Come (facilmente) prevedibile la serie andata più per le lunghe, che ha costretto tutti ad aspettare il completamento del primo turno, è stata quella tra Boston e Toronto, l’unica arrivata a gara 7. Lì l’hanno spuntata i Bruins, ma non senza patemi; bugiardo, infatti, il 7-4 finale, che ha premiato il terzo periodo dei padroni di casa, l’unico in cui i Bruins siano davvero riusciti a mostrare quel cinismo che è stato il vero tallone d’Achille dei Maple Leafs. Belli, a tratti spumeggianti i canadesi nel terzo offensivo, ma spreconi davanti e con troppe amnesie dietro. Avanti Boston, quindi, che da domani se la vedrà con Tampa Bay, che ha sommerso senza troppo sudare i New Jersey Devils. I Bruins sono solidi e pieni di vecchi marpioni del ghiaccio, ma sembra difficile che possano arginare l’hockey ad alto ritmo dei Lightning, a tratti davvero impressionanti nelle cinque partite con i malcapitati Devils.
La più bella serie di primo turno, però, è stata quella tra Washington e Columbus, con quattro partite su sei terminate in overtime. I Capitals sono partiti piano, o meglio i Blue Jackets sono partiti a razzo, e per riprendere le redini della serie, dopo aver perso in casa le prime due partite, sono davvero dovuti ricorrere a tutta la loro forza, aggiudicandosi una cruciale quanto drammatica gara 3 al doppio supplementare. Da lì in poi ne hanno vinte quattro di fila, chiudendo in gara 6 con uno squillante 6-3, una punizione forse fin troppo severa per gli uomini di Tortorella. Da stanotte per i Capitals si torna al classico: inizia infatti la loro sfida ai campioni in carica, i Pittsburgh Penguins, le loro bestie nere, e non solo per il colore delle casacche. È il terzo anno consecutivo, infatti, che queste due corazzate della Eastern Conference si incrociano al secondo turno, e nelle precedenti due occasioni l’hanno sempre spuntata i Penguins. C’è di più: su 10 serie di playoff giocate nella loro storia, solo una volta, nel 1994, i Capitals l’hanno spuntata. Stavolta, però, ci sono gli infortuni a pesare sul pronostico: nella vittoriosa serie con Philadelphia, i Penguins ci hanno rimesso due uomini fondamentali, Malkin e Hagelin, per ora certamente fuori per gara 1 ma da valutare anche per il prosieguo della serie. Senza la parte migliore della sua seconda linea, Pittsburgh sarà costretta a chiedere di più (troppo?) agli altri, primo tra tutti Sydney Crosby, e poi ai vari Murray, Letang, Kuntz e Brassard. Washington, bontà sua, è invece al completo e con un Ovechkin che contro Columbus ha tagliato lo storico traguardo delle 50 reti segnate nei playoff. Anche qui, mettetevi comodi perché si andrà per le lunghe.
A Ovest, invece, il primo turno non ha regalato le stesse emozioni, anzi. Sia Vegas che San Jose hanno calato lo sweep, eliminando 4-0 rispettivamente i Kings e i Ducks. Ma se la vittoria dei Golden Knights è stata sparagnina, con soli 7 gol fatti e 3 subiti in 4 partite, quella degli Sharks è stata ubriacante, con 16 reti a 4 su un’irriconoscibile Anaheim. Ora la loro sfida diretta si prospetta davvero interessante: Vegas avrà il vantaggio del campo, ma per tenere gli Sharks a basso punteggio Fleury dovrà davvero rispolverare il meglio del suo repertorio.
In cima al tabellone della Western Conference, infine, c’è la sfida tra Nashville e Winnipeg. I Predators hanno faticato anche più del dovuto per liberarsi dei tenaci Avalanche, crollati solo in gara 6, persa 5-0. La testa di serie numero 1 è sembrata giocare a risparmio, a tratti, ma certo ora dovrà liberare tutto il suo potenziale per piegare i Jets, che a parte la serataccia in gara 3 hanno fatto un sol boccone dei Minnesota Wild. Nashville ha dalla sua una forza fisica che Winnipeg non riesce neppure ad avvicinare, ma i Jets hanno un entusiasmo, una scioltezza di gioco e un ritmo che possono creare non pochi problemi se li si affronta pensando troppo al domani.