I famigerati imbroglioni del baseball

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Pineda_postDopo il recente caso di Michael Pineda, il pitcher dei New York Yankees espulso e squalificato a causa della resina di pino che teneva nascosta dietro il collo (vedi foto) per migliorare il controllo dei suoi lanci, vi raccontiamo altri tre casi simili che hanno segnato la storia più recente del baseball. Tre flash che legano tre grandi giocatori, certamente più grandi di Pineda, colti “con le mani nella marmellata”, come si suol dire.

1. George Brett
Il 24 luglio 1983 George Brett, campione dei Kansas City Royals, colpisce un fuoricampo da due punti all’ultimo inning contro Goose Gossage, pitcher degli Yankees, regalando alla sua squadra la vittoria per 5-4. Mentre Brett compie il trionfale giro delle basi, però, il manager di New York, Billy Martin, chiede all’arbitro di misurare la quantità di resina di pino presente sulla mazza del battitore: la regola, infatti, concede la presenza di tale sostanza entro 18 inches dall’impugnatura, al solo scopo di migliorare la presa delle mani del battitore sul legno. Gli arbitri effettuano la misurazione e scoprono che sulla mazza di Brett la resina è stata spalmata per almeno 24 inches. L’arbitro di casa base, Tim McClelland, dichiara quindi Brett eliminato e, con lui, la fine della partita in favore degli Yankees. Nella confusione che ne segue Kansas City ottiene però la revisione della decisione: il match riprenderà e finirà ugualmente con la vittoria dei Royals.

2. Gaylord Perry
Malgrado sia un membro della Hall of Fame, Gaylord Perry deve parte della sua fama alle voci sull’uso di strane sostanze durante la fase di lancio che ne hanno accompagnato la carriera. Famoso per una “spit-ball” difficilissima da affrontare per i battitori avversari, Perry aggiungeva alle sue già notevoli qualità naturali anche qualche aiuto esterno, come ad esempio la vasellina, che rendeva la palla davvero impossibile da battere. A dispetto di tutte queste voci, però, Perry venne espulso solo in un’occasione, il 23 agosto 1982, quando l’arbitro lo colse in flagrante nell’atto di manipolare la palla.

3. Sammy Sosa
Il 4 giugno 2003 Sammy Sosa, fenomenale battitore dominicano dei Chicago Cubs, rompe la mazza colpendo una palla al primo inning contro Tampa Bay. Gli arbitri, osservando i due pezzi della mazza spezzata, notano la presenza di sughero al suo interno, una pratica scorretta con cui si scava l’interno della mazza, eliminando parte del legno e sostituendolo con un materiale più leggero (molto spesso il sughero, appunto) per alleggerirla e quindi facilitarne la rotazione. Sosa viene subito espulso e successivamente squalificato per 7 partite: si difenderà sostenendo di aver preso per sbaglio una mazza da allenamento e le indagini sembreranno dargli ragione. Le sue 76 mazze verificate risulteranno infatti tutte perfettamente regolari.

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Vincent jr Solano

Un commento

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  • Irregolarità che fanno quasi sorridere rispetto a quanto accade in altri sport (il ciclismo, per esempio). Sorprende, invece, la rapidità delle pene commutate, ma stiamo parlando di un paese diverso dal nostro. Ciao e grazie.

Vincent jr Solano

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