
I NY Mets sono la prima squadra qualificata alle Championship Series della National League; per conoscere i loro prossimi avversari dovranno attendere gara 5 tra Dodgers e Padres. Nell’American avanti Yankees e Tigers, stanotte le gare 4.
La National League ha già una delle sue due finaliste: sono i New York Mets, che hanno liquidato in quattro partite i favoriti Phillies, dominati nelle due partite giocate nella Grande Mela. Per conoscere i loro avversari dovranno attendere domani, quando è in programma, a Los Angeles, la conclusiva gara 5 tra Dodgers e Padres, spartitesi il bottino anche a San Diego e ora sul 2-2. Dall’altra parte del tabellone, gli Yankees vincono gara 3 a Kansas City grazie al decisivo fuoricampo di Stanton, e salgono 2-1 nella serie, così come i Detroit Tigers, in vantaggio su Cleveland dopo la netta vittoria in gara 3. Stanotte si giocano le gare 4 dell’American League, che potrebbero qualificare Yankees e Tigers in caso di vittoria.
AMERICAN LEAGUE
NEW YORK YANKEES – KANSAS CITY ROYALS: 2-1 (6-5, 2-4, 3-2)
Partita molto equilibrata gara 3, la prima giocata a Kansas City, con Judge ancora improduttivo nel box ma che per una volta viene ben supportato da Stanton, autore sia del doppio che nel quarto inning manda a casa Soto per lo 0-1, sia del solo homer che nella parte alta dell’ottavo decide il match. Nel mezzo, c’è stato il raddoppio degli Yankees nel quinto inning (Volpe su sac fly di Soto) e la fiammata dei Royals nel quinto attacco, con il momentaneo 2-2 arrivato grazie al doppio di Isbel e al triplo di Massey. Nell’ottavo, come detto, il punteggio riprende la strada di NY grazie a Stanton, ben difeso da Weaver nella parte bassa dello stesso inning pur con due uomini in base.
CLEVELAND GUARDIANS – DETROIT TIGERS: 1-2 (7-0, 0-3, 0-3)
Serie finora davvero poco emozionante, questa tra Cleveland e Detroit, con tutte partite a senso unico. Anche gara 3 non fa eccezione a questo copione, con i Tigers che mettono il naso avanti già al primo attacco, grazie alla valida di Green che manda a punto Meadows. Sul monte, A.J. Hinch, manager di Detroit, prosegue nella sua strategia con un ampio uso del bullpen fin dalle prime riprese, che finora lo sta ripagando ampiamente. Nel terzo i Tigers allungano ancora, con Rogers che vola a casa su una volata di sacrificio, mentre il punto del 3-0 arriverà al sesto attacco. Guardians non pervenuti, ma stanotte per loro è l’ultimo appello.
Non sorprende più di tanto che i Mets abbiano liquidato con un parziale di 11 punti a 3 i Phillies, secondo miglior record della National (ricordiamolo), nelle due partite casalinghe; e forse, senza i miracoli di Vientos e Castellanos in gara 2, oggi parleremmo addirittura di uno sweep.
NATIONAL LEAGUE
LOS ANGELES DODGERS – SAN DIEGO PADRES: 2-2 (7-5, 2-10, 5-6, 8-0)
Dopo essersi divisi la posta a L.A., Padres e Dodgers hanno fatto lo stesso anche a San Diego, con l’ovvio risultato di rimandare tutto alla “bella”, gara 5 in programma domani al Dodger Stadium. Le gare 3 e 4 sono state in realtà molto simili, cioè dominate dall’una o dall’altra, con l’unica eccezione del grand slam di Oscar Hernandez in gara 3, che al terzo inning, con i Dodgers già sotto 6-1, ha riportato il punteggio su un interessante 6-5. Ma al di là di quella fiammata, L.A. non è mai seriamente andata vicino a ribaltare il match, tenuto saldamente in mano dai Padres (che nel secondo inning avevano segnato ben 5 punti). Discorso a parti invertite in gara 4, con i Padres sorprendentemente improduttivi nel box che in soli tre inning vengono bombardati dai Dodgers già dal primo attacco (solo homer di Betts). Nel secondo entrano altri due punti battuti a casa da Ohtani e Betts, poi nel terzo la spallata finale con il fuoricampo da due punti di Smith, che manda a casa anche Muncy. Anziché provare a far gioco sulle basi, i Padres si incaponiscono nella ricerca del homerun a effetto, ottenendo solo una montagna di eliminazioni su flyout. Nel settimo, infine, Edman spinge a casa un punto con un perfetto bunt, e il successivo fuoricampo da due punti di Lux fissa l’8-0 finale.
PHILADELPHIA PHILLIES – NEW YORK METS: 1-3 (2-6, 7-6, 2-7, 1-4)
C’è ancora qualcuno capace di considerare questi Mets gli “underdog” dei playoff 2024? Non crediamo proprio, dopo aver eliminato da sfavoriti sia i Brewers che i Phillies ed aver ritrovato, partita dopo partita, i contributi offensivi di Alonso e Lindor e quelli sul mound di Quintana e Manaea. Non sorprende più di tanto, quindi, che i Mets abbiano liquidato con un parziale di 11 punti a 3 i Phillies, secondo miglior record della National (ricordiamolo), nelle due partite casalinghe; e forse, senza i miracoli di Vientos e Castellanos in gara 2, oggi parleremmo addirittura di uno sweep. Su gara 3 c’è davvero poco da dire, visto che Philadelphia segnerà i suoi unici punti solo all’ottavo inning, già sotto di sei, ma corre obbligo di citare la grande prestazione del partente Sean Manaea (7 riprese lanciate, con 6 k, 3 valide e un solo punto concesso). In gara 4, splendido partente (così come lo era stato contro i Brewers) anche Jose Quintana, con uno shootout di 5 inning con 6 k (e sono 11 le riprese lanciate in questi playoff senza concedere punti). Nel quarto match i Phillies hanno provato a mettere la testa avanti con Harper nel quarto inning, ma hanno avuto anche il torto di sprecare davvero troppe occasioni con uomini in base per non pagare poi dazio. Il break è firmato da Lindor nel quarto inning, con l’interbase che, a basi piene contro Estevez, realizza un grand slam che fa impazzire lo stadio, ribaltando il punteggio sul 4-1. I Phillies hanno ancora un’ultima chance nel nono, ma con due uomini in base e zero out, Diaz sale in cattedra e chiude a suon di fastball a 101 miglia orarie.