È il turno del Gran Premio degli Stati Uniti col weekend caratterizzato alla gara sprint, per una denominazione che rappresenta il secondo appuntamento a stelle e strisce, dopo quello di Miami corso a inizio maggio e prima Las Vegas previsto sul finire di novembre. McLaren già campione costruttori e Verstappen che cerca una rimonta a dir poco clamorosa ma stando ai numeri e le prestazioni delle ultime gare, ancora possibile.
Quello americano è stato sempre stato un continente molto attento al motorsport, tra competizioni ad hoc e colossi aziendali che guardano la Formula 1 come ambizione massima.
Si è corso già alla fine degli anni ’50 tra Riverside, Sebring e Watkins Glen, poi negli anni ’80 spostato tra Dallas, Phoenix e Detroit, rientrato nei primi anni Duemila sullo storico circuito di Indianapolis appositamente ammodernato e configurato, fino al Circuito delle Americhe che ufficialmente ospita il Gran Premio degli Stati Uniti dalla stagione 2012.
Un appuntamento che riguarda solamente un fatto di denominazione, perché nell’attuale calendario sono ben tre le sedi americani cui la Formula 1 fa tappa, a dimostrazione della disponibilità economica e del grande mercato dell’automobilismo sportivo e non solo.
Il circuito di Austin è composto da venti curve, caratterizzato dalla differenza di altimetria soprattutto nella prima curva dopo il traguardo verso sinistra, dove molti tratti prendono ispirazione da famosi tracciati, ad esempio la sequenza Maggotts-Becketts-Chapel di Silverstone, le curve dell’arena ad Hockenheim, e la curva 8 di Istanbul, inoltre la sede stradale è molto larga per permettere ai piloti di potere differenziare le traiettorie e permettere i sorpassi.
Una caratteristica anche scenica, è la torre panoramica alta settantasette metri, costituita da un ascensore circondato da una doppia scala a chiocciola di oltre quattrocento gradini, entrambe conducono alla piattaforma di osservazione che offre l’intero panoramica del circuito e la vista sullo sfondo della città.
Ad Austin è Lewis Hamilton a guidare l’albo d’oro delle vittorie, cinque contro le tre di Verstappen, mentre la Mercedes è in testa alle vittorie di team rispetto alla Red Bull che potrebbe eguagliare le Frecce d’Argento, più lontana la Ferrari che qui vinse nel 2018 con Raikkonen (l’ultima volta per l’ex pilota finlandese) e l’anno scorso con Leclerc.
In questa edizione è prevista tanta azione e di conseguenza molti punti in palio per il format della gara sprint, che prevede il venerdì una sola sessione di libere e le qualifiche sprint, al sabato la gara sprint cui seguirà la qualifica del consueto Gran Premio di domenica.
Sulla carta Singapore doveva essere una pista difficile per noi a causa delle temperature, ma Russell e la Mercedes sono stati una combinazione auto-pilota dominante.
Toto Wolff, team principal Mercedes dopo il Gp di Singapore
Archiviato il campionato costruttori, in verità già messo in bacheca da molte settimane (matematica a parte), le ultime tre gare hanno sicuramente raccontato un andamento e dei valori sicuramente diversi, con le McLaren in difficoltà non solo rispetto alla Red Bull rinata con Verstappen in piena ascesa senza nulla da perdere, ma anche nei confronti della Mercedes completamente rinata a Singapore per una sfida al vertice, che anche ad Austin si prevede non scontata rispetto ai numeri delle classifiche.
Piastri da moltissimo tempo comanda quella piloti, ma Norris ha rimontato lo svantaggio a 22 punti, in agguato terzo incomodo Verstappen, il più in forma rispetto al duo davanti, a 63 punti.
Nell’ultimo Gp, Verstappen aveva azzardato la gomma soft alla partenza, consapevole di una prima curva decisiva, che seppur non aver pagato ha denotato un atteggiamento aggressivo che il team di Milton Keynes adotterà per aiutare il disperato recupero sul duo McLaren.
Un’impresa difficile, forse impossibile ma numericamente possibile, tra l’altro senza l’aiuto del compagno di squadra Tsunoda, purtroppo lontanissimo dal compagno di squadra senza la possibile di un aiuto in pista.
Dietro la Ferrari in questo momento quarta forza, con l’obiettivo di massimizzare il risultato, reduce da un Gran Premio senza mai trovare ritmo e consistenza, priva di quella prestazione capace di trasformare la gara in attacco vero una sperata rimonta, dovendo far fronte a un limite tecnico della monoposto abbastanza evidente.
Una crisi che in una stagione così lunga, può dirsi legata sia progetto iniziale, sia alla gestione di sviluppo della macchina con la tanto sperata nuova sospensione posteriore che non ha risolto i mali, tanto che il ritardo d’inizio campionato è addirittura cresciuto durante l’anno senza tenere il passo sugli sviluppi delle macchine della concorrenza, con l’immagine più dura quella di accettare la festa della McLaren per il campionato costruttori vinto con sei gare di anticipo, quello stesso conteso l’anno scorso fino alle ultime curve.
Anche a Singapore, la SF-25 ha mostrato i suoi limiti, una coperta coperta cui si sono sommati i problemi ai freni di fine gara che stavano per provocare il ritiro di Hamilton, inspiegabili anche certi atteggiamenti e dichiarazioni cercando di esaltare quel poco che di positivo si prova a spiegare, quasi un assuefazione del risultato negativo.
Quando viceversa bisognerebbe essere arrabbiati, come se ci fosse la paura a perdere il posto di lavoro, senza dare la colpa a quelle presunte voci che destabilizzano il posto, quando una forza dei manager deve essere quella di sentirsi in discussione.
Senza sentirsi in discussione, non si andrà da nessuna parte pensando alla buona cadrega del famoso trio comico.
Ecco, sarebbe necessaria una discussione faccia a faccia davanti a tutti, dall’ultimo dei magazzinieri ai piloti passando per il team principal, per guardarsi e dirsi cosa si vorrà essere da grandi.
Ad ogni modo, anche in merito alle tensioni interne emerse negli scorsi giorni, ci ha pensato Hamilton a gettare acqua sul fuoco in un lungo post, ringraziando i tifosi per il sostegno e bacchettando la stampa: “I media sono concentrati solo sulle cose che non vanno. I tifosi stiano tranquilli, la Ferrari si rialzerà.”
Il nuovo regolamento che entrerà in vigore tra pochi mesi, sarà un nuovo inizio ma soprattutto un’ultima chiamata, perchè partire indietro significherebbe dover rincorrere ancora per altri anni e inevitabilmente, decisione drastiche senza ritorno per esempio di Leclerc verso altri lidi, come fatto intendere da recenti dichiarazioni dal manager Nicolas Todt, ammettendo difficoltà e anticipando un mercato infuocato: “Oggi abbiamo una buona macchina, ma non abbastanza per vincere il titolo. Speriamo che accada e speriamo che l’anno prossimo la Ferrari abbia una macchina molto competitiva con i nuovi regolamenti. Charles è uno dei migliori talenti della sua generazione, con Max e pochi altri piloti. Non è più un bambino, perché ha già fatto molte stagioni con la Ferrari.“
Gran parte degli attuali piloti in griglia ha contratti in scadenza nel 2026, quindi il mercato 2027 potrebbe essere caldissimo tra top driver e team pronti a cogliere l’occasione secondo i valori delle monoposto in pista.
Tornando ai temi strettamente attuali, ad Austin sarà interessante la lotta nella seconda parte della classifica che potrebbe aprire molta azione in gara, con diversi confronti diretti destinati.
La Williams chiamata a stare pienamente in top-ten dopo la grande gara di Sainz a Saingapore, partito ultimo e arrivato decimo in un circuito dov’era difficilissimo superare.
Tanto equilibrio dietro con Racing Bulls (72), Aston Martin (68), Sauber (55), Haas (48), più distante l’Alpine (20) a secco di punti negli ultimi cinque Gran Premi e in crisi di risultati
Il programma del weekend.
Prove libere 1
Venerdì 17 Ottobre – ore 19;30
Qualifiche sprint
Venerdì 17 Ottobre – ore 23;00
Gara sprint
Sabato 18 Ottobre – ore 20;30
Qualifiche
Sabato 18 Ottobre – ore 00;00
Gran Premio
Domenica 19 Ottobre – ore 21;00




