Nel football americano quello del lineman è il ruolo riservato ai colossi, uomini mediamente al di sopra dei 190 cm e dei 130 kg che si affrontano ad ogni snap in una lotta fatta di spinte e controspinte, molto simile al sumo giapponese, in cui è vietato afferrare e trattenere l’avversario per gli arti, per la maglia e, men che meno, per il casco.
I lineman si dividono in due grandi “famiglie” contrapposte: gli uomini di linea offensivi sono quelli che sostengono lo sviluppo delle azioni della squadra in possesso di palla, mentre gli uomini di linea difensivi sono, ovviamente, quelli con il compito di impedire il guadagno territoriale degli avversari. Obiettivi opposti, quindi, ma un argomento tecnico in comune: le tre posizioni di partenza. Queste si differenziano per numero di punti di contatto con il terreno al momento del “set”, il posizionamento sulla linea di scrimmage, ed è per questo che si parla di 2-points, 3-points o 4-points stance. Ogni giocatore ha la sua preferita, naturalmente, ma a livelli professionistici bisogna saperle eseguire tutte indistintamente, per precise ragioni tecniche che andiamo ad analizzare brevemente.
2-points stance: è la posizione più alta delle tre. Le mani non toccano il terreno ma sono leggermente avanzate rispetto al corpo, pronte al primo contatto con l’avversario, le braccia sono piegate e i gomiti stretti al bacino. I piedi sono quasi paralleli: gli offensive lineman indietreggiano leggermente il piede più lontano dalla palla (secondo la loro posizione sulla linea di scrimmage), il contrario per i defensive lineman. Il peso è perfettamente distribuito sui piedi. Questa posizione di partenza è quella che offre una migliore visuale complessiva della situazione pre snap, ed è quindi molto utilizzata dagli uomini di linea offensivi, specialmente nelle ovvie situazioni di passaggio, poiché consente un’azione di contenimento più immediata e una più pronta reazione in diverse direzioni, in previsione dell’ovvio blitz in arrivo. I defensive end la usano raramente, di solito quando pensano di dover intervenire al largo della zona di scrimmage; i defensive tackle la usano ancor più di rado, essendo sempre chiamati a massimizzare l’impatto frontale.
3-points stance (nella foto): è la posizione che capita più spesso di vedere sui campi professionistici. Il lineman si inclina leggermente in avanti fino a poggiare sul terreno tre dita della sua mano forte, portando il tronco parallelo al terreno. Il piede corrispondente alla mano sul terreno viene arretrato per garantire la miglior spinta possibile al momento dello snap, testa e collo sono ben alzati e protesi in avanti. È importante sottolineare come il peso gravi solo in minima parte sulla mano a terra, soprattutto per gli offensive lineman: questo per evitare che un avversario più rapido nello scatto sullo snap possa far cadere in avanti il lineman colpendolo sul braccio basso. La 3-points stance dei defensive lineman, specialmente quella degli esterni, è più “aperta”, con un maggior carico di peso sulla mano a terra, per massimizzare l’impatto iniziale post snap. Uno degli allenamenti tipici per questa situazione è proprio quello in cui i coach tolgono all’improvviso, con un calcio o un bastone, la mano d’appoggio: se il giocatore ha il proprio peso correttamente distribuito rimarrà pressoché immobile, in caso contrario cadrà in avanti.
4-points stance: questa posizione è in pratica quella utilizzata dagli sprinter di atletica leggera nella partenza dai blocchi. Entrambe le mani toccano il terreno, gran parte del peso corporeo è caricata sulle braccia, testa e collo sono più incassate nelle spalle rispetto alla 3-points stance. Questa posizione permette di massimizzare l’impatto immediatamente successivo allo snap, ma solo in direzione frontale, ragion per cui è utilizzata con frequenza solo dai defensive lineman interni (i due defensive takle nella difesa 4-3 o il nose tackle nella 3-4). Gli offensive lineman la utilizzano solo in situazioni di un down e inches, per provare spostare di puro peso la linea avversaria e guadagnare i pochi centimetri necessari.
È infine utile ricordare come, da due anni a questa parte, sia in corso un acceso dibattito nella NFL sull’eventualità di vietare l’uso della 3-points stance poiché, quando entrambi i lineman adottano questa posizione di partenza, la maggior parte degli impatti iniziali (quindi quelli più violenti) avviene testa contro testa, con conseguenze facilmente immaginabili in termini di traumi al cranio e alle vertebre cervicali.