Si conclude la presentazione della prossima stagione di F1 con l’ultima parte che riguarda le prime tre squadre del campionato 2021. La Mercedes proverà a proseguire la striscia di vittorie nei costruttori e vorrà vendicare i contestati fatti di Abu Dhabi, Red Bull in corsa con Verstappen campione del mondo in carica pronto a confermarsi e poi la Ferrari col punto di domanda circa la capacità di poter finalmente contrastare chi ha monopolizzato l’attenzione al vertice nel recente passato.

MERCEDES
In F1 dal 1954 al 1955 e dal 2010, 249 gare disputate, 124 vittorie, 8 mondiali costruttori e 9 mondiali piloti.
Piloti:
Lewis Hamilton (37 anni, 288 Gp disputati, 103 Gp vinti, 182 podi e 103 pole position, 7 mondiali);
George Russell (23 anni, 60 Gp disputati, 1 podio).
Se qualcuno pensa che in casa Mercedes siano state deposte le polemiche, le critiche e tutto il resto su quanto avvenuto nell’ultimo giro di Abu Dhabi, può subito cestinare l’idea.
Non rappresentano un caso gli otto mondiali costruttori consecutivi, ma se ci fosse ancora bisogno di stimoli questi non potranno che venire dalla voglia di rivalsa derivanti dalle feroci polemiche che hanno avvolto il finale della passata stagione, dove paradossalmente sono state più pesanti le parole non dette che quelle dette.
Ha fatto particolarmente rumore il silenzio social di Hamilton tanto da sospettare un possibile ritiro, ma è certo che quelle settimane siano state fondamentali per disintossicarsi da un campionato particolarmente stressante, come dichiarato dal fratello Nicholas a pochi giorni dal 2022: “Penso che si stia solo prendendo un po’ di pausa dai social media cosa per cui non lo biasimo. Questi possono essere un posto molto tossico. Ma comunque Lewis sta bene, è tutto ok”.
A questo proposito immediatamente dopo Capodanno, la Mercedes aveva lasciato pochi dubbi sul futuro del suo campione, con un post: “Nelle avversità alcuni cedono, altri infrangono record”.
Un altro in prossimità dell’Epifania, con il fotomontaggio di un bambino visto da dietro che guarda la foto dello stesso Hamilton festeggiare una vittoria, come a provare ad abbracciarlo davanti a tutti gli occhi del mondo quasi nel timore di un improvviso ritiro.
Pronta la caccia al suo ottavo titolo con un nuovo compagno di squadra, George Russell, proveniente dal triennio in Williams, che nell’arco del suo percorso ha meritato la promozione in Mercedes, già guidata come pilota titolare nel Gp di Sakhir in Bahrein nel 2020, sostituendo proprio Hamilton alle prese con la positività al Covid.
Potrebbero cambiere gli scenari interni, perché se Bottas negli scorsi anni è sempre stato un fedele alleato, bisognerà vedere l’approccio del giovane pilota Russell, che certamente guarderà la situazione come stimolo di confronto e per fare meglio.
Nulla è scontato, anche perché il caso Rosberg insegna come ad un certo punto, al di là dei contratti, cioè che conta è soprattutto la voglia di stare in pista e, nel caso di Hamilton, l’ambizione dell’ottavo titolo mondiale come mai nessuno nella storia.
La W13 presentata il 18 febbraio è tornata ad essere una “Freccia d’Argento” dopo che le ultime due monoposto erano state contraddistinte da una livrea nera.
Tra le prime impressioni ha colpito la strettezza delle fiancate con una precisa architettura del cofano, quasi a mostrare i muscoli di quanto c’è sotto, minime anche le bocche dei radiatori in una lunghezza complessiva della macchina apparsa al limite, spostando avanti l’abitacolo per concentrare dietro gli apparati della power-unit, favorendo così la pulizia sul posteriore.
Obiettivo ripartire da zero, come se in questi anni avessero vinto gli altri.
RED BULL
In F1 dal 2005, 325 gare disputate, 75 vittorie, 4 mondiali costruttori e 5 mondiali piloti.
Piloti:
Max Verstappen (24 anni, 141 Gp disputati, 20 Gp vinti, 60 podi e 13 pole position, 1 mondiale);
Sergio Perez (32 anni, 215 Gp disputati, 2 Gp vinti, 15 podi).
Confermarsi è sempre più difficile che sorprendere, ma la Red Bull in questi anni di era turbo-ibrida, culminata nel fantastico 2021, ha sempre reagito con prontezza alla soluzione di qualunque problema. Solamente la pista ci dirà, vale anche per la Mercedes, quanto la battaglia totale del passato campionato possa avere influito sul parallelo lavoro alla macchina recentemente presentata.
Almeno fino al 2025 resterà forte il legame con Honda fornitrice della power-unit (anche all’Alpha Tauri), per un annunciato ritiro della casa giapponese che però non poteva permettere la dispersione di un lavoro cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, tanto da indurre la stessa Red Bull a far nascere un reparto powertrain, acquisendo le stesse proprietà intellettuali e tecniche dell’azienda giapponese.
Infatti secondo recenti notizie, sembrerebbe un saluto più commerciale che tecnico in un binomio solido, anche in vista del periodo a lungo termine quando cambieranno le power-unit (con l’arrivo di nuovi marchi in Formula 1)?
A questo proposito è di peso l’ingresso di Ben Hodgkinson, per venti anni in Mercedes, che farà parte dell’organico dal prossimo 24 maggio secondo l’accordo raggiunto con le Frecce d’Argento, il cui trasferimento (o tradimento secondo i punti di vista) aveva lasciato scorie vista la possibilità di cedere il proprio talento ad un team rivale lasciando trascorrere un anno prima del trasferimento.
Della nuova monoposto hanno innanzitutto sorpreso le indiscrezioni di fine gennaio, relative al non superamento del crash test frontale, dividendo la platea dei meglio informati tra coloro che scommettono in una vettura estrema, e chi invece ne sottolinea l’ipotetico ritardo dei programmi per irrobustire la stessa area.
La RB18 nel suo nome di battesimo salta il 17 anche se quella dell’anno scorso era stata chiamata RB16B come aggiornamento di quella ancora precedente.
Gioco di superstizione o linearità secondo il numero degli anni di partecipazione in F1?
Sulla monoposto di Verstappen torna il numero 1 di campione del mondo che negli ultimi anni, tra il ritiro di Rosberg e la scelta di Hamilton di mantenere il suo 44, mancava da molto tempo.
Lo scorso 9 febbraio è stata presentata la livrea applicata su una vettura base proposta dalla FIA,
posticipando inevitabilmente ai test l’uscita della vera RB18, circostanza che, anche qui, ha diviso le opinioni tra coloro che ritengono corretta la scelta o chi invece si aspettava già di vedere la nuova macchina.
Divertita la Mercedes che tramite il tweet “interesting” ha ironizzato sull’accaduto, quasi a riprendere il filo di sfida anche sui social.
FERRARI
In F1 dal 1950, 1030 gare disputate, 238 vittorie, 16 mondiali costruttori e 15 mondiali piloti.
Piloti:
Charles Leclerc (24 anni, 82 Gp disputati, 2 Gp vinti, 13 podi e 9 pole position);
Carlos Sainz (27 anni, 141 Gp disputati, 6 podi).
Se la Haas l’anno scorso aveva annunciato il mancato aggiornamento della macchina, la Ferrari giù due anni fa dichiarò di puntare alla rivoluzione regolamentare come occasione per recuperare posizioni nelle gerarchie.
L’ultima vittoria risale al 22 settembre 2019 quando a Singapore fu doppietta con Vettel davanti Leclerc; non si vince un mondiale piloti dal 2007, uno costruttori dal 2008.
Un percorso lungo e turbolento, dove il disastroso 2020 era stato parzialmente raddrizzato con un lavoro di recupero cavalli e non solo.
Adesso le chiacchiere stanno a zero senza più scusanti o proiezioni, anche perché sbagliare significherebbe guardare vincere gli altri ancora per molto tempo oltre che l’ennesima rivoluzione dietro ai tavoli aziendali.
Vincere significherebbe avere avuto ragione, perdere invece comporterebbe inevitabili ripercussioni.
L’inverno è stato segnato dal presunto ritorno di Jean Todt, stoppato probabilmente per non stravolgere gli attuali equilibri.
Il lato positivo del recente periodo riguarda i piloti, con una bassa età anagrafica ma pronti a vincere, veloci l’anno scorso quando c’è stata la possibilità di farlo.
Blindato fino al 2024, Leclerc si appresta a disputare il quarto campionato in Ferrari (quinto in Formula 1) e secondo le aspettative del 2022, le pressioni saranno inevitabilmente tante anche in considerazione dell’elevata tenuta mentale che serve per un’eventuale lotta al vertice.
In scadenza c’è Carlos Sainz, i cui risultati all’esordio addirittura davanti al compagno di squadra sono andati oltre le attese e, per questo motivo, il rinnovo dovrebbe essere scontato o comunque un argomento da risolvere già prima della prossima estate.
Il telaio della nuova monoposto era stato già omologato pochi giorni prima del nuovo anno.
Il progetto 674 ha prodotto la nuova monoposto chiamata F1-75, per onorare gli stessi anni dalla nascita della scuderia di Maranello, fondata appunto nel 1947 da Enzo Ferrari.
Una presentazione attesissima avvenuta il 17 febbraio tramite i canali social della Ferrari, dove senza paura si è subito mostrata la vera macchina, facendo chiaramente attenzione a non svelare tutto e subito, col video introduttivo che ha oscurato soprattutto la parte posteriore, dove tuttavia era visibile il grande lavoro aerodinamico sulle pance estreme, in cui colpisce la sinuosa scavatura sulla parte superiore, il muso a punta che potrebbe fare scuola e molto altro.
Nessuno degli ingegneri si era mai approcciato sulle vetture ad effetto suolo, ecco quindi il coinvolgimento anche di Rory Byrne nel portare la sua enorme esperienza per quelle che erano i progetti degli anni ’80, ma è chiaro come in un nuovo e mai esplorato oceano di regole e tecnicismi, potrebbero essere anche le zone grigie del regolamento a fare la differenza.
C’è un lungo lavoro dove ogni singola energia spesa ha prodotto una macchina sicuramente diversa da quelle fino a quel momento presentate, fatto di coraggio, estro e creatività.
Ma le macchine diventano belle solo quando vincono, per citare Enzo Ferrari.

