Una prestazione monumentale per tenacia e rabbia agonistica consente alla nazionale di Fefè De Giorgi di battere la Polonia in tre set e di raggiungere nuovamente la finale iridata, in programma domani. Benissimo i soliti Michieletto, Romanò, Giannelli e Balaso, ma decisive anche le prestazioni di Bottolo e Porro (alternatisi in banda), Sani in battuta e Anzani nel finale. Per il nostro ct è la quinta finale mondiale della sua vita, un record assoluto.
Contro i polacchi, nostri cari nemici amatissimi in questa era della pallavolo maschile, è stato tutto un susseguirsi di schiaffoni dati e presi: a cominciare dalla nostra vittoria a Katowice, in casa loro, nella finale del 2022 che gettò in lacrime un paese intero, negandogli l’immortalità del terzo titolo iridato consecutivo, impresa riuscita finora solo a Italia e Brasile. La loro vendetta arrivò dodici mesi dopo, nella finale degli Europei a Roma, quando ci superarono nettamente in un PalaEur gremito all’inverosimile, togliendoci lo scettro continentale e il gusto di essere profeti in patria. Oggi la “bella” si giocava in campo neutro e ben lontano dall’Europa, a Manila, nelle Filippine; una semifinale mondiale con in palio il ruolo di favorita nella finale di domani (ma occhio alla giovane e talentuosa Bulgaria di Blengini, il nostro ex ct). Ne è nata una partita appassionante e molto bella, che l’Italia è riuscita a conquistare addirittura in tre set grazie alla sua migliore qualità complessiva (decisivi alcuni ingressi dalla panchina) e alla straordinaria tenacia difensiva già ammirata nella rivincita dei quarti contro il Belgio. Saranno quindi i ragazzi di De Giorgi, giunto al record della quinta finale iridata (tre da giocatore e due da coach), ad affrontare domani alle 12.30 la Bulgaria per provare a confermarsi sul tetto del mondo.
Le sorprese di questa semifinale iniziano ancora prima che si scenda in campo: Kurek, capitano della Polonia, si infortuna nella rifinitura pre partita, ed è costretto a indossare la maglia di secondo libero solo per onor di firma. Il match inizia in equilibrio, ma sul 6 pari la Polonia allunga, grazie a due muri su Bottolo e Romanò e a due errori di Gargiulo fino al 7-11. A guidarci sulla via della riscossa è Yuri Romanò, che piazza due contrattacchi extralusso e poi stampa un muro clamoroso su Leon per il 14 pari che riapre il set. Sempre grazie al nostro opposto allunghiamo fino al 19-17, poi un errore di schema dei polacchi ci lancia addirittura sul 20-17. La Polonia è costretta a forzare il servizio per tentare la rimonta, ma trova solo errori e così chiudiamo 25-21 con Bottolo dopo una super ricezione di Michieletto sull’ennesima bordata di Leon.
Il primo servizio in salto di Sani forza l’errore polacco, il secondo regala una nuova chance all’Italia che contrattacca con Bottolo, il terzo è addirittura l’ace che chiude il set 25-22. Standing ovation.
Nel secondo set è la Polonia a partire meglio, salendo fino al 2-5 dopo un’invasione azzurra. I nostri hanno però il grande merito di non disunirsi, continuando a lottare palla su palla: li riagguantiamo sul 6-6 con un muro di Gargiulo, e da lì si va a braccetto fino a 13, quando un ace di Romanò spezza l’equilibrio. Saliamo fino al 20-16 con un eccezionale Michieletto, ma lì sale in cattedra Leon, che ci riprende sul 20 praticamente da solo con tre contrattacchi vincenti. Sul 21-22 arriva l’azione chiave del set: Leon, in battuta, tira un missile che sembra ace, ma i nostri tengono su il pallone in qualche modo e poi Bottolo lo mette giù per un 22 pari vitale sia in termini di punteggio sia perché termina il turno al servizio di Leon, che Grbic richiama addirittura in panca per rinforzare la ricezione. Col senno di poi (ma lì siamo tutti bravi, ci mancherebbe), quello di Nikola si rivelerà un errore, perché toglierà la pipe da posto 6 alle soluzioni offensive polacche nel finale di set. Proprio dalla panchina, invece, l’Italia trova lo sprint necessario per conquistare il parziale: De Giorgi inserisce Francesco Sani in battuta al posto di Russo e il numero 9 spacca la partita. Il primo servizio in salto forza l’errore polacco, il secondo regala una nuova chance all’Italia che contrattacca con Bottolo, il terzo è addirittura l’ace che chiude il set 25-22. Standing ovation.
Il terzo parziale si apre con lo stesso canovaccio del secondo: i polacchi servono due ace e murano tutto, fino a ritrovarsi 5-10. De Giorgi predica pazienza e maggior qualità nelle giocate semplici, quindi inserisce Luca Porro in banda al posto di Bottolo, un altro degli ingressi decisivi di questa partita. I centrali, Anzani e Russo, iniziano a murare pesante, Romanò scuote la squadra; gli scambi tornano a complicarsi per i polacchi e ad allungarsi, e lì oggi non c’è partita. La rimontata è completata sul 18 con un ace di Michieletto, ma l’equilibrio stavolta dura poco o niente: l’Italia sente profumo di impresa mentre la Polonia, con l’acqua alla gola, è praticamente monotematica, poggiando ogni soluzione su Leon. 20-19 con un clamoroso muro a opzione di Anzani su Huber, poi rientra Sani e piazza un altro ace per il 21-19, quindi ancora un muro di Anzani, stavolta su Leon, per il 22-19. Non è finita, perché dopo un servizio sbagliato di Sani arriva in battuta Leon, che ci mette in difficoltà e poi contrattacca lui stesso per il 22-21. Ancora una legnata in salto di Leon che teniamo su in qualche maniera, ne nasce uno scambio lungo in cui Giannelli insiste tre volte su Porro, che alla terza, in totale apnea, la mette giù per il 23-21. Arriviamo a tre match ball grazie a una giocata da Dream Team di Michieletto, che attacca da posto sei una difesa alta su secondo tocco, trasformandola in una saetta che buca il campo polacco. Annullati i primi due dai polacchi, sul 24-23 è ancora Michieletto, ancora da posto sei, a chiudere il match con l’ultimo dei suoi 12 punti personali (Romanò sarà top scorer con 15, Leon a 14). Tutti in campo, tutti abbracciati; forza ragazzi, domani c’è un ultimo ostacolo.





Bellissimo articolo, chiarissimo anche per chi non è esperto di pallavolo.