Dopo due anni di assenza causa pandemia, torna Suzuka e con essa il Gran Premio del Giappone, in una scia di veleni che prosegue da Singapore circa l’indiscrezione del mancato rispetto di budget cap, in pista Verstappen avrà l’opportunità di chiudere definitivamente i giochi; novità ma non troppe sul budget cap.

È un rapporto molto forte quello del Giappone col motorsport, per questo motivo è stata particolarmente pesante l’assenza del Gran Premio di F1.
La prima edizione risale al 1976, mentre in particolare Suzuka ospita i weekend di gara dal 1987 ad eccezione del biennio 2007-08 disputati al Fuji.
Nel passato, quando il calendario di gare era numericamente inferiore, il circuito di Suzuka ha ospitato per molti anni l’ultimo Gran Premio in calendario, determinando moltissimi duelli come quelli tra Hunt e Lauda, più celebri gli episodi della rivalità Prost-Senna.
Il primo nel 1989 in una gara che rese celebre la loro rivalità nonostante fossero nella stessa squadra (McLaren) con l’incidente alla chicane del Triangolo, poi l’anno successivo l’incidente quando dopo il via, Senna speronò il rivale passato alla Ferrari in una gara durata appena sette secondi.
Altri duelli sono stati quelli tra Hill e Villenueve in Williams, Schumacher-Hakkinen a cavallo col nuovo millennio, ma anche Schumacher-Alonso.
Un luogo per certi versi sacro quello di Suzuka, con la conformazione del tracciato a formare un “8” ad equilibrare il numero di curve verso sinistra e destra.
Resta forte il ricordo di Jules Bianchi che nell’edizione 2014 perdendo il controllo della sua Marussia sull’asfalto bagnato, impattò contro un mezzo pesante che operava per rimuovere una monoposto poco prima uscita nello stesso punto, incidente che mesi più tardi gli costò la vita.
Nell’albo d’oro resiste il record di Schumacher che a quota sei vittorie, potrebbe essere eguagliato da Hamilton (5), mentre nei costruttori c’è in testa la McLaren (9), seguita da Ferrari (7), Mercedes (6) e Red Bull (4).
Nell’ultima edizione del 2019 vinse Bottas con la Mercedes, sul podio con Vettel ed Hamilton.
A Verstappen basterà guadagnare otto punti su Leclerc e 6 rispetto a Perez per laurearsi campione del mondo per il secondo anno consecutivo, in una combinazione di risultati maggiormente probabile rispetto al fallito primo match point di Singapore, mentre alla Ferrari il compito di tenere ancora aperto (seppur matematicamente) il campionato, con l’obiettivo di concludere la stagione in un crescendo di risultati, che possano essere utili per affrontare positivamente il passaggio verso i prossimi impegni.
Mercedes terza forza che proverà e ridurre il divario dalla Ferrari, mentre resta interessante la lotta interna che vede sempre Russell davanti il più quotato compagno di squadra.
Matematica a parte, la Formula 1 è anche il confronto delle altre squadre, con il serrato confronto tra McLaren e Alpine per il ruolo di quarta forza, come nella pancia nel gruppo le recenti prestazioni hanno rimescolato e messo in dubbio le gerarchie, con l’Alfa Romeo che dovrà fare molta attenzione alla rimonta di Aston Martin distante solamente quindici punti, a sua volta davanti per soli tre punti rispetto alla Haas e Alpha Tauri appaiate, più distante e oramai fanalino di coda la Williams, che punterà a fare il meglio possibile per avvicinarsi ad un risultato in zona punti.
Infine sulla vicenda del budget cap, la FIA ha rinviato al prossimo 10 ottobre le proprie comunicazioni, dopo aver reso noto ieri pomeriggio che “l’analisi dei documenti finanziari è un processo lungo e complesso che è ancora in corso e si concluderà con il rilascio dei certificati lunedì 10 ottobre. Non verranno rilasciate ulteriori comunicazioni sino a quella data”.
Il programma del weekend (ora italiana).
Venerdì 5 ottobre
(I sessione di prove libere – ore 6;00)
(II sessione di prove libere – ore 9;00)
Sabato 6 ottobre
(III sessione di prove libere – ore 6;00)
(Qualifiche – ore 9;00)
Domenica 7 ottobre
(Gara – ore 7;00)

