Sono finalmente passate le due insopportabili settimane che ogni anno separano le Conference Finals dal Super Bowl, piene di chiacchiere, partite inutili (Pro Bowl), premi (a proposito, Matt Ryan MVP), gossip sullo show di Lady Gaga e analisi approfondite di ogni minimo dettaglio ruotante attorno alla partita dell’anno.
Stanotte si gioca, grazie a dio, e tutto questo scenografico preambolo va a farsi benedire: New England Patriots contro Atlanta Falcons sul neutro di Houston, Texas. Tom Brady, quello che nel titolo abbiano definito G.O.A.T. (Greatest Of All Times), a caccia del suo quinto anello, quello che sarebbe una pietra miliare nella storia del football per una leggenda che sembra non sentire il trascorrere del tempo e delle stagioni in uno sport che invece brucia in fretta carriere e squadre. Il più pericoloso ostacolo sulla sua strada, stanotte, sarà Matt Ryan, l’MVP di questa stagione, uomo dal braccio d’oro che per la prima volta approda al Super Bowl; anche se i due non si fronteggeranno direttamente, è evidente a tutti come dal loro rendimento dipenderanno le sorti delle rispettive squadre. Quello che lo scorso anno era un duello annunciato tra un attacco (Panthers) e una difesa (Broncos), stravinto da quest’ultima, dodici mesi dopo diventa una sfida tra due attacchi stellari: chi farà più punti, ovviamente, ma anche chi perderà meno palloni e, ultimo ma non ultimo, chi riuscirà a stare in campo di più, tenendo di conseguenza fuori l’altro, la spunterà.
Al termine di una stagione un po’ noiosa, con il punto più alto finora rappresentato dalla vittoria all’ultimo secondo dei Packers a Dallas, è lecito attendersi una finale piena di fuochi d’artificio, e gli ingredienti sembrano esserci tutti. Entrambe le contendenti hanno tritato le avversarie incontrate nei playoff, Atlanta ancor più di New England, con una produzione offensiva che non ha incontrato ostacoli. Da queste premesse, è quindi probabile che nasca un Super Bowl ad alto punteggio, giocato “a sportellate” come ci piace dire, a chi segna di più piuttosto che a chi ne prende di meno. Le difese non staranno a guardare, ovvio, ma il loro lavoro sarà complicatissimo, dovendo fronteggiare, da ambo le parti, reparti offensivi ricchissimi di talento e di versatilità.
L’attacco dei Falcons schiera attorno a Ryan un pacchetto di giocatori che in questa stagione hanno tutti raggiunto i loro picchi massimi, Julio Jones in testa. Quello che è ormai universalmente riconosciuto come il miglior ricevitore della NFL ha ricevuto 1.409 yard in stagione regolare e 180 con 2 td contro Green Bay nella Conference Final. Ma non c’è solo la freccia Jones nell’arco di Ryan: i Falcons hanno infatti vinto sei volte su sette anche quando la loro stella ha ricevuto meno di 70 yard. Questo grazie agli altri talentuosissimi ricevitori, Gabriel e Sanu sr., e alla splendida versatilità dei due running back, Devonta Freeman e Tevin Coleman, entrambi molto efficienti sia con la palla in mano (Freeman ha corso più di mille yard in regular season) che come ricevitori fuori dallo slot (Coleman ha 85 ricezioni). Lavoro improbo, quindi, per le secondarie dei Patriots, che dovranno far bene le loro scelte di raddoppio perché marcare tutti uno a uno sarebbe un suicidio. Dall’altra parte Mike Shanahan, offensive coordinator dei Falcons premiato come miglior assistant coach dell’anno e in procinto di diventare capo allenatore dei 49ers (volesse il cielo…), dovrà pianificare in modo oculato la sua gestione del pallone, evitando follie creative nell’esasperazione di sorprendere a tutti i costi la difesa di Belichick. Lo scontro chiave, snap dopo snap, sarà quello sulla linea di scrimmage: l’offensive line di Atlanta non ha l’esperienza dalla sua, ma è al completo, è fisicamente straripante e conosce a menadito i movimenti di Ryan. Ma la linea difensiva di New England, se non vuole essere fatta a pezzi, deve mettere pressione a Ryan.
Stesso discorso anche dall’altro lato del pallone. In questa stagione, iniziata in ritardo per la squalifica seguente al “Deflategate”, Tom Brady ha lanciato una media di 296.2 yard a partita, con 28 td e soli 2 intercetti; numeri mostruosi, che si ripeteranno puntualmente se potrà rimanere tranquillo nella sua tasca con i secondi necessari per lanciare. Stiamo davvero parlando di uno dei più grandi, se non il più grande, quarterback di tutti i tempi, quindi se lo lasciano giocare da fermo non c’è difesa o attacco avversario che possano stargli dietro. Di fronte avrà una linea difensiva molto giovane (Neau, Jones e Campbell sono tutti rookie), che avrà grosse difficoltà contro vecchi e navigati leoni come Solder e Cannon, tanto per citare i due tackle pluridecorati dei Patriots. Gli uomini chiave di questo duello, attacco Pats contro difesa Falcons, potrebbero essere Beasley e Freeney, gioventù esplosiva il primo (15.5 sack in stagione) ed esperienza il secondo (un anello già vinto dieci anni fa con i Colts). Da loro verranno i pericoli maggiori per Brady, e quindi il loro rendimento inciderà sui numeri di Brady, sulla produzione offensiva di New England e sul risultato tutto.
Stante l’infortunio di Gronkowski, il bersaglio preferito di Brady in questa stagione è stato Julian Edelman, inquadrato ben 159 volte dal suo qb, ma contro Pittsburgh l’eroe di giornata è stato Chris Hogan, specialista nelle ricezioni lunghe (media di 17.9 yard a presa, la più alta nella NFL). Questo spostamento di riflettori rientra perfettamente nel “Belichick-pensiero”, un coach che ama sorprendere gli avversari spostando l’attenzione su protagonisti inattesi dagli avversari. Stavolta potrebbe essere Floyd, ricevitore extra lusso arrivato a stagione in corso dopo il taglio da Arizona per motivi disciplinari, naturalmente ben spalleggiato, specie per i palloni che scottano, dalle mani affidabili di Edelman e Amendola, con Martellus Bennett a chiudere qualche down corto sfruttando il proprio peso specifico, decisamente superiore a quello degli altri tre. E poi ci sono le corse di Blount: quasi sicuramente non un fattore (in una partita così importante Brady terrà molti palloni), ma un asso importante da tenere ben coperto e magari calare sul tavolo a sorpresa.
Infine, come tradizione vuole, non ci sottraiamo al pronostico. Penso che la fame di vittoria e di rivincita (contro la NFL che lo ha squalificato) di Tom Brady possa spingere alla vittoria New England, che ha al contempo più esperienza di Atlanta nel gestire partite come questa, dove la palla pesa davvero. La difesa dei Pats subirà ugualmente parecchi punti, ma dovrebbe cavarsela comunque meno peggio di quella di Atlanta, che non credo riuscirà a mettere la pressione voluta su Brady e rischia quindi di incassarne una quarantina. Ryan farà il suo, ma non credo possa andare oltre la trentina di punti. Quindi New England campione 41-33.