Hockey World Cup: a Toronto si sfidano i Dream Team del ghiaccio

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world-cup-torontoDa una settimana circa stanno già dando spettacolo da una parte all’altra dell’Atlantico per le partite di pre-tournament, ma finora hanno solo scherzato. Da sabato si riuniranno tutti a Toronto, Canada, nella casa che ospita solitamente i Maple Leafs, l’Air Canada Centre, dove sarà possibile ammirarli fino al 1° di ottobre in sfide senza domani di contenuto tecnico ed emotivo paragonabile a una finale di Stanley Cup. Stiamo parlando dei “Dream Team” della terza edizione della World Cup di hockey su ghiaccio, erede della storica Canada Cup, evento per squadre nazionali organizzato direttamente dalla NHL, che pertanto garantisce la partecipazione di tutte le più grandi stelle dell’hockey mondiale.

Non è un evento con cadenza regolare come i mondiali ufficialmente riconosciuti dalla IIHF e la partecipazione è ad inviti, senza un sistema di qualificazione. Il sostegno diretto della NHL e la collocazione nel calendario, a campionato ancora fermo, rendono però la World Cup un condensato imperdibile di campioni, in grado di regalare due settimane di hockey stellare, cui si aggiungono le care vecchie rivalità e ruggini tra nazione e nazione. Questa edizione verrà disputata per la prima volta in un unico luogo, Toronto, mentre in passato si era voluto sfruttare maggiormente il potere promozionale dell’evento: nel ’96, ad esempio, (USA vincitori in finale sul Canada, MVP Mike Richter, miglior realizzatore Brett Hull) i gironi si disputarono tra USA, Canada, Finlandia, Repubblica Ceca, Germania e Svezia, e le fasi finali tra Montreal, Ottawa e Philadelphis. Nel 2004 vinse il Canada sulla Finlandia (MVP Vincent Lecavalier e miglior realizzatore Fredrik Modin), con partite sempre divise tra Europa e Nord America, con finali a Toronto.

Le otto squadre partecipanti sono le sei nazioni più forti del panorama hockeistico mondiale e due selezioni speciali, una composta dai migliori under 23 statunitensi e canadesi (chiamato North America) e una dai migliori giocatori europei provenienti da nazioni differenti da quelle già presenti con la propria bandiera (chiamato Team Europe). Il girone A è composto da USA, Canada, Repubblica Ceca e Team Europe, mentre nel B si affrontano Svezia, Russia, Finlandia e North America; il sistema di gioco e di punteggio utilizzato sarà quello NHL, così come le dimensioni dell’anello. Le prime due classificate di ciascun girone si incroceranno nelle semifinali a partita secca, mentre la finale verrà disputata al meglio delle tre partite, in programma il 27 e 29 settembre, con l’eventuale gara 3 il 1° ottobre. Il calendario è strutturato con due gare al giorno a partire da sabato 17 settembre.

Dando un’occhiata ai roster già ufficializzati (20 giocatori di movimento e 3 portieri), viene da sorridere al pensiero delle linee da sogno che avranno a disposizione gli allenatori delle squadre principali… perfino alla Playstation sarebbe impossibile affiancare tanti giocatori di valore semplicemente astronomico!
Il Canada è senza dubbio il Dream Team tra i Dream Team: capitano sarà l’MVP della scorsa stagione NHL Sydney Crosby, capitano dei Pittsburgh Penguins campioni del mondo. Volendo giocare a fare il coach canadese (che nella realtà sarà Mike Babcock), potremmo ipotizzare quattro linee offensive così composte: Crosby-Stamkos-Getzlaf, Toews-Couture-Marchand, Giroux-Bergeron-Seguin e Tavares-Duchene-Thornton. Per i meno addentro alle vicende della NHL: vi basti sapere che la quarta linea sarebbe la prima in qualsiasi club professionistico. E penseremo di avere le allucinazioni al primo power play canadese, quando potremmo vedere in campo contemporaneamente alcuni tra i più grandi cannonieri di quest’epoca, tipo la prima linea più Toews e un difensore a caso. Passando alle tre coppie difensive, potremmo disegnarle così: Weber-Burns, Muzzin-Doughty, Vlasic-Pietrangelo. Per i portieri la scelta è semplicemente impossibile, visto che il roster prevede Corey Crawford, Braden Holtby e Carey Price, tutte stelle di prima grandezza rispettivamente a Chicago, Washington e Montreal. Per il Canada questa World Cup è anche una sorta di rivincita nazionale, visto che nessun club canadese è arrivato ai playoff nella scorsa stagione NHL.

Anche gli USA metteranno sul ghiaccio una corazzata sensazionale. L’occasione per loro è ghiotta: quanto si divertirebbero a rovinare la festa ai canadesi davanti al loro pubblico? Eccoci quindi nei panni di John Tortorella a schierare gli attaccanti del Dream Team a stelle e strisce: Kane-Pavelski (capitano)-Oshie, Abdelkader-Parise-Pacioretty, Bakes-Dubinsky-Kesler, Palmieri-Stepan-Wheeler. Forse un passo dietro il Canada, globalmente, ma la prima linea sarebbe l’incubo di qualsiasi difesa del globo. In difesa: Niskanen-Suter, McDonash-Jack Johnson, Carlson-Byfuglien. Anche qui il trio di portieri è un in realtà un tris d’assi: Jonathan Quick, Ben Bishop e Cory Schneider.

Al di fuori delle due nordamericane, va seriamente tenuta in considerazione la Russia, che scenderà in campo con un mix di vecchi e giovani campioni che, se trovasse la giusta amalgama, potrebbe fare davvero sfracelli. Basti pensare che la prima linea di attaccanti vedrebbe allineati Alex Ovechkin (capocannoniere NHL da due stagioni), Evgeny Malkin (uno dei leader dei Penguins campioni) e Nikita Kucherov (cannoniere dei fantastici Lightnings di Jon Cooper). Anche alle loro spalle ci sarà comunque tanta qualità, con cannonieri come Tarasenko e Namestnikov, la classe infinita del quasi quarantenne Pavel Datsyuk, il talento stellare di Artemi Panarin. La difesa è solidissima, con Marchenko, Markov, Nesterov e Orlov; tra i portieri, dovrebbero giocarsi il posto da titolare il più esperto Varlamov e il diciottenne Vasilevskiy, esploso quest’anno con Tampa.

Dietro la Russia inseriamo la Svezia, uno squadrone che potrebbe sgambettare anche le prime della classe. Con la concretezza dei due fratelli Sedin (Henrik è anche il capitano), la quantità di Hagelin, Hornqvist e Silfverberg e i gol di Backstrom e Forsberg, la nazionale gialloblu rischia di rimanere indigesta a molte avversarie. Anche la difesa è di assoluto valore, anche nella produzione offensiva, potendo contare su Hedman e Stralman, colonne di Tampa, Hjalmarsson di Chicago ed Erik Karlsson di Ottawa. Per la corsa a portiere titolare non c’è discussione: Henrik Lundqvist, saracinesca dei Rangers, non si tocca.

La Finlandia può contare su una prima linea eccezionale (Koivu-Donskoi-Filppula) ma in profondità sembra avere qualche problema in termini realizzativi. La difesa è molto giovane, ad eccezione di Lepisto, e Maatta, al di là del titolo conquistato con Pittsburgh, non sembra ancora in grado di prendere io gradi del leader. In porta c’è la miglior certezza, quel Tuukka Rask ormai idolo a Boston.

Problemi simili per la Repubblica Ceca, che alle spalle di un’ottima prima linea (Voracek-Plekanec-Palat) non sembra in grado di poter tenere il passo con le migliori. Qui la difesa più esperta, in termini di età, ma solo tre giocatori militano nella NHL, quindi la prima coppia, gli ottimi Sustr e Polak, dovrà fare gli straordinari. Tra i pali la qualità è garantita da Petr Mrazek, stella dei Detroit Red Wings.

Un discorso a parte meritano le due selezioni “ibride”, Team Europe e North America. Il primo è un mix interessante, guidato soprattutto da slovacchi, sloveni e tedeschi; c’è anche un italiano, Luca Sbisa, sardo di Ozieri ma sotto contratto con i Vancouver Canucks. I nomi ci sono (Gaborik, gli eterni Chara e Hossa, Kopitar, Streit, Tatar e Zuccarello, tutti giocatori NHL di primissimo piano), bisognerà vedere se ci sarà anche l’affiatamento. Tra i pali dovrebbe essere titolare il primo portiere degli Islanders, Thomas Greiss. Pro e contro differenti per il Team North America, che schiera i migliori under 23 canadesi e statunitensi: qui talento e fiato non mancano di certo, potendo contare su alcune sicure star della NHL di domani. Saad e Drouin sono due frecce difficilissime da contenere, Couturier, McDavid e J.T. Miller hanno già lo spessore da titolari NHL. La difesa, guidata da Aaron Ekblad dei Panthers, sembra un po’ leggera e, in generale, la squadra manca ovviamente di esperienza. In porta ci sarà la grande scoperta delle ultime finali di Stanley Cup: Matt Murray.

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Gianluca Puzzo

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