio turno, immobile sotto le folate di vento polare.

Ora lo spettacolo è tutto dei Patriots: Brady, Gronkowski ed Edelman guidano la carica, il primo con lanci che tagliano come un bisturi la difesa di Denver, gli altri due con ricezioni e corse esaltanti: da lì fino alla fine del terzo periodo New England mette a segno altre due mete, presentandosi all’inizio dell’ultimo quarto indietro solo di 7 punti, 21-24. Denver inizia all’attacco, ma Manning paga subito il conto ai molti minuti di inattività facendosi intercettare dal rookie Ryan; Brady non manca l’occasione e con un passaggio magistrale porta Edelman in end zone per il touchdown del sorpasso, 28-24! I Broncos accusano il colpo, e dopo un drive orribile che li ributta fuori dopo solo tre giochi riconsegnano la palla ai Patriots, che arrivano al field goal, salendo 31-24 a 7′ dalla fine. Manning è a un soffio dal subire il colpo del ko: viene intercettato di nuovo, ma la giocata difensiva viene annullata per un precedente fallo di holding. Lo spavento ha però l’effetto di scuotere l’attacco dei Broncos, che ritrova dapprima le corse di Moreno e infine anche Manning, che con un td pass su Thomas pareggia la partita a 31, con 3′ ancora da giocare.

Si arriva così ai supplementari, un unico periodo da 15 minuti dove chi segna per primo vince (in realtà ci sono delle eccezioni, ma semplifichiamo). I Broncos iniziano in attacco ma sono costretti al punt, idem i Patriots nel drive successivo, malgrado le furiose proteste di Brady con gli arbitri per un’interferenza non punita. Denver torna a muovere la palla con una corsa da 18 yard di Moreno, ma si ritrova con un quarto tentativo e 8 yard: la tentazione di provare il field goal attraversa per un momento le teste dei Broncos, ma un calcio da oltre 50 yard contro vento sarebbe stato impossibile e l’errore avrebbe consegnato agli avversari una posizione di partenza troppo favorevole. Denver opta saggiamente per il punt e la scelta sembra pagare, perché anche i Patriots, poco dopo, s’imbottigliano in un drive inconcludente e sono costretti al punt. E’ qui che accade l’incredibile: Carter, un uomo dello special team di Denver intento a bloccare un avversario in corsa, perde di vista la traiettoria del pallone in volo, il quale, probabilmente deviato dal vento, finisce per cadergli sulla schiena, creando così una situazione di fumble. Ebner, dei Patriots, è il più lesto a gettarsi sul pallone rotolante, consegnando così su un piatto d’argento la vittoria alla propria squadra: field goal “insbagliabile” da sole 18 yard e festa New England. I Patriots la spuntano per 34-31 compiendo un’impresa leggendaria contro una squadra straordinaria come Denver: in campo i giocatori si abbracciano sotto la pioggia mista a neve mentre sugli spalti c’è perfino chi piange, e non certo per il vento.

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Gianluca Puzzo

Un commento

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  • E’ così. Si tratta di “misteriose alchimie” quelle che scrivono la storia di incontri, gare e partite che restano incise nella memoria degli sportivi. E non sempre i protagonisti sono i vincitori delle competizioni. Ricordo un gran premio di formula uno di molti anni fa. Jim Clark su Lotus ha un incidente meccanico e riparte in ultima posizione. Dopo un furioso inseguimento supera tutti gli avversari, uno dopo l’altro con una serie di sorpassi entusiasmanti, e si avvia trionfante verso la vittoria. Ma a poche centinaia di metri dal traguardo accade l’imprevisto: la Lotus si ferma definitivamente per mancanza di carburante e sfuma l’ormai certa vittoria del grande pilota inglese. Grazie e complimenti per la cronaca perfetta della partita oggetto dell’articolo.

Gianluca Puzzo

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