
A Ovest Winnipeg è già sul 2-0 contro St. Louis, Dallas 1-1 dopo il successo in overtime su Colorado in gara 2 dopo una disastrosa gara 1, anche Vegas pari contro Minnesota mentre L.A. esce vincitrice dal rodeo di gara 1 contro Edmonton. A Est, Toronto e Carolina avanti 2-0 su Ottawa e New Jersey, mentre Florida domina gara 1 a Tampa e Washington la spunta solo al supplementare contro Montreal.
Sette serie su otto sono già scattate, all’appello manca solo la più attesa, Tampa contro Florida, partita stanotte. A Ovest Winnipeg è già sul 2-0 contro St. Louis, Dallas 1-1 dopo il successo in overtime su Colorado in gara 2 dopo una disastrosa gara 1, Vegas 1-0 su Minnesota così come L.A., uscita vincitrice dal rodeo di gara 1 contro Edmonton. A Est, Toronto e Carolina dominano in gara 1 rispettivamente Ottawa e New Jersey, mentre Washington la spunta solo al supplementare contro Montreal.
WESTERN CONFERENCE
Winnipeg jets – st. louis blues: 2-0 (5-3, 2-1)
Nel duello tra portieri superstar la spunta, per il momento, quello di Winnipeg, Connor Hellebuyck, che conduce i suoi a una doppia vittoria casalinga che ipoteca pesantemente la serie. St. Louis non demerita, ma alla fine la maggior profondità nei ruoli dei Jets fa la differenza. In gara 1 sono i Blues a segnare per primi dopo una lunga fase di studio, con Thomas in power play quasi a metà del primo periodo. Da lì partono i fuochi d’artificio, con i Jets che pareggiano, sempre in superiorità numerica, con Scheifele e poi vanno sul 2-1 con la deviazione sottoporta di Barron. A 1’50” dalla prima sirena arriva però il 2-2, con Sundqvist su rebound. Il secondo periodo è quello più critico per Winnipeg, che incassa il sorpasso degli ospiti dopo solo 1’13”, con Kyrou che dalla media infila il disco nel sette in power play. Negli ultimi minuti del periodo è il portierone dei Jets a salvare ripetutamente i suoi, lasciando il match ancora aperto. E infatti nel terzo periodo il vento cambia e i Jets dominano: Binnington salva St. Louis nei primi minuti, poi è costretto a capitolare: 3-3 di Iafallo, 4-3 di Connor su one-timer da manuale ed infine 5-3 in empty net firmato da Lowry.
Gara 2 è invece molto più “chiusa”, con i due portieri ancora sugli scudi: i minuti iniziali sono tutti dei Blues, contenuti dal solito super Hellebuyck, poi è Binnington a salvare due volte i suoi, prima su power play poi con un tuffo sensazionale. Nel finale di periodo si sblocca il punteggio: i Jets passano con Scheifele a 3’28” dalla prima sirena, ma devono incassare il pari a 8 decimi dal riposo per la rete in power play di Snuggerud. Il secondo periodo è a reti bianche ma non per questo meno combattuto; il gioco viene anche sospeso per diversi minuti per uno scontro violentissimo sotto porta tra Scheifele e Binnington, fortunatamente senza conseguenze per entrambi. La rete della vittoria Winnipeg la sigla in apertura di terzo periodo, dopo 1’43”, con Connor lestissimo sotto porta; da lì in poi ci penserà Hellebuyck a mettere in ghiaccio il risultato. Gara 3 a St. Louis il 24.
dallas stars – colorado avalanche: 1-1 (1-5, 4-3 (OT))
Gara 1 è un monologo degli Avalanche dall’inizio alla fine, troppo brutti gli Stars per essere veri: nel primo terzo di partita è solo Oettinger a tenere a galla i texani, che hanno una fiammata a metà tempo con un power play, ma troppo poco per meritare il vantaggio. Da metà del secondo periodo gli Avalanche dilagano: la sbloccano con una carambola fortunata di Lehkonen, che cadendo calcia in rete il puck, e raddoppiano con un’autorete in power play su tiro di MacKinnon. Dopo 6’45” del terzo gli Stars vanno sull’1-2 con un tiro dalla lunga deviato da Hintz in power play, ma negli ultimi 7′ incassano ben tre reti (Toews, MacKinnon e Coyle).
Di tutt’altro livello gara 2, in cui Colorado si è vista passare davanti l’opportunità del bis ma che poi gli Stars hanno strappato in overtime con un orgoglio infinito. I primi minuti sono tutti degli ospiti, che passano in power play col solito MacKinnon dopo che Oettinger aveva negato loro il gol con almeno un paio d’interventi d’alta scuola. Bisogna attendere la fine del primo periodo per vedere la qualità degli uomini in maglia verde: a 53″ dalla prima sirena, Seguin conclude in rete con uno splendido one-timer un’azione meravigliosa orchestrata da Benn e Marchment. Dallas è rinfrancata e, dopo 3’40” del secondo periodo, passa a condurre per la prima volta nella serie, con una rete di Harley dalla media distanza. Gli Avalanche non ci stanno e la partita diventa appassionante: dopo un solo minuto Drury segna il 2-2 spingendo in rete un assist di O’Connor, che mette a sedere mezza difesa con uno strabiliante cambio di direzione, poi, a soli 32″ dal secondo intervallo, Colorado torna in vantaggio grazie a un rimpallo fortunato di O’Connor sottoporta. Gli Stars, però, sono più che vivi stavolta, e nel terzo periodo si gettano rabbiosamente in avanti, producendo diverse mischie furibonde davanti a Blackwood: è proprio da una di queste, poco dopo metà tempo, che scaturisce il 3-3 firmato Dadonov. Si va all’overtime, in cui Dallas mostra subito di avere più benzina in corpo: dopo 2′ Blackwood è strepitoso su Marchment, ma dopo soli 15″ deve arrendersi al riflesso di Blackwell su rebound. Serie in parità che si sposta in Colorado, dal 23.
vegas golden knights – minnesota wild: 1-1 (4-2, 2-5)
Gara 1, dopo i primi 10′ di grande equilibrio, prende decisamente la strada di Vegas dal secondo periodo in poi. Il primo si chiude sull’1-1 per le reti (bellissime) di Hertl e Boldy, ma dalla seconda frazione Minnesota scompare dal ghiaccio, schiacciata dal ritmo vertiginoso dei padroni di casa, che tornano in vantaggio con Dorofeyev in power play nel secondo periodo per poi dilagare nel terzo, con doppiette di Howden e Boldy.
Il copione sembra ripetersi all’inizio di gara 2, con Vegas padrona del ghiaccio per i primi 5′. Minnesota però si sveglia all’improvviso dopo 6’30”, costringendo Hill a due interventi straordinari nell’arco di 8 secondi. È il prologo alle tre reti degli ospiti che arriveranno prima della sirena: Boldy su fulminea verticalizzazione in contropiede, Foligno su rebound e Zuccarello, lesto ad approfittare di un turnover difensivo. Un altro brutto disco perso dalla difesa di casa, dopo 4′ del secondo periodo, concede lo 0-4 agli Wild con Kaprizov; Hanifin e Hertl dimezzano lo svantaggio, ma la doppietta di Karpizov a porta vuota a 2’26” dalla fine fissa il 2-5 finale. Si riparte da Saint Paul, Minnesota, il 24.
los angeles kings – edmonton oilers: 1-0 (6-5)
Se il buongiorno si vede dal mattino, mettetevi comodi perché questa sarà una serie vietata ai deboli di cuore. Gara 1 è la sintesi, l’ennesima, della meravigliosa follia degli Oilers degli ultimi anni, quelli “griffati” Connor McDavid, capaci di alti e bassi tanto scintillanti quanto paurosi, nell’arco della stessa partita. Edmonton inizia il match in catalessi e i Kings straripano: due reti nel primo periodo (Kuzmenko e Byfield) e altre due (Kempe e Danault su orrendo turnover della difesa canadese) nel secondo lanciano i californiani su un 4-0 che sta loro perfino stretto. Partita chiusa, quindi? Ovviamente no, visto che sul ghiaccio ci sono gli Oilers. A 5″ dalla seconda sirena accade qualcosa di apparentemente secondario: Draisaitl segna l’1-4 con un tiro al volo d’alta scuola. In realtà, è il fulmine che preannuncia la tempesta, perché i primi 19′ dell’ultimo periodo si trasformano in un incubo per i Kings, semplicemente annichiliti dalla qualità del gioco degli Oilers. Dopo 2’19” segna Janmark (4-2), dopo 5′ i Kings sembrano mettere al sicuro il match sul 5-2 con Fiala che sfrutta la doppia superiorità numerica, ma dopo 7’43” il veterano Perry la riapre (5-3). Gli ultimi due minuti sono pazzeschi: prima arriva il 5-4 di Hyman in superiorità numerica per empty net, e dopo 38″ l’incredibile 5-5, un Botticelli su ghiaccio firmato da McDavid che dribbla mezza difesa dei Kings e deposita il puck alle spalle di Kuemper per il gol dell’anno. A quel punto a Edmonton basterebbe tenere la parità per 88 secondi per rifiatare e andare all’overtime, ma nossignori: i canadesi si buttano ancora avanti, convinti di poterla chiudere lì, ma a 41″ dalla fine si fanno trovare scoperti dal contropiede di Los Angeles e Danault segna la rete dell’incredibile 6-5 finale. E siamo solo all’inizio…
Gara 1 è la sintesi, l’ennesima, della meravigliosa follia degli Oilers degli ultimi anni, quelli “griffati” Connor McDavid, capaci di alti e bassi tanto scintillanti quanto paurosi, nell’arco della stessa partita.
EASTERN CONFERENCE
toronto MAPLE LEAFS – OTTAWA SENATORS: 2-0 (6-2, 3-2 (OT))
I Maple Leafs mettono a segno una doppietta casalinga che pare indirizzare nettamente la serie, anche in virtù della differenza tecnica vista in campo nei due match alla Scotiabank Arena. Gara 1 è un monologo quasi ininterrotto degli uomini in blu, che vanno alla prima sirena già in vantaggio 2-1 (Ekman-Larsson e Marner per Toronto, Batherson per Ottawa) per poi scappare via nel secondo periodo, grazie alle reti di Tavares e Nylander. Nell’ultimo terzo di gara, i Senators si avvicinano sul 4-2 dopo 4′ con Greig, ma capitolano definitivamente con i gol di Rielly e Knies.
Apparentemente stesso copione anche in gara 2, con i Leafs già avanti 2-0 dopo 8′, a segno con Rielly e un’autorete su tiro di Tavares in power play. Invece, dall’inizio del secondo periodo assistiamo a una bella reazione di Ottawa, che alza il ritmo e a 4’18” dalla seconda sirena accorcia le distanze con un altro autogol, su conclusione di Brady Tkachuk. I Senators guidano le danze anche nel terzo periodo, con Toronto forse troppo sicura di riuscire a tenere il vantaggio che si ritira progressivamente nel proprio terzo difensivo; inevitabile, a 5’13” dalla fine, il 2-2 degli ospiti, firmato da Gaudette con una deviazione sottoporta che mette fuori causa Stolarz. Arriva così l’overtime, in cui i Maple Leafs si ritrovano subito, partendo meglio fin dall’inizio e chiudendo meritatamente dopo 3’09” con la splendida azione personale di Domi, che brucia Ullmark e porta la serie sul 2-0. Si ripartirà il 24, dal Canadian Tire Centre di Ottawa.
TAMPA BAY LIGHTNING – FLORIDA PANTHERS: 0-1 (2-6)
La “battaglia della Florida” si apre con una “Caporetto” (tanto per restare in tema bellico) di Tampa Bay, che incassa una batosta casalinga clamorosa contro i campioni in carica. La partita vera dura lo spazio di un tempo, il primo, in cui alla rete d’apertura di Bennett per gli ospiti i Lightning rispondono subito con rabbia, impegnando diverse volte Bobrovsky prima di cogliere il meritato pari con Guentzel in power play. I Panthers tornano a condurre a 44″ dal primo riposo (Reinhart) e da lì in poi dilagheranno, segnando tre reti consecutive nel secondo periodo (Schmidt e doppietta di Tkachuk), con il solo 2-5 di Point in risposta. Terzo periodo in totale controllo degli ospiti, che anzi trovano il modo di arrotondare ulteriormente il punteggio con la doppietta personale di Schmidt. Si replica il 24, con Tampa già con l’obbligo di vincere.
WASHINGTON CAPITALS – MONTREAL CANADIENS: 1-0 (3-2 (OT))
I Capitals se la cavano con un overtime e un grosso spavento, uscendo comunque vincitori dalla gara 1 contro Montreal. Partita iniziata in discesa per Washington, padrona del ghiaccio nel primo periodo fino al meritato vantaggio in power play col solito Ovechkin a 1’26” dalla prima sirena. Nel secondo periodo i Canadiens iniziano ad affacciarsi dalle parti di Thompson, ma è sempre troppo poco per impaurire i Capitals, che anzi raddoppiano con Beauvillier su rebound dopo 12’09”. I colpi di scena arrivano tutti nel terzo periodo, quando tutti si aspettano i padroni di casa in controllo del match, ecco che Montreal getta il cuore oltre l’ostacolo, gettando sul ghiaccio il furore fin lì mancato: a 9’28” dalla fine Caufield dimezza lo svantaggio dei canadesi e a -4’15” Suzuki completa l’opera infilando Thompson nel traffico per il 2-2. E il portiere dei Capitals salva i suoi a 22″ dalla sirena, con una parata decisiva che da sola vale il match. Si arriva così all’overtime, in cui torna a dettare legge Alex Ovechkin, che dopo 2’26” sigla la sua doppietta personale e la rete della vittoria. Per gara 2 in campo stanotte.
CAROLINA HURRICANES – NEW JERSEY DEVILS: 2-0 (4-1, 3-1)
Gli Hurricanes guadagnano il doppio vantaggio nella serie, ma devono ringraziare soprattutto in gara 2 il loro portierone, Andersen, capace di contenere le rabbiose fiammate dei Devils, giovani e ancora inesperti a questi livelli, ma dotati di un pressing asfissiante. In gara 1 Carolina mette subito le cose in chiaro, dominando il primo periodo con una rete (Chatfield), un palo (Roslovic) e diversi interventi decisivi del portere di New Jersey, Markstrom. Anche il secondo periodo rispetta lo stesso copione: le verticalizzazioni degli Hurricanes si infilano come lame nel burro nella difesa troppo aperta dei Devils. Markstrom è ancora miracolo in un paio di occasioni, ma alla fine deve capitolare per due volte a Stankoven. Hishier riapre i giochi allo scadere del secondo periodo, ma nell’ultimo tempo Carolina non trema, e arrotonda anzi il punteggio con Svestnikov per il 4-1 finale.
Molto più palpitante gara 2 dove, come detto, l’eroe per Carolina sarà il suo portiere, Andersen, protagonista di una vera prestazione monstre. I Devils iniziano mostrando il loro marchio di fabbrica: un pressing forsennato, magari a tratti confusionario ma che comunque tende a schiacciare gli avversari. Bratt li porta meritatamente in vantaggio dopo 3’51”, ma nel finale di tempo, quando il ritmo fisiologicamente è costretto a calare, gli Hurricanes vengono fuori col loro maggior tasso tecnico, trovando però in Markstrom un ostacolo insuperabile. Il portiere ospite si esalta su Staal e Jarvis nella fine del primo periodo, ma deve capitolare dopo 3′ del secondo davanti a Gostisbehere e ancora, 3′ dopo, per un tiro capolavoro di Martinook dritto nel sette. I Devils reagiscono, riprendono a pressare dovunque, a colpire duro, e a scagliare una miriade di tiri verso i pali difesi da Andersen, che però sale in cattedra e reagisce da campione. Il portiere degli Hurricanes salva due volte il puck sulla riga, poi nel terzo periodo resiste a 2′ tremendi di power play, poi ancora si supera in due interventi decisivi a 7′ e 6′ minuti dalla fine. E alla fine giunge, come una liberazione per Carolina, la rete del 3-1 di Jarvis, in empty net a 36″ dalla sirena. Ma che fatica per gli Hurricanes.