PLAYOFF NHL ’25: A OVEST SI VA PER LE LUNGHE

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Grande equilibrio nella Western Conference, con tre serie su quattro ancora in parità, fa eccezione solo Dallas; situazione ben diversa a Est, dove Toronto, Florida, Washington e Carolina sono tutte sul 3-1, con la possibilità di chiudere già in gara 5.

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rande equilibrio nella Western Conference, con tre serie su quattro ancora in parità, fa eccezione solo Dallas; situazione ben diversa a Est, dove Toronto, Florida, Washington e Carolina sono tutte sul 3-1, con la possibilità di chiudere già in gara 5. Ecco il dettaglio di tutte le partite giocate negli ultimi tre giorni.

WESTERN CONFERENCE

Winnipeg jets – st. louis blues: 2-2 (5-3, 2-1, 2-7, 1-5)

Con due prestazioni sontuose, i Blues riaprono la serie, restituendo ai Jets il sapore amaro della doppia sconfitta. Gara 3 non ha storia: St. Louis passa in vantaggio già dopo 48 secondi di gioco con Buchnevich e alla prima sirena è già sul 3-0. Binnington tiene saldo il fortino nel secondo periodo, mentre nel terzo i suoi compagni dilagano segnando altre quattro reti (da evidenziare l’hattrick di Buchnevich) e ai Jets non restano che i due gol della bandiera.
Gara 4 è molto più equilibrata, almeno per i primi due terzi di partita. Inizio scoppiettante con occasioni da ambo le parti su cui si esaltano i due portieri, Binnington e Hellebuyck, poi la sbloccano i Jets a 6′ dalla prima sirena con Connor in mischia. Il vantaggio dei canadesi non dura però fino al riposo, visto che a 22″ dalla fine Neighbours trova una deviazione sottoporta che spiazza Hellebuyck. In apertura di secondo periodo è Binnington a tenere i suoi in linea di galleggiamento, ma sono i suoi ultimi interventi, perché da lì in poi St. Louis dilaga, segnando tre reti nella frazione (Tucker, Schenn e un’autorete) e fissando poi il 5-1 con Thomas dopo due minuti dell’ultimo periodo. Ora si torna a Winnipeg per gara 5, in programma il 30.

dallas stars – colorado avalanche: 3-2 (1-5, 4-3 (OT), 2-1 (OT), 0-4, 6-2)

Tre match da raccontarvi in questa serie, venuta via da Dallas sull’1-1 dopo i primi due match. Gara 3, la prima giocata in Colorado, è povera di gol ma ricchissima di emozioni, con Blackwood ed Oettinger, i due portieri, protagonisti assoluti. Il vantaggio di casa arriva dopo 8’09” del primo periodo con Nychushkin, protagonista di una bella azione personale su cui però la difesa texana pecca in comunicazione. Gli Stars reagiscono subito, ma vengono sempre respinti da Blackwood. Nel secondo parziale è invece Oettinger a salvare ripetutamente i suoi con alcune parate strepitose, l’ultima delle quali, a 45″ dalla seconda sirena, innesca un ribaltamento fulmineo di Dallas, che però si stampa sul palo. Nel terzo parziale, dopo 9’28”, arriva in power play il pari degli Stars, firmato da Jamie Benn con una deviazione volante da vero campione. Nel finale regolamentare e nei primi 3’17” di overtime gli Avalanche hanno l’occasione di sferrare il colpo del ko con 4 minuti di superiorità numerica, ma Oettinger e i suoi resistono stoicamente all’assedio, anzi rischiano di chiuderla in shorthanded con Blackwell, ben fermato da Blackwood. Dallas porta quindi a termine senza danni il suo penalty killing e subito dopo, a 5’31”, si vendica con ferocia, costruendo una perfetta azione corale con Rantanen e Marchment, conclusa in rete da Seguin per il 2-1 finale.
Su gara 4 c’è poco da dire, visto il 4-0 finale. Gli Stars sono realmente pericolosi solo in avvio, quando Blackwood si supera in almeno tre occasioni nei primi 6′. A 7’21” dalla prima sirena, gli Avalanche la sbloccano con O’Connor in shorthanded, bravo a sfruttare un turnover difensivo in fase di impostazione. Da lì in poi Colorado prende le redini del match e non le molla più: raddoppio di MacKinnon con un pregevolissimo onetimer in power play a 23″ dal primo intervallo, poi il 3-0 arriva con 6’50” da giocare nel secondo periodo (bella percussione di Nelson che scarica su Landeskog che insacca facilmente) ed infine il 4-0 nel terzo periodo, a firma Gerard, a 9’14” dalla fine.
Per gara 5 la serie torna a Dallas, e i padroni di casa tornano a fare la voce grossa, forse come non mai in questa lunga sfida con Colorado. Gli Stars sono già, incredibilmente, in vantaggio dopo 9″, per un’incomprensione tra Blackwood e i suoi difensori sul primo disco della partita. Nel finale del primo parziale arriva il raddoppio dei padroni di casa, aiutati da un’autorete sfortunatissima di Blackwood, con il puck appena parato che si impenna, esce dal suo campo visivo e gli ricade giusto sulla nuca, finendo in rete. Dopo soli 72″ del secondo periodo arriva il 3-0 Dallas, firmato da Rantanen al culmine di un perfetto contropiede, e la partita si sgonfia. Gli Avalanche provato a rientrare con le reti di Lehkonen e MacKinnon per il 3-2, ma altre due reti degli Stars nel finale di parziale rimettono le distanze. Terzo periodo con poco ritmo da entrambe le parti, a 2’05” dalla fine arriva solo il 6-2 in empty net di Hintz. Per gara 6 appuntamento il 1° di maggio in Colorado.

vegas golden knights – minnesota wild: 2-2 (4-2, 2-5, 2-5, 4-3 (OT))

Serie tra le più equilibrate, cui va il merito di averci regalato una splendida gara 4. Ma andiamo con ordine, partendo da una gara 3 su cui comunque non c’è molto da dire: Wild padroni del ghiaccio fin dall’inizio, che la sbloccano dopo 3’13” con Kaprizov in power play e raddoppiano dopo 6’51” con Rossi, lesto ad approfittare di un turnover difensivo di Vegas. Gli ospiti dimezzano lo svantaggio dopo pochi minuti con Petrangelo, peraltro aiutato da un errore del portiere Gustavsson, ma è l’unico sussulto di una serata no, soprattutto della difesa. Nel secondo periodo Minnesota segna due reti, prima con Boldy, che approfitta di un altro brutto disco perso dalla difesa, e poi ancora con Kaprizov in power play. Sul 4-1 la partita si spegne: nel terzo periodo gli Wild si distraggono concedendo un gol in shorthanded a Smith, ma fissano il 5-2 con Foligno in empty net a 1’33” dalla sirena.
Di tutt’altro tenore gara 4, vinta in trasferta dai Golden Knights con Adin Hill, il loro portiere, sugli scudi. Primo periodo in parità, con le reti di Theodore per Vegas (in power play) e Rossi, ancora tra i migliori dei suoi. Nella seconda frazione ancora molta lotta, ma gli Wild piazzano la zampata vincente con Foligno, lesto a raccogliere un rebound per il 2-1. Terzo periodo bellissimo, con Vegas che dapprima pareggia dopo 4’50” (Roy, ancora in power play, che raccoglie un disco parato da Gustavsson) e poi, a metà tempo, passa addirittura a condurre, grazie a Hertl. Il vantaggio ospite, però, non dura neppure un minuto: Spurgeon ruba il disco, si avventa verso la gabbia girandovi dietro e spiazzando così Hill. Sul 3-3 gli ultimi minuti sono palpitanti: Hill è strepitoso nel fermare Trenin lanciato in breakaway, poi è Gustavsson a evitare la rete della sconfitta agli Wild. È overtime: Minnesota grida al gol dopo 8’09”, ma Hill è ancora una volta eccezionale, bloccando con la schiena il puck proprio sulla riga. Il colpo decisivo lo mettono a segno i Golden Knights, che a 2’34” dalla fine del primo supplementare trovano il gol con Barbashev, su una mischia nata dopo un turnover in uscita della difesa di casa. Ora la serie torna nel Nevada, per gara 5 in programma stanotte.

los angeles kings – edmonton oilers: 2-2 (6-5, 6-2, 4-7, 3-4 (OT))

Serie apertissima, a dispetto delle follie degli Oilers che, novelli “Penelope” del ghiaccio, fanno e disfano tutto e il contrario di tutto. I Kings, da parte loro, sono ben consci del tipo di avversario che hanno di fronte, e cercano di approfittare il più possibile dei loro cali di tensione. Dopo la rocambolesca vittoria dei californiani in gara 1, il loro bis in gara 2 è meno palpitante ma non certo tranquillo: in vantaggio 3-1 alla fine del secondo periodo (reti di Clarke, Byfield e Kuzmenko, poi Draisaitl), dopo 4’05” del terzo periodo i Kings incassano il 3-2 con un tiro dalla lunga distanzia deviato da Arvidsson. A quel punto gli Oilers si accendono, prendono a macinare gioco offensivo e il pareggio pare pressoché certo, se non fosse che la loro difesa si macchia dell’ennesimo, orrendo turnover difensivo, che serve a Kempe la rete del 4-2. Lì Edmonton si sgonfia e la partita si spegne; arriveranno altre due reti dei Kings, del tutto ininfluenti.
Sotto 0-2 nella serie, gara 3 è ovviamente un crocevia imprescindibile per gli Oilers, che la spuntano solo grazie a un clamoroso terzo periodo da tre gol a zero, dopo essere andati al secondo riposo sotto 3-4. Avanti 2-1 alla prima sirena (Nugent-Hopkins su assist no-look di Hyman, poi Bouchard in power play e Kempe), Edmonton soffre troppo il penalty killing nel secondo periodo; i Kings sfruttano al meglio ogni superiorità numerica, pareggiando con Fiala e passando a condurre con Doughty. A 2’41” dalla seconda sirena Edmonton agguanta il 3-3 con Brow su assist stupendo di Kane, ma dopo soli 9″ Walman si addormenta in difesa, spalancando la via del gol a Moore, che sigla il 3-4. Il terzo periodo inizia su ritmi frenetici, ma Edmonton fatica a costruire occasioni nitide. A 6’40” dalla fine arriva la svolta: una zampata in mischia di Kane segna il 4-4 e dopo 8″ ci pensa Bouchard a firmare il 5-4. I Kings non ne hanno più, mollano e gli Oilers straripano, segnando altre due reti in empty net con McDavid e Brown per il 7-4 finale.
E veniamo all’ancora più emozionante gara 4, in cui una volta di più gli Oilers fanno vedere di cosa sono capaci, nel bene e nel male. Per i primi due tempi c’è solo una squadra in campo, quella californiana, che prende due pali, segna tre reti (Moore, Foegele e Fiala, le ultime due entrambe su errori della difesa in uscita) e almeno altrettante se le vede negare dal portiere di casa Pickard. Edmonton ci mette una pezza col veterano Perry, ma l’aria è pesante nel Rogers Palace: il pubblico rumoreggia, persino capitan McDavid scuote ripetutamente la testa, in panchina, con aria scoraggiata e nervosa. Ma c’è ancora un ultimo periodo da giocare e finché c’è tempo c’è speranza, per questa splendida, folle macchina da hockey che è Edmonton: si riparte e di colpo il vento è cambiato. Kuemper tiene a galla i Kings con un paio di grandi interventi, ma stasera gli Oilers sono anche fortunati: 2-3 con autorete di Doughty e 3-3 (con soli 28″ ancora da giocare!) di Bouchard con un tiro disperato dalla lunga distanza che si infila miracolosamente tra una selva di gambe, pattini e bastoni, fino a insaccarsi. All’overtime si capisce subito che la luce di Edmonton non si è ancora spenta: i padroni di casa dominano, Kuemper salva i Kings dopo 5′ e quasi gli riesce nuovamente a 1’42” dalla fine del primo supplementare, quando argina il power play. Il puck appena parato in tuffo dal portiere di L.A. finisce però a Draisaitl, che non può sbagliare e regala ai suoi una notte memorabile. Si torna in California, stanotte, per gara 5.

Serie apertissima, a dispetto delle follie degli Oilers che, novelli “Penelope” del ghiaccio, fanno e disfano tutto e il contrario di tutto.

EASTERN CONFERENCE

toronto MAPLE LEAFS – OTTAWA SENATORS: 3-1 (6-2, 3-2 (OT), 3-2 (OT), 3-4 (OT))

I Maple Leafs avrebbero già potuto chiudere questa serie in gara 4, dove hanno sprecato un doppio power play nei supplementari, ma non hanno colto il momento e ora dovranno giocarsi bene il match ball di stanotte alla Scotiabank Arena. Il fatto che tre partite su quattro siano andate all’overtime la dice lunga sull’equilibrio regnante sul ghiaccio, tra due squadre che stanno scrivendo un nuovo, brillante capitolo della loro storica rivalità. Gara 3 è una partita molto chiusa, dove entrambe pensano più a picchiare che a costruire gioco; la situazione si sblocca in apertura di secondo periodo, quando Ottawa passa con Tkachuk, che sfrutta un doppio power play. Passano 8′ e arriva l’1-1 di Toronto, sempre in power play, firmato in mischia da Matthews. Il capitano dei Maple Leafs segna ancora dopo 32″ del terzo periodo, ma gli risponde con un’altra doppietta Tkachuk, che rimanda tutto all’overtime. Il supplementare ha però vita breve, solo 79″ per l’esattezza, visto che Benoit infila il disco vincente con un tiro dalla lunga distanza che regala ai suoi il 3-0 nella serie.
In gara 4, con l’acqua alla gola, Ottawa mostra di avere anche spessore morale, oltre che tecnico: domina gran parte del primo periodo volando sul 2-0 (Stutzle con una meraviglia di onetimer e Pinto in shorthanded), mentre Toronto deve accontentarsi di metterci una pezza con Tavares a 54″ dal primo riposo. Il 2-2 degli ospiti arriva a metà del secondo periodo, con un breakaway vincente di Kines, ma dopo 7’32” dell’ultimo parziale Ottawa ripassa a condurre, grazie a Perron. Toronto però si butta avanti con orgoglio e in 2′ agguanta il 3-3 con un tiro al volo da manuela di Ekman-Larsson; si va ancora una volta, la terza di fila, all’overtime. In apertura Toronto ha l’occasione per chiudere i giochi, ovvero 4′ di superiorità numerica, ma la spreca per troppa sufficienza e, come spesso avviene nello sport, finisce per restare a mani vuote: a 2’18” dalla fine del primo supplementare i Senators trovano la rete della vittoria, con un tiro un po’ casuale dalla lunghissima distanza di Sanderson, che si insacca e rimanda tutto a stanotte, in gara 5, nuovamente a Toronto.

TAMPA BAY LIGHTNING – FLORIDA PANTHERS: 1-3 (2-6, 0-2, 5-1, 2-4)

Fin qui troppo a corrente alternata i Lightning, passateci la battuta, per impensierire seriamente i campioni in carica. Dopo la dura sconfitta interna in gara 1, i ragazzi di Jon Cooper cedono anche gara 2 davanti al loro pubblico, prendendo un gol dopo 4’15” del primo periodo e non riuscendo più a recuperarlo, anche per “colpa” di alcuni interventi strepitosi di Bobrovsky. Nel terzo periodo Tampa esce senza danni da 4′ di penalty killing, sembra il preludio al pari ma nulla di tutto ciò; i Panthers chiudono senza particolari problemi e anzi raddoppiano, a 2″ dalla fine, con la rete in empty net di Bennett.
Per gara 3 la serie si sposta in Florida, ma stravolta il palcoscenico è tutto dei Lightning, che vanno sotto dopo 2’43” (Tkachuk su turnover difensivo in uscita) ma che da lì in poi segneranno cinque reti senza subirne altre, più un palo e svariati miracoli di Bobrovsky.
In gara 4 Tampa ha assaporato il colpaccio fino a 3’47” dalla fine, visto il vantaggio di 1-2 per gli ospiti dopo le reti Lundell, per Florida, e il micidiale uno-due in 11″ di Chaffee e Cernak. I Lightning sono però crollati proprio sul rettilineo finale, subendo, incredibile a dirsi, le reti del pareggio e del controsorpasso ancora a distanza di 11″! A 3’47” dalla fine, infatti, arriva il 2-2 di Ekblad (cui era stato annullato un gol per fuorigioco pochi minuti prima) e a -3’36” il 3-2 di Jones. Infine, a 1’40” dalla sirena, il 4-2 fissato da Verhaege in empty net. Gara 5 in programma domani a Tampa.

WASHINGTON CAPITALS – MONTREAL CANADIENS: 3-1 (3-2 (OT), 3-1, 3-6, 5-2)

Washington si distrae per un periodo, il terzo di gara 3, e solo per questo tiene viva una serie altrimenti già conclusa, vista la differenza vista sul ghiaccio nelle altre frazioni di partita. I Canadiens sono certamente la squadra del futuro, ma oggi non hanno lo spessore e la scaltrezza per contenere i tanti “vecchi leoni” che giocano intorno a Ovechkin.
In gara 2 sono i Canadiens a segnare per primi, in apertura di secondo periodo, con Anderson, ma bastano 3′ a Washington per ribaltarla. Nel terzo periodo Montreal mette spesso alle corde gli ospiti, ma è Thompson a erigere un muro davanti alla sua porta, resistendo fino alla rete in empty net di McMichael che fissa il 3-1 finale.
Prestazione ancor più generosa, quella dei Canadiens, in gara 3, la prima davanti al loro pubblico. Vanno sotto dopo 3’20” col solito McMichael, si scontrano sempre contro un super Thompson, ma alla fine rompono il ghiaccio: pari di Carrier e vantaggio dopo 8’37” del secondo periodo con Suzuki in power play. A metà tempo i Capitals trovano il 2-2 con Chychrun, ma a 8″ dalla seconda sirena perdono un disco fatale in difesa, che Caufield trasforma immediatamente nella rete del vantaggio canadese. In apertura di terzo periodo arriva il pari di Ovechkin, ma da lì in poi lo sprint è tutto dei Canadiens, che segnano tre reti di fila (Gallagher, Slafkovsky e Newhook) e chiudono il match.
Anche in gara 4 Montreal combatte col coltello tra i denti, ma stavolta, quello stesso sprint finale che li aveva promossi vincitori di gara 3, li condanna alla sconfitta. I Canadiens, infatti, arrivano in vantaggio 2-1 al secondo intervallo, ma nel parziale decisivo devono incassare ben quattro reti da Washington, che guadagna così il primo match ball per chiudere la serie, il 30 nella Capitale.

CAROLINA HURRICANES – NEW JERSEY DEVILS: 3-1 (4-1, 3-1, 2-3 (OT2), 5-2)

Pur essendo a un passo dall’eliminazione, i Devils stanno meritando un plauso per la grinta messa sul ghiaccio, la voglia di lottare su ogni disco, ma lo spessore, tecnico e tattico, degli Hurricanes è di un altro livello, vista anche la differenza di età, e quindi di maturità, a loro favore. Dopo la doppia sconfitta incassata in trasferta, i Devils si presentano in gara 3 con una gran voglia di rivincita, e la trovano, grazie soprattutto al loro marchio di fabbrica: il pressing incessante. Il vantaggio arriva, meritatamente, a 3’49” dalla prima sirena con Hischier, che conclude in rete una splendida verticalizzazione dei compagni; per il raddoppio bisogna attendere l’inizio del terzo periodo, con Mercer in mischia. A quel punto i Devils commettono l’errore di considerare già chiusa la pratica, abbassano il ritmo e consentono agli Hurricanes di rientrare nel match. Il pareggio arriva nell’arco di un minuto e mezzo: dopo 6’11” Carolina accorcia le distanze con Jarvis, che chiude uno splendido “dai e vai” con Aho, e dopo 7’40” è proprio Sebastian Aho a centrare il 2-2 in power play. I Devils sfiorano perfino la beffa, ma li salva un prodigioso intervento di Markstrom a 23″ dalla fine. In overtime, però, New Jersey prende nuovamente il sopravvento, e se nel primo supplementare è Andersen a tenere a galla i suoi con almeno cinque parate decisive, nulla può il portiere degli Hurricanes dopo 2’36” del secondo overtime, quando Nemec si invola in un’azione personale di alta scuola, con dribbling e tiro secco che chiude il match.
In gara 4 gli Hurricanes riescono a imporre da subito il loro ritmo alla gara, meno caoticamente asfissiante di quello dei Devils ma fatto di accelerazioni improvvise, e i risultati si vedono subito: nel primo periodo arrivano due reti (Svechnikov e Slavin da angolo impossibile) e una traversa. Dopo soli 42″ del secondo parziale arriva lo 0-3 per gli ospiti, ancora con Svechnikov in power play. Qui i Devils hanno una bella reazione d’orgoglio: colgono l’1-3 con Hischier e perfino il 2-3, grazie a una giocata pazzesca di Timo Meier, che scaglia il puck in rete dopo un 360° alla balaustra. I Devils partono a tutto gas anche nel terzo periodo, ma un errore in rilancio del loro portiere, Markstrom, dopo 5’46”, li condanna a subire il 2-4 da Martinook, classico episodio “tagliagambe”. Gli Hurricanes tornano saldamente in controllo della partita, e arrotondano anche il punteggio a 3’17” dalla fine con al rete in empty net di Svechnikov, che firma così il suo prestigioso hattrick personale. Stanotte primo match ball per Carolina, che può chiudere la serie in gara 5 davanti ai propri tifosi.

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Gianluca Puzzo

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