23 ANNI DOPO BERLINO, ANCORA UN 5° SET E ANCORA AZZURRE IRIDATE

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Dopo una finale piena di alti e bassi, l’Italia diventa perfetta nel momento più importante del quinto set e schianta la Turchia, conquistando per la seconda volta nella sua storia, 23 anni dopo Berlino, il titolo mondiale femminile. Dopo il titolo olimpico e due VNL consecutive, siamo ancora noi l’Olimpo del volley rosa.

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rentasei vittorie consecutive, ma oggi è l’ultimo set della trentaseiesima quello che conta di più, quello che vale un titolo iridato atteso 23 anni, da quell’ultimo pallone di Elisa Togut a Berlino. Ma se allora eravamo noi gli outsider, bravi e fortunati (l’infortunio a Keba Phipps prima della finale) nel cogliere il momento al volo, oggi abbiamo confermato i favori del pronostico, presentandoci con il (dolce) peso di un titolo olimpico e di due VNL consecutive appuntato sul petto e mostrando al mondo un’immensa capacità di lottare, sublimata nei due capolavori di semifinale e finale.

Se la vittoria di ieri in semifinale sul Brasile (oggi bronzo dopo un’altra battaglia di cinque set con il Giappone) era stata “alla Sinner”, per la capacità di tenere punto su punto per tutto il match, oggi la finale contro la Turchia è stata musica su tutt’altro spartito, pieno di alti e bassi, farcito di stanchezza in molti momenti, ma che alla fine, nel momento cruciale, ha visto una sola squadra in campo.
Il primo set parte molto equilibrato, l’Italia piazza il primo break sul 13-10 ma la Turchia lo ricuce subito e si va avanti a braccetto fino al 19 pari, quando le turche scappano sul 19-21 grazie a Vargas e a un errore di Paola Egonu. Si torna in parità al 22, grazie a un errore della Vargas, che poco dopo ci regala anche il punto del 24-22. La Egonu sbaglia la battuta sul primo set point, ma sul secondo è la più giovane, Stella Nervini, a chiudere il parziale sul 25-23.
Il secondo set non ha storia, con le azzurre in confusione totale a cui non riesce più nulla: le turche scappano sul 2-10 e non le riprendiamo più. 13-25 e tutto da rifare.

Un anno dopo Parigi Velasco e le sue ragazze sono sempre invincibili, ventitré anni dopo Berlino il cielo è azzurro anche sopra Bangkok.

Nel terzo parziale l’Italia è nuovamente in modalità “on”, e si vede: le azzurre allungano sull’11-6, ma la Turchia rientra grazie a un incontenibile turno di servizio di Vargas e alla fine ci riaggancia sul 16-16. La squadra di Santarelli poggia ogni attacco su Vargas, ma sul 21 pari è la Egonu a salire in cattedra, grazie anche alla difesa che finalmente riesce a contenere l’opposta avversaria: tre punti consecutivi di Paola ci issano a tre set point sul 24-21, ma la Vargas, ancora in battuta, ricuce incredibilmente lo strappo fino al 24 pari. Lì è bravissima Gaia Giovannini, entrata sulla Nervini, a tenere in ricezione l’ennesima bordata in salto della Vargas, che Egonu in contrattacco trasforma nel nostro quarto set point. E qui la nostra opposta rende pan per focaccia alla diretta avversaria, schiantando sul taraflex un ace che non ammette repliche e che ci regala il 26-24, 2-1 per noi.
Nel quarto set, però, arriva un nuovo calo verticale dell’Italia, che coincide oltretutto con il momento migliore della Turchia, che imperversa con le sue centrali, Erdem e Gunes, ed è imprendibile con la Vargas, che farà segnare 10 punti nel set. Le inseguiamo a vista solo nel primo terzo del parziale, poi il divario si allarga sempre più fino al 14-21 e al 19-25 finale. L’unico errore, col senno di poi, in questo set vinto le turche lo commettono insistendo sempre e comunque sulla Vargas anche a vantaggio ampiamente acquisito, con la palleggiatrice Ozbay che in pratica gioca solo con la sua opposta, stancandola inutilmente e consentendo al muro azzurro, piano piano, di prendere il giusto tempo di salto a muro su di lei.

All’inizio del quinto, però, l’impressione è che le nostre siano più stanche, e i primi due punti del tie break sembrano confermarlo, con un errore e un fallo di seconda linea di Egonu che rischiano di metterci subito il fiatone. Lì è Myriam Sylla (eroica anche stasera) a tenerci a galla, con Alessia Orro onnipresente in difesa, poi le turche iniziano a sbagliare in battuta sia sul 4-3 che sul 5-6, e Giovannini confeziona il pari con un block out da veterana. Sul 7 pari si presenta in battuta la temutissima Vargas, ma sbaglia e da lì, incredibilmente, l’Italia si accende, per 10 minuti di perfezione pallavolistica che non lasciano scampo alle attonite avversarie. Velasco, che già in precedenza aveva azzeccato la mossa Fersino in seconda linea che ci aveva regalato una difesa fondamentale, sblocca il doppio cambio e la Antropova, ancora una volta, plana sulla partita come un uragano devastante. Il muro azzurro, fin lì largamente insufficiente, all’improvviso diventa insormontabile, toccando ogni pallone a Vargas e chiudendo la porta in faccia alle fast delle centrali da posto 2. Kate firma il 9-7 a muro e il 10-8 con un’imprendibile bordata diagonale, Sylla mura una fast per l’11-8, errore turco in attacco per il 12-8, poi un muro pazzesco della Fahr sulla pipe di Vargas da zona 6. Santarelli chiama timeout per spezzare l’inerzia del momento, ma ormai le azzurre sentono l’odore dell’oro e sono un treno in corsa: al rientro ancora due muri, di Antropova e Sylla, chiudono ogni discorso. Un anno dopo Parigi Velasco e le sue ragazze sono sempre invincibili, ventitré anni dopo Berlino il cielo è azzurro anche sopra Bangkok.

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Gianluca Puzzo

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