Per quanto gli abbagli siano frequenti nella storia del mercato dei giocatori di qualsiasi sport, i Los Angeles Dodgers non avevano l’aria di polli sprovveduti quando hanno offerto, un anno fa, un faraonico contratto di 7 anni per 42 milioni di dollari a un colosso ventunenne appena scappato da Cuba, tale Yasiel Puig.
Il ragazzone si era già messo bene in mostra nel campionato cubano con la squadra della sua città natale, il Cienfuegos, ma da qui ad essere certi che potesse competere ai massimi livelli della Major League ne passa. Puig, però, è il primo a credere in se stesso e nel 2012 decide di fuggire dalla sua isola per stabilirsi in Messico e poter contrattare così da free agent con le franchigie della MLB (se fosse approdato direttamente negli USA, infatti, avrebbe dovuto partecipare al draft assieme ai giocatori universitari, senza possibilità di scegliersi la squadra né di contrattare sullo stipendio).
Il rischio paga: il 28 giugno 2012 Puig strappa il suddetto contratto ai Dodgers, che lo spediscono nelle serie minori per verificarne valore e progressi. Il cubano inizia la sua gavetta a stelle e strisce, ma dopo pochi mesi un problema a un gomito lo costringe a operarsi e ne blocca l’ascesa. Per recuperare il tempo perduto, durante l’inverno Puig sceglie di giocare il campionato portoricano, presentandosi nella primavera 2013 allo spring training dei Dodgers in forma strepitosa. Chiude le amichevoli pre campionato con la mostruosa media battuta di 526, che però non gli vale l’inserimento nel roster di Los Angeles; il cubano viene mandato a fare altra esperienza in doppio A, nei Chattanooga (sì, proprio quella della pubblicità del the con Dan Peterson… dove il sole ti spacca in quattro) Lookouts, con i quali disputa 40 partite, chiuse con 313 di media battuta, 8 home run e 37 punti battuti a casa.
La chiamata ai piani più alti è ormai solo una questione di tempo: il giorno è il 2 giugno 2013, quando i Dodgers annunciano di aver richiamato Puig per inserirlo nel loro roster. Il campioncino esordisce in MLB il giorno seguente, contro i San Diego Padres, battendo 2 su 4 e fornendo una spettacolare prova difensiva (sua l’esplosiva assistenza per il doppio gioco che chiude il match). Yasiel Puig ha appena compiuto il primo di una serie di passi straordinari che lo porteranno, dopo un solo mese in MLB, ad essere considerato l’astro nascente del baseball mondiale. Trenta giorni indimenticabili, quelli della “Cuban Sensation” (come viene ribattezzato), conditi da 44 battute valide, un record secondo solo alle 48 messe a segno da Joe Di Maggio nel suo mese d’esordio, maggio 1936.
Esterno che batte e lancia con il destro, Yasiel Puig ha nei superbi mezzi fisici il segreto del suo successo. In battuta ha un swing essenziale, senza fronzoli, ma che sfrutta al meglio, senza disperderne una sola goccia, tutta la devastante esplosività della sua torsione e l’enorme potenza delle braccia. La corsa sulle basi non è la sua specialità migliore; i primi passi, spesso decisivi nella rubata, sono piuttosto lenti, ma se la progressione gli dà modo di allungare la falcata le cose cambiano radicalmente. Non a caso, in difesa, ha già fatto vedere alcuni numeri d’alta scuola, con acrobazie degne di alcuni suoi ben più navigati colleghi e un lancio dalla gittata fuori dal comune. Sull’onda del suo successo, tutti i Dodgers hanno ritrovato l’entusiasmo, vincendo 8 delle ultime 10 partite e tornando in corsa per quei playoff che solo un mese fa apparivano già un miraggio. Tutti i tifosi e i giornali sembrano chiedersi in modo angoscioso se Puig reggerà; per ora non è dato sapere, ma io penso proprio che ce la farà. “The Cuban Sensation” potrebbe davvero essere il campionissimo del futuro.
Per chi volesse vederlo in azione, basta cliccare qui.
Un’altra perla di sport scovata chissà dove. Personaggio esplosivo, tratteggiato in modo intrigante e coinvolgente. Complimenti!
I cubani non deludono mai!
veramente un fenomeno, questo ragazzo nelle braccia ha una forza esplosiva spaventosa! continua a tenerlo d’occhio, sono sicuro che ci regalerà grandi soddisfazioni.