Nel Gran Premio del Giappone torna a vincere Verstappen, la Red Bull festeggia il titolo Costruttori su due pianeti non allineati. Sul podio le McLaren, dietro le Ferrari terza forza in questo appuntamento: quarto Leclerc e sesto Sainz.

Dopo l’esito di Singapore, la domanda o meglio la speranza alla vigilia di Suzuka è stata: la Red Bull (quella di Verstappen) è davvero tornata terrestre?
Nei giorni di avvicinamento alla tappa giapponese, erano state contrastanti le dichiarazioni dei vertici Red Bull, fiduciosi che domenica scorsa si trattasse di un errore nella configurazione della macchina, ma anche preoccupati qualora, nonostante le classifiche piloti e costruttori ampiamente in ghiaccio, si fossero confermate le prestazioni in crescendo dei rivali, in primis della Ferrari.
Il responso è arrivato immediatamente in qualifica, con Verstappen tornato a fare la voce grossa, disarmante il confronto col resto del gruppo, specie con Perez molto più lontano nonostante la stessa macchina, McLaren davanti le Ferrari che alla vigilia ha puntato più sul passo gara, con l’obiettivo di massimizzare il risultato viste le difficoltà delle più dirette rivali quali Mercedes ed Aston Martin.
Poco gradevoli le parole dopo la pole, dirette ai detrattori che avevano messo in dubbio le prestazioni a seguito della direttiva: “A Singapore abbiamo avuto un brutto weekend. Naturalmente la gente inizia a parlare, per loro era tutta colpa delle direttive tecniche. Penso che possano andare a farsi fot**re“.
Certamente i piloti come tutte le risorse del team vivono delle pressioni quotidiane, ma una cosa è l’arroganza sportiva che può starci come elemento sui cui fondare rivalità sportive, ben altro aspetto è la maleducazione, su questo tema non aiuta la Federazione protagonista dell’ennesimo autogol, in quanto sugli impeding di Verstappen avvenuti nelle qualifiche di Singapore, è stato ammesso l’errore in due situazioni su tre che sarebbero costati l’arretramento in quella griglia di partenza.
Situazione che non fa bene innanzitutto alla credibilità e poi allo spettacolo, ma anche allo stesso pilota come nell’equilibrio di tutto il Gran Circus.
Senza nulla togliere al talento e alla constatazione di un pilota destinato a fare la voce grossa ancora per molti anni.
La gara.
Al via Verstappen è stato attaccato dalle McLaren resistendo di forza e tenendo la testa, dietro le Ferrari, poi subito safety-car per rimuovere dei detriti a seguito di contatti a centro gruppo nei primi metri dopo il semaforo verde.
Alla ripartenza c’è stata una bella lotta tra le Mercedes, poi la fase in cui tutti hanno gestito il consumo delle gomme.
Successivamente una virtual safety car per rimuovere ulteriori detriti nel contatto Perez-Magnussen, davanti Verstappen ha fatto gara a sé, dietro una partita a scacchi di strategia sulla durata del primo stint tra McLaren e Ferrari, ancora battaglia al limite tra le Mercedes.
Dopo la girandola del primo pit-stop le posizioni davanti sono rimaste immutate con l’incognita Russell, al secondo posto nel tentativo di allungare il periodo di sosta, diversa mescola di gomma per entrambe le Ferrari rispetto alle McLaren per attaccare il podio, fase centrale della gara dove la gomma dura scelta dalla McLaren ha funzionato meglio rispetto la media della Ferrari.
Superata metà gara, la Ferrari con Leclerc si è trovato nel dubbio se provare l’under-cut, ovvero sosta anticipata per attaccare il podio di Piastri oppure difendersi sulla strategia ad unica sosta di Russell e preservare il punteggio sulle Mercedes.
La sosta di Leclerc è avvenuta prima, nel giro n.35, immediata la risposta in difesa di Piastri col ferrarista che seppur vicino è rimasto dietro, tardiva la sosta di Sainz che ha perso la posizione su Hamilton.
Ultimi giri con le posizioni davanti congelate, lotta tra Mercedes e Sainz dietro, ordine di scuderia con Hamilton che ha superato Russell, poi vulnerabile su Sainz che a sua volta ne ha preso la posizione.
Così fino alla bandiera a scacchi i primi dieci: Verstappen, Norris, Piastri, Leclerc, Hamilton, Sainz, Russell, Alonso, Gasly, Ocon.
Un altro pianeta del mondo Red Bull, è stato quello ombreggiato di Perez.
Disastrosa la sua gara, perchè inizialmente ha scontato 5” di penalità per aver infranto il posizionamento al rientro dal pit-stop in regime di safety-car, poi il contatto con Magnussen che avrebbe aggiunto un’ulteriore penalità e ancora un’altra che sarebbe arrivata perché durante la virtual safety car della fase iniziale, aveva costretto Norris andare lungo alla Spoon, fino al ritiro della macchina evidentemente anche danneggiata.
La Ferrari ha puntato al podio, rosicchia qualche punto alla Mercede ma resta tardiva la sosta di Sainz che poteva piazzarsi davanti Hamilton.
Fiducia in Vasseur che lo scorso inverno ha ereditato una situazione a dir poco pesante, subentrato nel ruolo di team principal col tempo utile, prima dei test, di conoscere le stanze della sede.
Una monoposto (quella progettata da altri) inizialmente considerata in maniera troppo incauto, come la più veloce di sempre, salvo il responso della
pista ed un’inevitabile ma soprattutto coraggiosa rivoluzione in piena regola nei ruoli più delicati, così come la scelta di sviluppare la vettura dell’anno in corso senza mirare direttamente a quella dell’anno successivo.
C’è poi il fattore squadra, dove entrambi i piloti sono in scadenza 2024, ovvero domani per quello che riguarda la programmazione.
Leclerc ha un palmares migliore di Sainz, nelle ultime gare è stato chiaro il suolo ruolo-squadra davanti alle sbavature in qualifica di cui lo spagnolo è stato invece impeccabile, sempre Sainz sta vivendo il momento migliore della carriera e dispiacciono le punzecchiature, anche della stampa spagnola, col solo riscontro di destabilizzare l’ambiente ed anche l’opinione dei tifosi contro lo stesso Sainz, nella situazione di vedere Leclerc come il beniamino degli italiani per essere cresciuto alla Ferrari e autore di risultati che anni addietro, fecero ben sperare.
Spesso si dimentica che per vincere ci vuole un mezzo che quanto meno sia veloce quanto la concorrenza, e non sbagliare nelle strategie nell’arco di tutto il weekend.
Considerata la media anagrafica abbastanza giovane di entrambi i piloti, ed il biennio di conoscenza nello stesso box, perché non puntare nel prossimo futuro ad un attacco a due punte?
La McLaren certifica una seconda parte di campionato diametralmente opposta all’inizio, Norris ancora una volta al secondo posto, mentre Piastri festeggia col podio il prolungamento di contratto fino al 2026.
Mettere nel mirino il terzo posto nella classifica costruttori è un obiettivo realistico, perché l’Aston Martin prosegue l’inversione di tendenza rispetto alla prima parte di campionato, che aveva decretato l’AMR23 addirittura come antagonista delle imprendibili Red Bull con ben sette podi.
Altro zero punti per Stroll ritirato, mentre Alonso ha concluso ottavo.
A punti l’Alpine che visto il limbo di metà classifica costruttori, da qui al termine punterà a massimizzare i risultati per meglio presentarsi nel prossimo campionato
Alla vigilia dell’Alfa Romeo, il circuito di Suzuka era visto come una prova degli aggiornamenti che a Singapore non avevano prodotto gli effetti sperati.
Tanto lavoro al posteriore con nuove prese d’aria dei freni per la gestione di temperatura delle gomme nel trasferimento del calore, bandelle laterali nella zona cruciale del fondo quale il canale Venturi, ed un nuovo diffusore a dimostrazione del programmato lavoro anche in direzione 2024.
L’esito purtroppo non è stato positivo, infatti Bottas si è ritirato nelle fasi iniziali dopo un contatto, fuori dalla zona punti anche Zhou.
L’Haas resta nelle ultime posizioni al netto dei ritiri.
In casa Williams, per Seargent sono oramai eccessivi gli incidenti (stavolta in qualifica) che costano economie al team, anche il confronto con Albon è impietoso nonostante la disponibilità di una buona monoposto rispetto al recente passato, elementi che dovrebbero favorire dei punti interrogativi e sintetizzare gli eventuali titoli di coda.
I rumors dicono che Drugovic, attuale terzo pilota Aston Martin, sarebbe molto vicino all’avvicendamento anche a campionato in corso se non fosse stato per le imminenti gare di Austin e Las Vegas in casa di Seargent (americano), ad evidenziare quei fattori, in questo caso legati alla popolarità, che inevitabilmente un team con risorse non più illimitate come un tempo, deve considerare.
La sua partenza è avvenuta direttamente dalla pit-lane dopo aver costretto i meccanici ad un lavoro extra, sostituendo telaio, cambio e assetto, intervento costato 10” di penalità ed una gara tutta in salita, poi continuata con ulteriori 5” per un’incidente con Bottas, infine il ritiro.
Un weekend da incubo per il team perché anche Albon a circa metà gara è rientrato definitivamente.
In Alpha Tauri prosegue la storia di Lawson, ricordiamo a punti nel Gp di Singapore stabilendo anche il miglior risultato in stagione del team, salito sulla AT04 grazie ad una serie di circostanze più uniche che rare. Ricordiamo come quel sedile, era inizialmente titolare di De Vries, poi sostituito da Ricciardo al rientro in Formula 1 e fino a quel momento terzo pilota Red Bull, magari messo lì dalla Red Bull proprio per verificare la competitività in odore di sostituzione nella prima squadra di Perez, fino all’infortunio dell’australiano a quel punto sostituito dal neozelandese Lawson che senza grosse pretese, ha fin qui fatto vedere solide prestazioni anche nel confronto del compagno di box Tsunoda.
Il neozelandese ha sfiorato la zona punti, undicesimo al traguardo e nonostante ciò, l’Alpha Tauri che il prossimo anno cambierà denominazione, ha annunciato la conferma di Tsunoda e Ricciardo, mentre Lawson sarà terzo pilota anche di Red Bull.
Ultimi sei appuntamenti per il Gran Circus che nei prossimi due mesi, andrà in pista sei volte, adesso trasferimento a Losail per il Gran Premio del Qatar previsto l’8 ottobre.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 400pt
2. Perez (Red Bull) 223pt
3. Hamilton (Mercedes) 190pt
4. Alonso (Aston Martin) 174pt
5. Sainz (Ferrari) 150pt
6. Leclerc (Ferrari) 135pt
7. Russell (Mercedes) 115pt
8. Norris (McLaren) 115pt
9. Piastri (McLaren) 57pt
10. Gasly (Alpha Tauri) 47pt
11. Stroll (Aston Martin) 47pt
12. Ocon (Alpine) 37pt
13. Albon (Williams) 21pt
14. Hulkenberg (Haas) 9pt
15. Bottas (Alfa Romeo) 6pt
16. Zhou (Alfa Romeo) 4pt
17. Tsunoda (Alpha Tauri) 3pt
18. Magnussen (Haas) 3pt
19. Lawson (Alpha Tauri) 2pt***
20. Sargeant (Williams) 0pt
21. De Vries (Alpha Tauri) 0pt*
22. Ricciardo (Alpha Tauri) 0pt**
* ha corso i primi 10 Gp;
** sostituisce De Vries nelle successive 2 gare;
*** sostituisce Ricciardo per infortunio nei Gp d’Olanda, Italia, Singapore e Giappone.
Classifica Costruttori
1. Red Bull 623pt
2. Mercedes 305pt
3. Ferrari 285pt
4. Aston Martin 221pt
5. McLaren 172pt
6. Alpine 84pt
7. Williams 21pt
8. Haas 12pt
9. Alfa Romeo 10pt
10. Alpha Tauri 5pt