Sono stati famosi: Benetton (1986-2001)

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Viaggio alla riscoperta di una parte dei team che nel recente passato si sono contraddistinti con risultati di rilievo come vittorie, podi o comunque piazzamenti lusinghieri, salutando infine la scena. Partiamo dalla Benetton prima scuderia a rappresentare un marchio non automobilistico in Formula 1, campione del mondo costruttori nel 1995.

Michael Schumacher campione del mondo con la B194 (1994).

L’affaccio al mondo della Formula 1 risale al 1983 come sponsor della Tyrrell 011 la quale ne esibiva in bella mostra i colori ed il marchio, successivamente dopo una serie di collaborazioni prese corpo la partnership alla Toleman, poi acquistata e rinominata Benetton Formula, avvenimento rivoluzionario poiché per la prima volta un marchio non prettamente automobilistico prese parte al campionato di Formula 1 mantenendo (almeno inizialmente) la licenza britannica.
Gli inizi furono rassicuranti, nel 1986 la B186 spinta dal motore Bmw e guidata da Fabi-Berger nonostante numerosi ritiri vinse nel Gran Premio del Messico concluse al sesto posto nella classifica costruttori, successivamente il passaggio ai motori Ford e progressivi investimenti, permisero al team di essere costantemente in lotta non solo per la zona punti.
Nel 1987 con i piloti Fabi-Boutsen è quinta tra i costruttori, poi nel 1988 addirittura terza ripetutamente sul podio con Boutsen e Nannini, quarta nel 1989 con Nannini-Herbert-Pirro, il livello si alzò l’anno successivo con l’ingaggio del tre volte campione del mondo Nelson Piquet vincitore delle ultime gare e poi costantemente in zona punti oltre a numerosi podi con Nannini e Moreno, quest’ultimo dalle ultime cinque gare del campionato 1990 sostituito dal giovane tedesco Michael Schumacher.
E’ il momento giusto per alzare l’asticella delle ambizioni e lottare stabilmente per la vittoria.
Nel 1992 Schumacher vinse in Portogallo andando sempre sul podio al netto dei ritiri, anche il compagno di squadra Brundle ottenne importanti risultati, poi nel campionato 1993 venne affiancato al promettente tedesco un pilota di comprovata esperienza come Riccardo Patrese e in quel biennio, il team concluse in terza posizione nella classifica costruttori.
L’ultimo passo resta quello di lottare per il campionato del mondo e nel 1994, Schumacher mandò un chiaro segnale vincendo sei delle prime sette gare, un bottino di punti che nonostante le successive squalifiche in alcuni appuntamenti e il

famoso contatto col rivale Damon Hill nell’ultima gara di Adelaide, gli permise di laurearsi per la prima volta campione del mondo.
La Benetton come costruttore concluse al secondo posto, perché al fianco del tedesco si alternarono ben tre piloti (Verstappen-Lehto-Herbert) il cui contributo in termini di risultati e punti, non permise al team di sopravanzare la Williams.
Nel 1995 la Benetton passò ai motori Renault affiancando a Schumacher, il pilota che l’anno precedente aveva disputato le ultime due gare (entrambe con ritiri): Johnny Herbert.
Schumacher bissò il titolo piloti, mentre gli ottimi del compagno di squadra contribuirono a vincere finalmente il campionato del mondo costruttori, è l’apice del team.
Successivamente iniziò un lento declino, perché i risultati comunque di prestigio restarono lontani dalla possibilità di lottare stabilmente per i titoli. Sul fronte dei piloti, Schumacher passò alla Ferrari che puntava su di lui per cancellare anni di insuccessi, mentre alla Benetton arrivarono proprio gli ex piloti in rosso: Jean Alesì e Gerhard Berger.
Dal 1996 e 1997 la Benetton si classificò più volte sul podio, vincendo una sola gara nel Gran Premio di Germania ’97, che complessivamente contribuirono in entrambe le stagioni al terzo posto tra i costruttori.
Nel successivo triennio spazio al talentuoso pilota italiano Fisichella affiancato da Wurz, ma le prestazioni delle B198, B199 e B2000 furono segnate da molti ritiri, spesso in zona punti ma i soli cinque podi in tre anni davano la misura del divario da McLaren e Ferrari in lotta per il titolo.
L’ultima comparsa nel 2001 anche se il team acquistato dalla Renault non cambiò denominazione, con Fisichella affiancato da Jenson Button, entrambi a punti una sola volta nel Gran Premio di Germania, e lo stesso pilota italiano una sola volta sul podio in Belgio.
In sintesi 260 gare, 27 vittorie, due titoli piloti e uno costruttori, un bilancio senz’altro positivo dovuto non solo alle capacità economiche ma anche alla gestione di Flavio Briatore, oltre ai progettisti come Rory Byrne e Ross Brawn.

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Andrea La Rosa

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