Poche sorprese ma molte belle partite nel primo turno dei playoff NHL 2015. Nella Western Conference nessuna serie è giunta a gara 7, mentre si è registrato qui l’unico sweep dell’intero tabellone, con il 4-0 rifilato da Anaheim a Winnipeg. I malcapitati Jets hanno sfiorato la vittoria solamente in gara 3, perdendo davanti ai propri tifosi per 5-4 in overtime, ma per il resto non c’è stato davvero spazio per i canadesi.
Anaheim se la vedrà al secondo turno contro un’altra squadra canadese, i Calgary Flames, capaci di ribaltare il pronostico eliminando in 6 partite i Vancouver Canucks. Calgary ha vinto 3 delle prime 4 gare, poi i Canucks hanno avuto un moto d’orgoglio vincendo di misura gara 5 ma nella sesta hanno ceduto davvero male, prendendo ben 7 reti. Certo, è difficile immaginare come i Flames possano battere anche Anaheim, che prevedo in finale di conference con 6 partite al massimo.
Anche nella parte alta del tabellone della Western Conference c’è una netta favorita che difficilmente potrà farsi sorprendere. Si tratta degli Chicago Blackhawks, che hanno eliminato in 6 (splendide) partite i Nashville Predators, colpevoli solo di essere stati sfortunati nell’accoppiamento di postseason. Delle 4 gare vinte, Chicago se n’è aggiudicate due in rimonta ai supplementari (gara 1 al secondo overtime, gara 4 addirittura al terzo), e ha poi chiuso la serie in gara 6 con un 4-3 combattuto fino all’ultimo secondo. I Predators ce l’hanno messa davvero tutta, e avrebbero anche meritato di giocarsela fino a gara 7, ma Chicago ha potuto contare su un sontuoso Jonathan Toews (3 gol e 5 assist) e sulla clamorosa scoperta di un nuovo portiere titolare, Scott Darling, entrato in campo in gara 1 dopo 3 disastri di Crawford e non più uscito.
Gli Hawks se la vedranno con l’unica, vera sorpresa clamorosa di questo primo turno, i Minnesota Wild, che hanno mandato in vacanza dopo sole 6 partite i St. Louis Blues, cui non sono bastati i 6 gol di Tarasenko e gli 8 assist di Shattenkirk per evitare l’ennesima eliminazione prematura. Gli Wild hanno giocato con un’intensità davvero notevole, hanno gestito benissimo i power play e hanno trovato in Dubnyk un portiere all’altezza della situazione. L’impressione è che abbiano dato molto, quindi è probabile che non abbiano ancora granché da spendere per superare uno squadrone come Chicago.
Passiamo alla Eastern Conference, dove un paio di serie sono state lunghissime e anche le altre hanno regalato un livello tecnico ed emozionale globalmente superiore rispetto a quello dell’Ovest. Partendo dall’alto, la prima qualificata è Montreal, che ha regolato in 6 partite Ottawa. I Canadiens conducevano 3-0 dopo altrettante gare, ma da qui a dire che hanno dominato ne passa. Le tre suddette vittorie sono infatti arrivate per 2-1, 3-2 e ancora 2-1 (le ultime due entrambe in overtime), con i Senators davvero bravi e, a tratti, sfortunati. Ottawa si è presa gara 4 per 1-0 e ha poi dominato gara 5 a Montreal per 5-1, prima di subire il ritorno dei Canadiens, che hanno chiuso 2-0 gara 6. Montreal forte e assolutamente concreta, ma deve crescere da subito, perché la prossima avversaria è la sua bestia nera.
Anzi blu, visto il colore delle maglie… parliamo dei Tampa Bay Lightnings, che hanno eliminato in 7 partite Detroit. Serie bella e difficile, come previsto, apertasi con la clamorosa vittoria in rimonta dei Red Wings in trasferta. Il momento chiave è stato il match ball che Detroit ha avuto in gara 6 sul proprio ghiaccio: lì ha fallito, lasciandosi dominare 5-2 da Tampa straordinariamente ispirata in attacco. Gara 7 si è decisa solo al terzo periodo, e dopo che Detroit aveva costruito più di Tampa, con un bel gol di Coburn e un altro fortunoso di Callahan in situazione di empy net. È interessante notare come, nei 5 incontri disputati in regular season, Tampa Bay abbia sempre battuto Montreal. Quanto a Detroit, dopo la terza eliminazione al primo turno in 4 anni, potrebbe essere al capolinea, dopo 10 anni, la guida tecnica di Babcock.
Nella metà bassa del tabellone della Eastern si affronteranno New York Rangers e Washington Capitals. I Rangers hanno gestito con grandissima personalità e attenzione le partite con Pittsburgh, non concedendo mai spazi aperti e situazioni ad alto punteggio. Non è un caso se l’unica partita con più di 3 reti segnate è stata l’unica vinta dai Penguins (gara 2), mentre tutte le vittorie dei Rangers sono arrivate per 2-1. Strepitoso Lundqvist e deludentissimo Crosby, che si sta mettendo addosso il marchio di giocatore da regular season.
Ben più duro il lavoro dei Capitals, cui sono servite 7 partite per eliminare l’altra squadra newyorkese, gli Islanders. Ovechkin non ha dato notizie di sé, ma per fortuna sua e dei tifosi di Washington ci hanno pensato Backstrom (3 gol e 3 assist) e un grande Holtby tra i pali a tenere in piedi la squadra. La chiave di volta della serie è stata gara 4, con New York avanti 2-1 e in casa propria; lì i Capitals si sono esaltati, vincendo 2-1 all’overtime, e conquistando di slancio (5-1) anche gara 5. Buona la reazione di N.Y. in gara 6, ma l’inerzia della serie aveva ormai cambiato padrone.