Atlanta domina gara 6 a Houston, vincendo 7-0 il match che le riconsegna il titolo per la prima volta dal 1995. MVP il cubano Soler, già campione con i Cubs nel 2016, che batte ancora un altro fuoricampo.

Tutta l’attesa maturata per una gara 6 sulla carta scoppiettante è durata solo lo spazio di tre inning, cioè fino al fuoricampo da 3 punti di Jorge Soler (alla fine premiato come MVP della finale) che ha dato il via alla fuga solitaria degli Atlanta Braves, mai in difficoltà fino al 7-0 conclusivo. La sesta partita è diventata rapidamente la più noiosa della serie, visto che ai 7 punti segnati dagli ospiti ha fatto da contraltare l’ennesima prova molto deludente dell’attacco di Houston, mortificato con uno shootout e capace di toccare la terza base solo una volta, con Altuve al primo inning. Neppure il calore del tifo casalingo è bastato a scuotere il lineup di Dusty Baker, che dopo il risveglio in gara 5 aveva riconfermato i cambi fatti ad Atlanta, ma stavolta non ha funzionato davvero nulla in casa texana. Un dato solo su tutti: i cinque battitori dal quinto al nono spot hanno chiuso il match con un poco onorevole record di 1/16. Ottimo complice di questa debacle offensiva è stato naturalmente il partente di Atlanta, Max Fried, che dopo i 6 punti in 6 inning concessi in gara 2, ha cambiato piano tattico, puntando molto di più sui lanci veloci che su quelli off-speed; la sterzata ha funzionato più che bene, regalando a Fried 6 inning senza punti né walk, con solo 4 valide e ben 6 strikeout.
Grazie all’ottima partita di Fried, Snitker ha potuto affidarsi ai suoi due migliori rilievi per chiudere senza patemi il match, con due riprese sontuose di Matzek (4 k su 7 battitori affrontati) e quella conclusiva del closer mancino Will Smith, che dopo il leadoff single di Brantley non ha concesso più nulla.
Ben diversa la situazione sul mound degli Astros, con Baker che ha utilizzato ben otto lanciatori, riuscendo a trovare un po’ di tranquillità solo in Maton, Pressly e Garcia jr.; ancora una volta naufragato il partente (Garcia sr.), a conferma che, una volta tanto, tutte le perplessità della vigilia sulla starting rotation erano più che fondate. È certamente vero che, con Verlander sano e Greinke a pieno servizio, la musica sarebbe stata diversa, ma per onestà bisogna anche ricordare che i Braves sono stati funestati da altrettanti infortuni a giocatori importanti, a cominciare con Acuna giù giù fino a Charlie Morton con un perone fratturato in gara 1 di queste World Series. In sede di pronostico avevamo scommesso su Houston perché con più esperienza a questi livelli e con più “nomi”, ma in realtà in finale abbiamo visto una squadra svuotata, con alcuni giocatori forse non più abbastanza giovani per caricarsi con continuità la squadra sulle spalle ogni sera. I Braves hanno avuto più voglia, più rabbia, e pur con una difesa da rivedere hanno riportato meritatamente il titolo MLB in Georgia dopo 26 anni. Quelli del 2021 non sono una squadra leggendaria come quelli del ’95, ma Snitker e i suoi sono stati bravissimi a dare il meglio nei momenti chiave dopo mesi di alti e bassi.