
Mai in discussione la vittoria di Piastri mentre Norris (terzo), ha pagato la mancanza di cinismo e cattiveria agonistica per un risultato condizionato da una brutta qualifica, secondo Russell con la Mercedes mentre la Ferrari sfiora il podio nonostante un generoso Leclerc, quinto Hamilton.
Il circuito del Bahrein per disegno, asfalto e condizioni ambientali, ha fornito riscontri importanti con la valutazione rispetto ai test pre-campionato, dove il passo gara e la maggiore possibilità di sorpasso, ha riportato il Gran Premio al centro del weekend con i team impegnati tra configurazioni di assetto e i primi aggiornamenti.
Alcune squadre hanno preferito sfruttare il primo turno di libere per smarcare una delle quattro sessione obbligatorie per regolamento da destinare ai rookie, tra l’altro in condizioni di calar del sole rispetto alla gara in notturna e dunque, fattori di temperatura d’asfalto completamente diversa.
Sono stati ben sei i nomi che chissà, potremmo rivedere in Formula 1 nei prossimi anni, tra questi hanno corso Ayumu Iwasa (Red Bull), Ryo Hirakawa (Haas), Luke Browning (Williams), Felipe Drugovich (Aston Martin), Frederik Vesti (Mercedes) e Dino Beganovich (Ferrari).
Altro giro, altra corsa, perché a seguito delle prime due sessioni di libere caratterizzate da un’aderenza inferiore alle attese, la Pirelli ha deciso di abbassare la pressione minime delle gomme posteriori, una variazione rilevante seppur marginale nei numeri, manifestando come avvenuto nella prima gara in Australia, una certa difficoltà nel prevedere con precisione le specifiche da imporre nei singoli appuntamenti, rendendo di fatto complicate anche le previsioni dei dati raccolti prima delle qualifiche e nel passo gara.
Sono fiero di quello che ho fatto questo fine settimana, il Gran Premio del Bahrain per noi è un po’ la gara di casa ma non ci era mai stata troppo amica.
Oscar Piastri
In pista la McLaren si è dimostrata essere fuori portata, candidata a dominare già da quanto era emerso nelle libere, lasciando poco spazio alla concorrenza, dando ai suoi piloti il solo obiettivo di concretizzare il mezzo a disposizione.
C’è riuscito perfettamente Piastri, mentre per Norris continua a mancare la lucidità nei momenti più importanti che ne fanno un campione, tanto che dopo la deludente qualifica, aveva riflesso con delle frasi molto dure, il ritratto di un ragazzo in lotta con se stesso, tra talento e capacità, con l’aggravante di essere consapevole della mancanza (purtroppo spesso) di adattamento nel fare la differenza, ammissioni sincere che rendono questa disciplina, per una volta, molto vicina a noi.
Lo ripetiamo, per la classifica costruttori non c’è partita tranne clamorosi colpi di scena a campionato in corso, mentre in quello piloti nelle zone alte si rimane in equilibrio, proprio per la decisione del team di permettere a entrambi di lottare ad armi pari, dove Norris ha pure scontato una penalità di cinque secondi per l’errata posizione al via sulla griglia di partenza.
Seconda forza si conferma la Mercedes, alle prese con un errore in qualifica nel mandare in pit-lane le due macchine prima del consentito con l’idea di avere un vantaggio nell’evitare il traffico durante l’outlap e preparare al meglio l’ultimo giro cronometrato, mossa che ha comportato ad entrambe la penalità di una posizione.
Ad ogni modo Russell ha difesa fino all’ultimo giro la meritata seconda posizione, rimanendo agganciato in alto della classifica piloti i virtù dei consecutivi piazzamenti a podio, mentre Antonelli pur autore di sorpassi importanti e senza timori, ha sofferto problemi di gomme e una safety-car che a un certo, ha rimescolato un po’ le carte terminando purtroppo fuori dalla top-ten.
La Ferrari ad esclusione dell’acuto di Hamilton nella sprint in Cina, si era presentata con i dubbi e la perplessità di aver dovuto girare 3mm più alta del previsto che avevano causato la perdita di venti punti di carico aerodinamico, fattore determinante non più nascosto ma necessario per evitare i problemi con l’usura del pattino costata la squalifica della vettura n.44 a Shanghai.
Con l’aggiunta e le perplessità, sulla necessità di progettare una macchina per larga parte nuova rispetto ai concetti della precedente che tanto bene avevano fatto nella seconda parte del 2024, con una semplice risposta di fronte alla caduta vertiginosa di competitività: la vettura dell’anno scorso era al limite dello sviluppo mentre l’attuale non ha ancora dimostrato il potenziale per carenza di carico.
Il weekend appena trascorso, può considerarsi come un crocevia per risollevarsi da un inizio di campionato a dir poco deludente rispetto le legittime aspettative e blasone che contraddistinguono il Cavallino Rampante, tra l’altro con un pesante ritardo dal vertice dei costruttori con cui si era stati in lotta serrata fino all’ultimo giro della passata stagione.
Tanto che nelle ore di avvicinamento alle libere, era stata trattata con insistenza la voce di un’allarmante tensione tra la Scuderia e Leclerc, circa una presunta presa di posizione del pilota dopo le qualifiche di Suzuka, secondo cui il monegasco avrebbe alzato la voce volendo procedere secondo la sua direzione il riferimento al set-up per migliorare la prestazioni della SF-25.
E’ stato lo stesso Leclerc a smentire queste possibili frizioni, pur non nascondendo la delusione del pesante passo indietro e indirettamente la difficoltà di dover accettare ancora una volta, la possibilità di vedere vincere un altro.
Certo nelle prime uscite, squalifiche a parte, erano emersi limiti non trascurabili e di difficile risoluzione, dove le risposte sono iniziate con i primi aggiornamenti per restituire competitività ad una macchina in affanno, che hanno riguardato soprattutto il fondo con due paratie del fondo vicino l’ingresso dei canali Venturi, l’aggiunta di un generatore di vortice sotto il marciapiede e un estrattore con una chiglia diversa dal disegno originario, bocciando di fatto il gradino d’inizio stagione.
Un pacchetto consistente per trovare il carico aerodinamico, abbassare la vettura senza problemi vista la difficoltà di maggiore usura del pattino, vistose anche le branchie ai lati del cofano motore per fare respirare la power-unit viste le temperature e preservarne l’affidabilità ma purtroppo non è bastato ad avvertire un consistente salto di qualità.
Vista la qualifica, non sappiamo se il valore della macchina lo stia dimostrando Hamilton, ma certo Leclerc sta riuscendo come altre volte accaduto, a estrarre ben oltre il potenziale con una prima fila da urlo vista la concorrenza, soddisfatto delle sensazioni e dei risultati della direzione nel ben precisa cui aveva deciso di settare la sua macchina dopo Suzuka.
In gara nella consapevolezza della propria forza, si è provato a giocare di strategia, diversificando in partenza la gomma rispetto agli avversari, Leclerc ha sfiorato il podio dopo essere stato superato a pochi giri dal termine, mentre Hamilton porta dei punti nei costruttori utili per risalire, purtroppo la safety-car col senno del poi, potrebbe avere impedito alla Scuderia di Maranello la scelta di utilizzare la gomma soft nell’ultimo stint, rimane la consapevolezza che ancora non basta.
Per la RedBull è stato un Gran Premio completamente opposto rispetto alla settimana precedente, con Verstappen mai della partita in sesta posizione, primi punti per Tsunoda (nono).
Festa Alpine dove Gasly, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro e oltre a muovere finalmente la classifica, è stato autore di una grande qualifica e gara conclusa in settima posizione
Lo stesso vale per la Haas, con una doppia top-ten (ottavo Hulkenberg e decimo Bearman) che dimostra la fiducia e salute del team, rimandata stavolta la Williams dove Sainz, sembra purtroppo non trovare la quadra in questa nuova avventura.
Fuori dalla zona punti la Racing Bulls e Sauber, dove in quest’ultima Hulkenberg è stato squalificato a fine gara per consumo eccessivo della tavola posizionata sotto il fondo della monoposto, irregolarità causata dall’eccessivo sfregamento con l’asfalto causato perchè evidentemente troppo bassa, analoga situazione che aveva portato i commissari a squalificare Hamilton in Cina.
Complicata la situazione dell’Aston Martin nonostante la faraonica campagna acquisti, i punti fin qui conquistati in Australia e Cina sono stati frutto di circostanza abbastanza fortunate come la variabile meteo le doppia squalifica della Ferrari, il colpo più importante è quello di Adrian Newey ma gli effetti potranno essere riscontrati nel prossimo regolamento tecnico 2026.
In pista tra pochi giorni a Gedda, nel weekend che il 20 aprile vedrà in scena il Gran Premio dell’Arabia Saudita.
CLASSIFICA PILOTI
1. Norris (McLaren) _ 77 pt
2. Piastri (McLaren) _ 74 pt
3. Verstappen (Red Bull) _ 69 pt
4. Russell (Mercedes) _ 63 pt
5. Leclerc (Ferrari) _ 32 pt
6. Antonelli (Mercedes) _ 30 pt
7. Hamilton (Ferrari) _ 25 pt
8. Albon (Williams) _ 18 pt
9. Ocon (Haas) _ 14 pt
10. Stroll (Aston Martin) _ 10 pt
11. Gasly (Alpine) _ 6 pt
12. Hulkenberg (Sauber) _ 6 pt
13. Bearman (Haas) _ 6 pt
14. Tsunoda (Racing Bulls/Red Bull) _ 5 pt*
15. Hadjar (Racing Bulls) _ 4 pt
16. Sainz (Williams) _ 1 pt
* 3pt conquistati con la Racing Bulls prima dello scambio dal Gran Premio di Giappone, con lo stesso Tsunoda in Red Bull e Lawson in Racing Bulls.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. McLaren _ 151 pt
2. Mercedes _ 93 pt
3. Red Bull _ 71 pt
4. Ferrari _ 57 pt
5. Haas _ 20 pt
6. Williams _ 19 pt
7. Aston Martin _ 10 pt
8. Racing Bulls _ 7 pt
9. Sauber _ 6 pt
10. Alpine _ 6 pt