Quando correre è una via per l’immortalità

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È la prima volta che, pur rimanendo in tema di motori, mi viene in mente di soffermarmi sul motociclismo che seguo quasi dall’adolescenza, solo per quel fenomeno chiamato Valentino Rossi.
Solo che qui il tema è ben diverso da tutto ciò che ci si potrebbe aspettare.
Qui la cos, è molto ma molto seria, roba che l’immortalità, a confronto, può sedersi a mangiare un gelato al gusto di cioccolato.

È la storia di Paolo Simoncelli, papà dello sfortunato pilota italiano Marco (in questi giorni avrebbe compiuto il trentesimo compleanno) che, come tutti sanno, trovò la morte durante il Gran Premio della Malesia del 23 Ottobre 2011.
Tra l’altro proprio lui fu tra i primi a recarsi sul luogo dell’incidente durante i primissimi soccorsi, rendendosi conto immediatamente dell’atroce verità.
È l’anima di un papà che ha legato un rapporto d’amicizia intima col proprio figlio, ancora più forte di quando era ai box, durante tutto l’arco dei weekend di corse.
Il nome di Marco è oggi legato non solo al ricordo degli appassionati o addetti ai lavori, ma al circuito internazionale di Misano, che per il motomondiale è sede del Gran Premio di San Marino.
Inoltre la Fondazione Marco Simoncelli, nata subito dopo il drammatico epilogo, si occupa di eventi a scopo di beneficienza.

Sportivamente parlando, dopo il Mondiale ottenuto conquistato nel 2008 in 250cc, il “Sic” era probabilmente destinato, secondo i buoni risultati ottenuti nei due anni in Honda nella classe regina, a diventare l’alfiere di quel team, col quale il giovanissimo spagnolo Marquez ha conquistato già ben tre titoli mondiali.

Proprio in questi giorni, papà Paolo si è rituffato nel clima motomondiale quasi come a voler sentire le emozioni dei motori insieme al figlio, creando, anche grazie all’aiuto di quelli che furono i colleghi di lavoro, il team “Sic58” (www.sic58squadracorse.it) che correrà nella classe Moto3 (l’ex 125cc) con due giovani piloti in sella a due Honda.
I colori delle livree saranno sempre quelli a cui era legato Marco, vale a dire il bianco ed il rosso, così come i suoi più fedeli sponsor.
Nessuno può e potrà ridare il “Super Sic”, ma la presenza dello sfortunato campione c’è e continua ad esserci nel modo migliore.

Quando correre aiuta ad andare sempre avanti.

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Andrea La Rosa

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