NFL week 2: molto rumore per (quasi) nulla

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NFLweek2_postLa seconda giornata della regular season NFL era carica di attese rivelatesi, in gran parte, vane alla prova dei fatti. I media statunitensi avevano dapprima pompato l’anticipo del giovedì tra New England Patriots e New York Jets come la sfida tra due generazioni di qb, Tom Brady da una parte e Geno Smith dall’altra, ma la realtà del campo (un campo zuppo di pioggia, va detto) ha confermato che i nipoti di Brady devono ancora farne di strada per poterlo impensierire. Il risultato di 13-10 è bruciante per i Jets i quali, complice la giornata tutto sommato mediocre del loro principale avversario, hanno avuto diverse occasioni per rientrare in partita, sprecandole tutte con puntuale autolesionismo. Non è tutta colpa di Smith, è chiaro, ma nei momenti chiave della gara è stato davvero mediocre, e se il colpaccio non riesce contro un Brady così sottotono…

Altro tormentone della settimana era la terza puntata del “Manning Bowl”, ovvero lo scontro diretto tra i due fratelli Manning, qb rispettivamente di Denver (Peyton, il più anziano) e di New York sponda Giants (Eli). Peyton, quello più forte e con la squadra più forte intorno a sé, si era già aggiudicato le prime due partite e ora ha chiuso il tris con un 41-23 perentorio nei numeri e nei modi. Il volenteroso Eli Manning ha tenuto botta fino a metà partita a forza di field goal, ma nel secondo tempo Denver ha chiuso i giochi spaccando la partita in due. I Giants hanno rimediato il touchdown della speranza grazie a una sciagurata serie di penalità a carico della difesa dei Broncos, ma ci ha pensato poi Eli a farsi intercettare, chiudendo il sipario sulla gara. Non capisco come si possa ancora considerare Eli Manning migliore di Peyton aggrappandosi ai due Superbowl vinti contro uno. Come continuità, compattezza e classe non c’è partita ed è anche normale, se ci pensate, che mamma Manning non potesse creare due fenomeni di pari livello, no?

Brutta botta anche per chi, ma non io (e l’ho scritto), aveva già issato gli Eagles a pretendenti per il titolo dopo la vittoria della scorsa settimana sui Redskins. Si è scoperto, infatti, che basta un’onesta ma attenta squadra come i San Diego Chargers per stendere le aquile, pur con un field goal all’ultimo secondo (33-30 il finale), e per di più si è appurato come la difesa dei Redskins faccia acqua da tutte le parti: dopo i 33 punti incassati da Philadelphia ne ha beccati 38 da Green Bay. Con 71 punti subiti in due partite non può esserci attacco in grado di tenere a galla una squadra, neppure se è guidato dal talento cristallino di un qb come Griffin III.

Last but not least, c’è da rendere conto della partita più importante di questa giornata, quella che metteva di fronte Seattle Seahawks e San Francisco 49ers nel primo scontro diretto tra due pretendenti al Superbowl. Si sperava almeno in una partita spettacolare, ma anche qui speranze vane. Troppo ben messa in campo la difesa di Seattle (Kaepernick fermato a sole 127 yards con tre intercetti), capace di tenere a 3 miseri punti un attacco stellare come quello californiano (29-3 il finale). Non che l’altro quarteback, Russell Wilson, abbia fatto faville (142 yards, 1 intercetto e 1 td), ma ha avuto almeno l’umiltà di affidarsi nel secondo tempo al suo running back Marshawn Lynch, che ha trovato davvero impreparata la difesa dei 49ers correndo per 135 yards con tre touchdown. Un brutto stop per i 49ers, apparsi molto nervosi e impreparati a una gara in condizioni metereologiche difficili. Il prossimo turno offre le partite più interessanti ai suoi estremi: l’anticipo di domani sera tra gli Eagles e i Chiefs di Alex Smith e il Monday Night tra Denver e Oakland, underdog pericolosa e senza nulla da perdere.

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Gianluca Puzzo

Un commento

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  • A volte, leggendoti, ho la sensazione che un giorno o l’altro inizierò a seguire il Football americano. Dai tuoi articoli sembra proprio avvincente. Grazie per avermi illuminato su questo sport di cui ne conoscevo appena il nome.

Gianluca Puzzo

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