ITALBASKET: UN’ESTATE AZZURRISSIMA NON ANCORA FINITA

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In attesa dell’europeo maschile cui sarà impegnata la nazionale maschile di Pozzecco, è un’estate fantastica per tutto il movimento, a dimostrazione di come i risultati debbano essere costruiti partendo dal basso, con segnali di crescita e vitalità che nell’immediato futuro devono essere colti, con un doveroso saluto a Marco Belinelli che a 39 anni, ha annunciato il ritiro dal basket giocato.

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È stato un mese e mezzo da sogno per la pallacanestro italiana, capace di segnare e speriamo avvicinare molti ragazzi, ad una disciplina seguitissima in tutto il mondo, dove tutto il movimento può dare sognare finalmente di portare a casa qualcosa d’importante, partendo dal basso e senza necessariamente naturalizzare i componenti delle squadre maggiori, tranne nei casi di specifico surplus in determinati ruoli.
Tutt’altro.
Perché nelle ultime settimane ha dimostrato di essere in ottima salute, con segnali di chiara crescita e vitalità.
A cominciare dalla nazionale femminile, medaglia di bronzo il 29 giugno dopo aver battuto la favoritissima Francia, vincendo la prima medaglia attesa da ben trent’anni, trascinata da una straordinaria Cecilia Zandalasini a disposizione del gruppo nonostante gli impegni oltreoceano, capace di trovare i canestri quando i palloni pesano più di quelli medicinali, e di giocate laddove le gambe per chiunque altra sarebbero dure come pietre nelle cinte murarie greche.
Certo sarebbe ingeneroso non menzionare le altre atlete, ma il risultato è stata la dimostrazione di fare gruppo indipendentemente dalla provenienza e l’esperienza, dove ognuna seconda una scala di valore, ha dato tutto e anche più.
Poi una zuppa di medaglie a livello giovanile.
Con l’oro under 20 maschile dopo dodici anni, dopo aver battuto il 20 luglio la Lituania 83-66.
Il bronzo dell’under 18 maschile, ancora contro la Lettonia il 3 agosto battuta 86-68 tornando sul podio dopo nove anni.
Il bronzo dell’under 20 femminile (quarto podio in cinque edizioni) dopo aver battuto la Svezia il 10 agosto, col punteggio di 84-51.
Fuori dal podio europeo la nazionale maschile under 16, un percorso conclusosi con la sconfitta contro la Slovenia ma l’importantissima qualificazione al prossimo Mondiale under 17.
Quattro medaglie in quarantatré giorni, a segnare un’estate sensazionale nell’attesa della senior maschile, che il 28 agosto debutterà a Cipro sfidando la Grecia, in un girone composto pure Bosnia ed Erzegovina, Cipro, Georgia e Spagna.
Accederanno agli ottavi le prime quattro di ciascun girone.
Certo è una nazionale lontana parente da quella generazione d’oro che nel recente passato, ha visto la possibilità di disporre dei tanti giocatori militanti nella Nba ma purtroppo, alla resa dei conti, resta il rammarico per non avere mai vinto una medaglia.
Rimane certamente l’amarezza per come sia andata con Paolo Banchero, che nel febbraio 2020 ha ottenuto la cittadinanza italiana tramite ius sanguinis, oramai giocatore di prima fascia Nba dopo aver posato inizialmente (quando non ancora giocava nel massimo campionato americano) con la divisa azzurra e la bandiera tricolore nel Draft, si pensava davvero essere a un passo la possibilità di avere in nazionale, una stella come oggi sono Doncic nella Slovenia o Jokic nella Serbia.
Così non è andata, vista la decisione nell’ultimo mondiale di vestire la maglia a stelle a strisce.
Nemmeno (fin qui) a buon fine la telenovela Donte Di Vincenzo, giocatore Nba che dopo aver ottenuto la tanto aspirata cittadinanza italiana, purtroppo ha dovuto rinunciare per un infortunio.
Oggi la qualità, ma soprattutto la classe operaia non manca, lo dicono i risultati delle recenti amichevoli, presente Simone Fontecchio da poco trasferitosi ai Miami Heat, ci sarà anche Danilo Gallinari, con la dichiarata speranza di volersi regalare un grande finale di carriera in azzurro.
Il capitano è Nicolò Melli, leader del Fenerbahçe che recentemente ha chiuso la stagione col club di Istanbul, vincendo il primo treble della storia dell’Eurolega moderna, conquistando, oltre la prima citata coppa, anche il Campionato e la Coppa nazionale.
Queste settimane sono state contraddistinte da una serie di amichevoli in preparazione alla rassegna continentale, con palazzetti pieni, entusiasmo ma soprattutto ottime prestazioni insieme una serie di vittorie consecutive che lasciano ben sperare.
Certo salirà la pressione, ma siamo sicuri che il gruppo ha fatto bene i compiti a casa.
Lo dice la voglia di un gruppo, che giocherà soprattutto per Achille Polonara, costretto a fermarsi lo scorso mese dopo che gli è stata diagnosticata la leucemia mieloide, comunque inserito nella lista dei convocati durante la preparazione nonostante l’impossibilità a rispondere.
Il ranking e le proiezioni restituiscono freddi numeri, ma buttare il cuore oltre l’ostacolo, è sempre possibile.
Impossibile non dedicare le ultime righe a Marco Belinelli, l’oramai ex guardia della Virtus Bologna, ha detto basta a 39 anni, lo scudetto vinto a giugno come ultimo atto della sua immensa carriera.
L’unico giocatore italiano ad aver vinto un anello Nba, nel 2014 con i San Antonio Spurs in un anno magico, che gli ha portato il trionfo nella gara da tre punti all’All Star Game, successi culminati dopo essere stato baby-fenomeno nella Fortitudo Bologna.
Di quella generazione, sicuramente Andrea Bargnani e lo stesso Danilo Gallinari, sono partiti con maggiore talento ma Belinelli, ha vinto e l’ha fatto superandosi, trovando il modo di migliorandosi in ogni tappa della sua carriera Nba, trovando soprattutto a San Antonio, l’unica squadra dove ha giocato due volte, il modo di diventare un veterano rispettato grazie alla fiducia di Greg Popovic, l’idolo di sempre Manu Ginobili e di Ettore Messina.
Tanti anni oltreoceano e poi la carriera conclusa da capitano della Virtus, lo trasformano in una leggenda del basket italiano.
Tra le sue squadre Golden State Warriors, Toronto Raptors, New Orleans Hornets, Chicago Bulls, San Antonio Spurs, Sacramento Kings, Charlotte Hornets e Atlanta Hawks, le sue medie in NBA includono circa 9.7 punti, 2.1 rimbalzi e 1.7 assist a partita.
Ma anche tre Scudetti, una Eurocup, quattro Supercoppe e una Coppa Italia, in azzurro 2258 punti e 154 presenze, MVP della Serie A a 39 anni.
Un peso specifico evidenziato da Jaylen Brown, la stella dei Boston Celtics, che ha indicato in Belinelli il giocatore più difficile da marcare.
Quell’anello, mette Belinelli in una dimensione unica nel basket italiano, un modello da seguire ma soprattutto la dimostrazione che si può arrivare in cima, la conferma che da solo, il talento non basta e quanto col lavoro, si possono avverare i sogni.


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Andrea La Rosa

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