A Montreal vince un implacabile Verstappen con Sainz secondo al traguardo, Hamilton torna sul podio mentre Leclerc conclude la sua rimonta al quinto posto. Nella classifica piloti aumenta il divario tra l’olandese e il monegasco, la Ferrari tiene il passo nei costruttori grazie al ritiro di Perez.

È stato un Gran Premio del Canada vibrante, figlio delle posizioni di partenza in una qualifica contraddistinta dall’iniziale pioggia poi cessata ed il progressivo cambiamento di condizioni della pista.
Verstappen è partito dalla pole affiancato a sorpresa da Alonso, tornato in prima fila come non accadeva dal 2012, dietro Sainz ed Hamilton, colpaccio delle Haas entrambe in terza fila, prima volta di Zhou in Q3, errore di Perez sul bagnato in tredicesima posizione; dal fondo invece Leclerc, causa penalità per l’utilizzo della quarta power-unit.
Al semaforo verde Verstappen è partito a fionda, dietro Sainz nei primi giri ha superato Alonso a sandwich con Hamilton, complicata e paziente la rimonta di Leclerc.
Nel giro n.8 Perez è andato k.o. per un guasto, Verstappen ha approfittato della virtual safety-car per effettuare la sosta, altro ritiro al giro n.20 (Mick Schumacher) e box per Sainz.
Otto secondi il divario tra Verstappen e Perez a metà gara, seguiti da Hamilton e Russell, in top-ten Leclerc dopo la sosta.
Ulteriore pit-stop per Verstappen al giro n.43, Sainz tentato di continuare fino al termine è rientrato poco dopo in occasione della safety-car causata dall’incidente di Tsunoda, settimo Leclerc a quel punto con i distacchi azzerati accodato al gruppo e quindici giri a disposizione.
Nella fase finale è stato arrembante Sainz vicinissimo a Verstappen senza avere lo spunto per provare il sorpasso, duello ravvicinato fino alla bandiera a scacchi dove le posizioni sono rimaste tali.
Continua la striscia di vittorie targate Red Bull e Verstappen che allunga nella classifica piloti, impeccabile e solido mentalmente il campione del mondo per tutto il weekend, certamente i punti risentono dei problemi nell’ultimo periodo ma la Ferrari ritorna dal Canada con un ritrovato Sainz che aveva bisogno di una gara così tenace.
Per gli uomini di Maranello l’immediata e lontana trasferta di Montreal dopo la disfatta a Baku, non è stata perfetta sotto il profilo della tempistica per comprendere, analizzare e puntualmente riscontrare i problemi di affidabilità, dopo che ad un certo punto la sensazione sembra essere stata la volontà di spingere maggiormente con i risultati che hanno comportato delusioni.
È chiaro come si stia lavorando fino ai dettagli, basti vedere la macchina presentata in Canada molto simile a quella che ha corso in Azerbaijan, ma sul fondo con un diverso orientamento delle fibre di carbonio per cambiarne le rigidezze.
L’inizio del weekend canadese di Leclerc ha rappresentato un prolungamento del precedente, infatti dopo aver provato subito il passo gara e considerate anche le caratteristiche del circuito con possibilità di sorpasso, si è fatta di necessità virtù montando dapprima la terza centralina rispetto alle due consentite dal regolamento che ha significato dieci posizioni di penalità sulla griglia, successivamente a quel punto la decisione di sbloccare ed omologare altre componenti meccaniche per evitare ulteriori svantaggi nelle prossime gare.
L’obiettivo è stato quello di sfruttare un’area del regolamento che consente tali operazioni per non avere ulteriori problemi nell’imminente futuro, basti pensare come nell’ipotesi di una griglia di partenza all’infinito, avrebbe dovuto scontare ben cinquanta posizioni di penalità.
Per questo motivo la monoposto n.16 è partita dall’ultima fila, il monegasco pienamente concentrato sul passo gara consapevole fin dall’inizio sulla rimonta, inoltre i piloti hanno corso con una diversa configurazione di vetture, per Leclerc beam wing e ala posteriore più scarica per consentire più velocità a garanzia dei sorpassi, Sainz invece un setup più conservativo sul passo gara.
Il monegasco ha limitato quanto possibile i danni in una gara, dove senza l’errore al pit-stop avrebbe potuto guadagnare un’altra posizione.
E’ stato importante smaltire la delusione e ritrovare sensazioni positive, Ferrari che a questo punto con calma, dopo la sbornia inizia ed i recenti schiaffi vede il punteggio completamente ribaltato, bisognerà pensare gara dopo gara a massimizzare ogni risultato.
Tra i temi caldi c’è stato soprattutto quello del porpoising tremendamente sofferto dalla Mercedes, con la FIA decisa a limitare questo fastidioso (e doloroso per i piloti) effetto che riguarda il continuo saltellamento delle monoposto durante la percorrenza ad alta velocità.
Non sono mancate le posizioni rispetto a questa decisione presa a campionato in corso, come dichiarato dal team principal della Red Bull Christian Horner: “Emanare così una direttiva tecnica senza alcun confronto non mi sembra la maniera corretta di operare, credo che sia molto pericolosa la prospettiva secondo la quale la FIA può fissare l’altezza da terra e dunque l’assetto con il quale devi correre. E se poi in gara il vento cambiasse? E se anziché risolvere il porpoising lo si accentuasse ancora di più?”.
Sulla stessa linea anche il ferrarista Leclerc quando si è trovato in conferenza stampa all’inizio del weekend al fianco di Russell: “Onestamente non sono d’accordo con George, è responsabilità dei team dare una macchina valida da guidare, personalmente non ho avuto problemi così gravi col porpoising. Dall’anno scorso è diverso, ma la macchina non è così inguidabile, da parte nostra abbiamo lavorato per contenere questo fenomeno”.
La sensazione resta che nel breve periodo, l’argomento potrebbe rivelarsi un autogol proprio per Mercedes, in quanto sembrerebbe che la Federazione non voglia emanare dei criteri per risolvere il problema ma puntare sulla sicurezza con un parametro, a quel punto per evitare i sobbalzi e quindi obbligando utile ad alzare l’altezza da terra le monoposto costrette a non sfruttare l’effetto suolo che contraddistingue questa nuova generazione di vetture.
C’è da dire come la W13 in Azerbaijan abbia sofferto pure di bottoming, effetto che si verifica quando il fondo della macchina sottoposto a forze di compressione sbatte ripetutamente sull’asfalto, provocando l’effetto visivo di produrre scintille e l’evidente instabilità della macchina, tanto da essere autorizzata nell’utilizzo di una secondo tirante situato in una parte più avanzata rispetto al primo per sorregge il fondo ancorato al retrotreno, soluzione che non ha portato giovamenti.
In Canada la Mercedes ha portato pure un nuovo fondo con novità aerodinamiche anche nella zona della sospensione posteriore, tanti problemi di difficile comprensione che avvalorano i risultati fin qui raggiunti da Russell, sempre pronto a massimizzare le presentatasi nei ritiri di Red Bull e Ferrari.
Considerato il vincolo del budget cap e l’avanzamento ormai verso metà campionato, sembra logico pensare che a Brackley stiano già pensando al 2023 cambiando radicalmente l’attuale filosofia come l’estremità delle pance e l’architettura interna delle componenti, la dura e colorita espressione di Toto Wolff dopo Baku che in team radio con Hamilton aveva definito la monoposto come una “shit box” è un indizio abbastanza concreto.
Il risultato che ha visto Hamilton tornare sul podio seguito dal compagno di squadra Russell, consente di allungare la striscia positiva di punti col mezzo a disposizione.
In Alpine nonostante l’exploit della prima fila, Alonso da vecchio leone era consapevole dei reali valori in condizioni normali dichiarando al termine delle qualifiche come le prime quattro posizioni fossero già prenotate, la sesta posizione di Ocon e la nona di Alonso, permettono al team di conquistare punti importanti nella classifica costruttori.
Festeggia anche l’Alfa Romeo che torna a muovere la classifica grazie ad una doppia top-ten, un punto anche per l’Aston Martin col decimo posto di Stroll, weekend da dimenticare per McLaren e Alpha Tauri.
Alla Haas il risultato in qualifica ha portato grande entusiasmo, Mick Schumacher partito dalla terza fila (record personale di qualifica) insieme al compagno di squadra ha respinto le critiche verso quei risultati inferiori rispetto ai piazzamenti a punti conquistati da Magnussen che proviene da una stagione di stop, in una prima parte di campionato dove anche una serie d’incidenti non hanno fatto bene alle casse economiche del team.
Ma i punti si fanno in gara, e purtroppo si torna a casa con le mani vuote.
La Williams FW44 resta al momento lontana dalla zona punti, le aspettative anche in virtù del cambio regolamentare erano ben diverse ma al momento, le uniche modifiche maggiormente visibili hanno riguardato la rimozione della vernice sulla livrea per alleggerire il peso della vettura.
Si spera che in tema di budget cap dopo un approccio conservativo, possano essere apportate degli aggiornamenti per migliorare la competitività. Il Gran Circus si prende una pausa, tornerà a luglio con quattro gare europee che segneranno il giro di boa del campionato prima della pausa estiva. Prossimo appuntamento a Silverstone per il Gran Premio di Gran Bretagna.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 175pt
2. Perez (Red Bull) 129pt
3. Leclerc (Ferrari) 126pt
4. Russell (Mercedes) 111pt
5. Sainz (Ferrari) 102pt
6. Hamilton (Mercedes) 77pt
7. Norris (McLaren) 50pt
8. Bottas (Alfa Romeo) 46pt
9. Ocon (Alpine) 38pt
10. Alonso (Alpine) 18pt
11. Gasly (Alpha Tauri) 16pt
12. Magnussen (Haas) 15pt
13. Ricciardo (McLaren) 15pt
14. Vettel (Aston Martin) 13pt
15. Tsunoda (Alpha Tauri) 11pt*
16. Albon (Williams) 3pt
17. Stroll (Aston Martin) 3pt
18. Zhou (Alfa Romeo) 3pt
19. Schumacher (Haas) 0pt**
20. Hulkenberg (Aston Martin) 0pt
21. Latifi (Williams) 0pt
* non partito in Arabia Saudita causa problema tecnico durante il giro di schieramento verso la griglia di partenza;
** non partito in Arabia Saudita causa incidente in qualifica;
*** due gare saltate causa Covid sostituito da Hulkenberg.
Classifica Costruttori
1. Red Bull 304pt
2. Ferrari 228pt
3. Mercedes 188pt
4. McLaren 65pt
5. Alpine 57pt
6. Alfa Romeo 51pt
7. Alpha Tauri 27pt
8. Aston Martin 16pt
9. Haas 15pt
10. Williams 3pt