Se i team di bassa classifica non hanno nulla di perdere e quelli di vertice hanno l’impegno di mantenere alte le prestazioni, per le squadre che hanno concluso la scorsa stagione nella parte centrale della classifica costruttori il cambio regolamentare è un rebus. Salire nella gerarchia significherebbe un plauso per l’impegno profuso, indietreggiare invece sarebbe un mezzo fallimento dove il budget cap può rappresentare un importante limite agli eventuali interventi in corso. Presentiamo McLaren, Alpine, Alpha Tauri e Aston Martin.

McLAREN
In F1 dal 1966, 902 gare disputate, 183 vittorie, 8 mondiali costruttori e 12 mondiali piloti.
Piloti:
Daniel Ricciardo (32 anni, 210 Gp disputati, 8 Gp vinti, 32 podi e 3 pole position);
Lando Norris (22 anni, 60 Gp disputati, 5 podi e 1 pole position);
Per motivi di ordine la McLaren è inserita nella pancia del gruppo, ma certamente nel recentissimo passato si è dimostrata più in alto rispetto ad Alpine, Alpha Tauri ed Aston Martin.
Lando Norris è un punto fermo con un contratto prolungato fino al 2025, discorso inverso per Ricciardo, in scadenza, per il quale l’anagrafica come le prestazioni sotto le aspettative nella passata stagione portano il pilota australiano probabilmente ad un bivio della sua carriera. Sembrava sul punto di esplodere in Red Bull, fino a quando la squadra austriaca puntò sul giovanissimo Verstappen, vincendo la scommessa. Gli eventuali sostituti non mancano e per questo motivo, la prima metà di campionato potrebbe essere determinante per il suo futuro.
Per storia, tradizione e risultati in crescendo negli ultimi campionati, seppur calati durante la seconda parte del 2021, l’obiettivo è quello di vincere in una gerarchia al momento difficile da decifrare, siamo inoltre d’accordo con la convinzione del direttore tecnico James Key, che a metà gennaio aveva dichiarato: “Siamo tutti sulla stessa barca, e penso che ciò darà vita a molte idee man mano che si procede nella prima metà della stagione“.
McLaren che, dopo l’Epifania, è stata la prima dai propri canali social a mostrare qualche interessante dettaglio, in alcune foto che vedevano la macchina in fase di assemblaggio.
L’accensione della power-unit che spingerà la nuova MCL36, è stata fatta ascoltare attraverso un video diffuso a fine gennaio ed in questo caso non sono mancate le curiosità, come il dettaglio ripreso dal fermo immagine del cellulare di Zak Brown impegnato ad immortalare il momento, dal quale c’era il sospetto del ritorno allo schema pull-rod all’avantreno.
La MCL36 è stata presentata nella serata dell’11 febbraio, mostrando un proprio carattere d’identità non solo nell’abbinamento cromatico che al papaya vede aggiunto il nero col blu fluorescente, chiare le pance che si restringono verso il retrotreno molto più rispetto all’Aston Martin mostrata un giorno prima.
Ridotte le dimensioni del cofano, la lunghezza è apparsa al limite, una grande cura all’aerodinamica.
Vola basso il team principal Andreas Seidl: “Il nostro obiettivo per questa stagione è chiaro e coerente con quello degli anni precedenti, vogliamo ridurre ulteriormente il divario rispetto alla testa del gruppo”.
ALPINE
In F1 dal 1977 al 1985, dal 2002 al 2011 e dal 2016, 422 gare disputate, 36 vittorie, 2 mondiali costruttori e 2 mondiali piloti.
Piloti:
Fernando Alonso (40 anni, 336 Gp disputati, 32 Gp vinti, 98 podi e 22 pole position, 2 mondiali);
Esteban Ocon (25 anni, 89 Gp disputati, 1 Gp vinto, 2 podi).
Se volessimo individuare il primo punto di forza questo sarebbe senza dubbio il fattore piloti, dove entrambi l’anno scorso hanno dimostrato un reciproco rapporto di disponibilità ad aiutarsi l’uno con l’altro, spingendo anche il team a quel clima di serenità che ha portato dei buoni risultati.
Ocon è un punto fermo fino al 2024 mentre Alonso è in scadenza nel 2022.
Difficilmente l’Alpine potrebbe privarsi del pilota francese prima di quella data, soprattutto dopo aver dimostrato la sue capacità nel momento in cui c’è l’occasione.
La scadenza potrebbe anche non essere un problema per Alonso, vista la dimostrazione di aver ancora il fuoco dentro, ma tutto dipenderà anche dalle motivazioni.
Chiare le parole del pilota spagnolo che negli ultimi giorni del trascorso dicembre, aveva dichiarato: “Nel 2022 non ci saranno più scuse, abbiamo tutto quello che ci serve per essere competitivi, dal budget agli strumenti passando anche per le competenze a livello di staff tecnico.”
Parole probabilmente spese anche per alzare l’asticella verso obiettivi più prestigiosi.
Tuttavia non sono state settimane calme per i vertici aziendali, situazione che poco dopo metà gennaio è sfociata in una dura intervista rilasciata da Alain Prost.
In sintesi la triade formata da Cyril Abiteboul, Marcin Budkowski e Alain Prost è stata azzerata, considerato il passaggio di Abiteboul alla Mecachrome, concluso il rapporto con l’ormai ex direttore esecutivo Budkowski, in ultimo il “Professore” quattro volte campione del mondo che, probabilmente ferito nell’emotività, ha trovato sfogo rilasciando un’intervista all’Equipe: “A settembre del 2020 Luca De Meo mi aveva proposto di assumere la carica di presidente dell’Alpine F1 team. In principio avevo accettato, Cyril Abiteboul avrebbe gestito il marchio mentre Marcin Budkowski avrebbe preso le redini della scuderia, ma poi a gennaio è arrivata la nomina di Laurent Rossi. (…) La volontà di Laurent Rossi è di essere solo, mi ha detto di non avere più bisogno di consigli e vuole tutte le luci dei riflettori per sé”.
Rivoluzione che ha portato a Otmar Szafnauer nuovo team principal proveniente da Aston Martin, Pat Fry chief technical officer, Mattheew Harman l’engineering director e Bruno Famin che si occuperà della power-unit.
Una situazione che potremmo definire quasi come un terremoto, solamente la pista darà il preciso riscontro della nuova A522.
ALPHA TAURI
In F1 dal 2006, 307 gare disputate, 2 vittorie.
Piloti:
Pierre Gasly (25 anni, 86 Gp disputati, 1 Gp vinto, 3 podi);
Yuki Tsunoda (21 anni, 22 Gp disputati).
C’è sempre curiosità per la sorella minore della Red Bull con cui inevitabilmente, resta uno stretto rapporto.
Ricordiamo come siano tanti i tifosi italiani dell’Alpha Tauri, e non solo perché discendente della Minardi ma soprattutto per avere mantenuto la sede a Faenza nonostante la proprietà austriaca.
Confermati Gasly e Tsunoda, sono entrambi in scadenza ma il percorso è opposto.
Il pilota francese è ormai considerato un veterano con la chiara ambizione di tornare in Red Bull dopo la retrocessione di qualche anno addietro, dove nel recente passato in Alpha Tauri ha dimostrato di aver incassato il colpo migliorando costantemente le prestazioni, invece potrebbe essere un anno determinante per Tsunoda il cui 2021 era partito con le migliori intenzioni, accusando tuttavia il colpo in gara.
Come per altri piloti, per il giovane giapponese potrebbe essere un anno importante anche perché la storia ricorda come l’orbita Red Bull, sia sempre stata molto selettiva e coraggiosa nel prendersi le responsabilità.
Alpha Tauri che ha rotto il ghiaccio della nuova stagione lo scorso 25 gennaio, portando sulla pista di Imola la monoposto di due anni addietro per una sessione di allenamento.
La AT03 dopo essere stata sviluppata in una nuova galleria del vento, è stata presentata il 14 febbraio condividendo come preannunciato, alcune componenti della Red Bull come la scatola del cambio, l’idraulica e la sospensione posteriore per un aspetto, che coincide con i limiti legati al rispetto del budget cap considerato che non saranno componenti vecchie.
Motivo per cui a metà gennaio, il team principal Franz Tost, aveva dichiarato come : “La macchina stessa, a causa delle modifiche regolamentari, diventerà molto costosa. Per rispettare il tetto dei costi, forse alcuni aggiornamenti non arriveranno. Non lo sappiamo ancora, ma spero di non arrivare a questa situazione estrema. Tuttavia, non sarà una situazione semplice da gestire”.
Dai render è stato possibile individuare alcune caratteristiche, come la gestione dei flussi d’aria separati lungo le pance laterali magari sfruttando il calore dei radiatori, oltre ad un muso più lungo rispetto alle monoposto presentate fino a quel momento.
Soluzione in particolar modo quello delle fiancate, che ha mostrato una diversa interpretazione aerodinamica a dimostrazione delle diverse strade pensate dai progettisti.
L’obiettivo è quello di migliorare il sesto posto della passata stagione.
ASTON MARTIN
In F1 dal 2019, 60 gare disputate, 1 vittoria.
Piloti:
Sebastian Vettel (34 anni, 280 Gp disputati, 53 Gp vinti, 122 podi e 57 pole position, 4 mondiali);
Lance Stroll (23 anni, 100 Gp disputati, 3 podi, 1 pole position).
Confermati i piloti.
Da una parte Vettel dovrà dimostrare di non essere in fase decisamente calante della sua carriera e Stroll al quinto anno di F1 nonostante i soli 23 anni, chiamato a cucire le bocche dei malpensanti secondo cui il suo sedile, è soprattutto frutto dell’influenza del padre a capo del team.
Per l’ex Racing Point il 2021 è stato un campionato in calando, così il nuovo regolamento rappresenta il perfetto assist per scalare posizione.
Da capire come e quanto potrà influire l’addio nei primi giorni di Gennaio, dell’ex team principal Otmar Szafnauer dopo l’esperienza di molti anni relativi ai tempi quando la squadra era Force India e dopo Racing Point.
Al suo posto c’è Mike Krack con una buona esperienza nel motorsport, in F1 con Sauber nel periodo della partnership Bmw.
Rappresenta invece un colpo l’ingresso di Dan Fallows che dal prossimo aprile diventerà il direttore tecnico dell’Aston Martin, al culmine di una storia che ancora una volta, spiega quanto siano complesse le dinamiche della F1.
Fallows proviene dalla Red Bull dov’è stato uno stretto collaboratore di Adrian Newey, il passaggio è avvenuto grazie ad un accordo tra le parti dopo che la stessa Aston Martin, aveva annunciato il passaggio lo scorso giugno poi bloccato dalla Red Bull a rivendicare il gardening (periodo di pausa nel passaggio da un team all’altro per non rivelare i segreti della squadra di provenienza), spostandolo aziendalmente dal progetto 2022 allo studio di una vettura stradale, tanto da indurre l’aerodinamico alle dimensioni per il declassamento delle sue mansioni.
L’AMR22 è stata presentata il 10 febbraio in ordine dopo Haas e RedBull, ma effettivamente è stata la prima monoposto a mostrare il nuovo progetto in una cerimonia trasmessa via streaming, insieme ai piloti, addetti ai lavori e soprattutto la vera macchina pur mostrando soluzioni basiche tranne le feritoie posizionate sopra la pance molto alte e larghe.
Inedite le prese d’aria ai radiatori laterali mentre le forme del retrotreno, risaltano le geometrie della power-unit Mercedes, c’è da dire come secondo i più attenti analisti, potrebbe non essere nata bene tanto da cambiare fisionomia già nella prima parte di campionato.
Logico non mostrare tutte le soluzioni programmate per la pista, ma almeno il team ha avuto il coraggio di deliziare gli appassionati di Formula 1 con la prima vera macchina, scesa tra l’altro in pista nel giorno successivo sul circuito di Silverstone per il filming day.

