Il 2020 di SportOne (9a parte)

I

Nuova stretta di misure anti-Covid, prosegue solo una parte dello sport professionistico con ovvie ripercussioni sul regolare svolgimento. Tanti i verdetti nella parte finale di un anno solare, a fine purtroppo una tragica notizia.

Se ne va Diego Armando Maradona, nella foto c.t. dell’Argentina al mondiale 2010.

NOVEMBRE
L’aumento dei contagi e la pressione verso le strutture ospedaliere, impongono tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, nuove urgenti misure per tutelare la salute. In Italia contrariamente a quanto accaduto in primavera, ciascun territorio regionale viene suddiviso in fasce secondo la rispettiva situazione con restingimenti alla vita sociale che finiscono per penalizzare molti settori economici.
Il paese vive momenti di tensioni perché si scende in piazza come segno di protesta alle restrizioni.
Si fermano gran parte delle discipline dilettanti, ad esempio nel calcio stop ai campionati regionali dall’Eccellenza in giù, stretta su palestre e piscine, azzerato lo sport amatoriale di contatto.
Lo sport mai come prima, senza guardare chi vinca o chi perda, assume soprattutto un importanza sociale.
Tante defezioni per la nazionale azzurra di calcio, con le ASL territoriali che bloccano la partenza di molti calciatori, lo stesso C.T. Roberto Mancini risulta positivo al Covid.
Nonostante ciò gli azzurri vincono agevolmente l’amichevole contro l’Estonia schierando una formazione sperimentale, poi in Nations League doppia vittoria contro la Polonia (in casa) e Bosnia (in trasferta) che valgono l’accesso alle final-four per l’assegnazione del trofeo; soddisfazione anche per l’under 21 qualificata agli europei di categoria.
Per i fatti della pandemia, il mondiale per club solito disputarsi a dicembre viene posticipato a febbraio 2021.
Il Milan guida la classifica della Serie A, con Ibrahimovic punto di riferimento dal suo arrivo nel club, alla ricerca di una linea guida dopo risultati non altezza degli investimenti negli ultimi anni.

Nel ciclismo si conclude la Vuelta dove vince Primoz Roglic che riscatta la beffa del Tour de France, agli europei su pista di Plovdid medaglia d’oro per Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini.
Per l’atletica da segnalare il prestigioso riconoscimento che assegna a Roma l’organizzazione degli europei 2024.
Il tennis disputa le ATP Finals nella North Greenwich Arena di Londra, torneo solitamente riservato ai migliori nell’anno solare tra Grande Slam, ATP Tour e Cup, mentre quest’anno visti gli stop dovuti alla pandemia, si considerano i risultati degli ultimi ventiquattro mesi.
Medvedev vince il torneo del singolare battendo in finale Thiem, mentre nel doppio si impone la coppia Koolhof/Mektic contro Melzer/Roger-Vasselin
Importanti risultati per il movimento italiano, con Lorenzo Sonego che a Vienna si ferma in finale, mentre prosegue la crescita del giovane Jannik Sinner che a Sofia vince il suo primo trofeo diventando a 19 anni e 3 mesi il più giovane azzurro a vincere un torneo ATP.

Proseguono a singhiozzo molti tornei nazionali, tra questi il campionato di basket dove abbondano le partite rinviate, oltreoceano è ufficiale l’inizio della nuova stagione NBA prevista per il 22 dicembre. Marco Belinelli unico giocatore italiano ad aver vinto un campionato NBA, dopo tredici campionati torna in Italia alla Virtus Bologna, società che lo lanciò giovanissimo a soli 16 anni.

In Formula 1, Lewis Hamilton vince il Gran Premio di Turchia e si laurea campione del mondo per la settima volta, eguagliando il record di Michael Schumacher. Bis del britannico in Bahrain, gara che verrà ricordata per il terrificante incidente avvenuto
dopo poche curve a Romain Grosjean, monoposto a fuoco e spezzata dopo l’impatto col guard-rail,

lucidissimo il pilota ad uscire in pochi secondi tra le fiamme dall’abitacolo, salvato dai passi in avanti della sicurezza e dai dispositivi recentemente adottati come l’Halo.

Per il motociclismo nel Gran Premio d’Europa corso a Valencia, in MotoGp vince Joan Mir mentre in Moto2 primo posto per Marco Bezzecchi. Sullo stesso circuito si corre anche il Gran Premio della Comunità Valenciana, nella MotoGp vince Franco Morbidelli mentre conclude settimo Mir che si laurea campione del mondo; nella classe Moto 3 vince Tony Arbolino.
Nell’ultimo appuntamento di Portimao la quinta posizione di Enea Bastianini è sufficiente a garantirsi il titolo della Moto 2, la classifica finale della Moto 3 premia Albert Arenas, secondo a soli quattro punti Arbolino, per la MotoGp vince Oliveira, secondo Morbidelli che conclude dietro Mir nella classifica finale piloti.
Meritato e sorprendente il successo di Mir nella costanza dei risultati nonostante una sola vittoria, per la Suzuki un titolo inaspettato nel centesimo anniversario della sua storia, alla Ducati il titolo costruttori.
Nove vincitori diversi in un campionato segnato dall’assenza di Marc Marquez caduto alla prima gara, dove il tentativo di rientro probabilmente troppo affrettato ha peggiorato l’infortunio tenendolo lontano dalla pista per tutto il campionato. Stagione difficile per Valentino Rossi caratterizzata da problemi d’affidabilità alla moto, cadute in pista e gare saltate per la positività al Covid-19.
Rimanendo in tema di piloti italiani, il TAS squalifica Andrea Iannone per 4 anni causa doping, Petrucci passa alla Ktm, dalla Moto2 promozione di Luca Marini ed Enea Bastianini in MotoGp con la Ducati del team Esponsorama Racing, saluta Andrea Dovizioso.

La sera del giorno 25, il quotidiano argentino Clarin divulga una tremenda notizia: Diego Armando Maradona muore a 60 anni dopo un attacco respiratorio. Se ne va un pezzo di storia degli ultimi quarantacinque anni, autore di un romanzo trasparente non solamente sportivo.
Difficile contare i messaggi di stima, da parte di atleti e club, tanti i gesti simbolici in segno di lutto.
Lo stadio San Paolo nella notte successiva al decesso resta acceso nella zona del campo di gioco, immediata la proposta di intitolare la sede del Napoli proprio a Maradona.
L’avvenimento unisce come non si poteva pensare, ad esempio tra i tanti messaggi di cordoglio, la Juventus sceglie di ricordarlo col fantastico gol segnato al San Paolo il 3 novembre 1985, una punizione a due dentro l’aria di rigore col pallone all’incrocio dei pali dopo aver scavalcato la barriera.
Gesto ancora più bello, è quello degli eterni rivali in terra argentina del River Plate (Maradona da sempre tifoso del Boca Juniors oltre che calciatore), tenendo accese le luci al Monumental sede di innumerevoli partite che definire calde è a dir poco un eufemismo, basti pensare che nel 2018 il ritorno della finale di Coppa Libertardores giocata da entrambe le squadre, si disputò a Madrid per evitare disordini tra le tifoserie che davanti al feretro posto nel palazzo presidenziale, sfilano insieme condividendo il dramma di un’intera nazione e non solo.
Una sola luce accesa alla Bombonera (stadio del Boca Junior), quella del box dove Maradona era solito guardare le partite.
La figura globale è testimoniata da quanto accade pochi giorni dopo nel Tri Nations di rugby prima dell’incontro tra Nuova Zelanda e Argentina, gli All Blacks s’inchinano alla memoria con un Haka da brividi davanti alla maglia della stessa nazionale col numero 10 di Maradona.
Immagini che passeranno alla storia.

Autore

Andrea La Rosa

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